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TERENZIO

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Terenzio

La vita e le opere

Publius Terentius Afer nasce nel 185 a.C. a Cartagine, viene portato a Roma come schiavo e viene poi liberato per la sua bellezza fisica e il suo ingegno, frequenta il circolo degli scipionici che si opponeva al circolo dei catonici, nel 166 presenta la sua prima commedia (l'Andria) che dopo la diffidenza iniziale viene accolta con entusiasmo dai critici. Scrisse sei palliate ma non ebbe mai un gran successo in quanto a pubblico. Nel 159 parte per la Grecia sia per studio che per difendersi da accuse che gli erano state rivolte. Durante il ritorno, dopo un naufragio in cui perde tutto il materiale raccolto e le sue opere, muore sempre nel 159.

I prologhi: una nuova consapevolezza dell'attività letteraria

Mentre in Plauto i prologhi avevano prevalentemente la funzione di spiegare al pubblico l'antefatto o l'intreccio della commedia in Terenzio la funzione è diversa eli spiega la sua poetica e si difende dagli attacchi che gli vengono rivolti a riguardo. Terenzio ed Ennio furono gli unici a fare una polemica sul modello della cultura ellenistica ed alessandrina. Le accuse che gli venivano rivolte erano:

Di non essere il vero autore delle sue commedie

Di non possedere una virtus comica e di non aver rispettato il modello della palliata. In effetti il teatro di Terenzio presentava varie differenze da quello plautino più ricco di invenzioni sceniche mirabolanti ma povero riguardo a realisticità delle situazioni.

Di aver plagiato altre opere e di aver usato la contaminazio. Tuttavia questo era già stato usato da altri autori quindi si può solo presumere che fosse caduto in disuso come pratica dal fatto che è un attacco verso Terenzio.



Terenzio componeva per un pubblico più raffinato e colto di quello plautino.

Struttura drammatica e tecnica teatrale

Mentre il teatro plautino si conurava come metateatro ludico, Terenzio al contrario opta per un teatro più realistico fondato su un criterio di verosimiglianza e naturalezza espressiva. Egli quindi riduce le parti cantate e le allocuzioni agli spettatori. La rinuncia agli aspetti più buffoneschi va a vantaggio degli aspetti patetici e sentimentali dell'approfondimento dei caratteri e dei personaggi.

Il valore pedagogico della commedia terenziana

Al contrario del teatro plautino, nel teatro di Terenzio sono evidenziati gli intenti morali ed educativi dell'autore. Al centro della commedia di Terenzio per la prima colta c'è l'uomo colto nella sua intimità ma anche nella sua collocazione sociale. L'uomo spesso ha desideri di vita più libera e di maggiore coinvolgimento umano con ciò che lo circonda. Tuttavia si sente limitato ed oppresso dalla società, i costumi e le istituzioni che lo circondano. Terenzio si oppone a queste limitazioni tramite una filosofia della razionalità. Egli si opponeva in quanto facente parte del circolo filoellenico degli scipioni ai catonici che invece erano conservatori.

Lingua e stile di Terenzio

Terenzio evita sbalzi o eccessi preferendo uno stile uniforme e raffinato. Egli non scrive nel sermo familiaris ma ambisce a creare uno stile colto, fondato sugli ideali etici, di misura, grazia, decoro destinato a una società raffinata.






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