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CHE COS'È UNA LINGUA?

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Che cos'è una lingua?


La lingua è un sistema articolato su più livelli e dunque un "sistema di sistemi"; i livelli linguistici sono: i suoni (fonologia), le parole (morfologia), le frasi (sintassi) e i significati (semantica). Queste unità di livello sono interdipendenti.

In generale una lingua è scritta e parlata; ma la linguistica si concentra sul parlato (aspetto primario) e non sullo scritto (aspetto secondario) perché:

esistono lingue solo parlate (somalo, indiano d'America) ma non solo scritte

il bambino impara a parlare in modo naturale e a scrivere più tardi e con addestramento specifico



il parlato cambia spesso e lo scritto cambia di conseguenza.

Comunque lo scritto è importante per il funzionamento delle società moderne (libri, riviste, email ecc.); lo scritto fissa e il parlato offre variazioni.

Ci sono due livelli: astratto e concreto. Al livello astratto, c'è una /a/ (che si può realizzare in n modi diversi) che si oppone a una /e/ (che si può realizzare in n modi diversi), cambiando il significato fra "mano" e "meno". A livello concreto, fisico, se dico "mano" 12 volte dico 12 "a" diverse: [a1], [a2] ecc. ma il significato non cambia.

Distinzione di Saussure fra langue e parole: la parole è l'esecuzione linguistica realizzata dall'individuo, è individuale e concreta, la langue è il sistema di riferimento collettivo ed è sociale ed astratta; la parole cambia sempre, la langue no.

Distinzione di Jakobson fra codice e messaggio: il codice è un insieme di potenzialità, astratto; il messaggio è la combinazione sensata delle unità del codice, atto concreto.

Distinzione di Chomsky fra competenza ed esecuzione: la competenza è tutto ciò che l'individuo sa della propria lingua; l'esecuzione tutto quello che fa.



Saussure

Jakobson

Chomsky

Livello astratto

langue

codice

competenza

Livello concreto

parole

messaggio

esecuzione


Dobbiamo suddividere le competenze linguistiche in:

Competenza fonologica: sapere quali sono i suoni della lingua italiana, saper sillabere, dire dov'è l'accento, fare il plurale di amico e cambiare l'accento fra amico e amichevole ecc.

Competenza morfologica: sapere quali parole sono della propria lingua, quali no ma potrebbero, quali non potrebbero; saper formare parole complesse da quelle semplici, creare composti, flettere verbi ecc.

Competenza sintattica: costruire e capire frasi mai sentite anche lunghissima, intuire se una frase è grammaticale o no ecc.

Competenza semantica: capire le relazioni di significato, sinonimie, antonimie, distinguere ambiguità lessicali e sintattiche ecc.

Queste conoscenze fanno parte della grammatica intesa come equilibrio fra fattori innati ed esperienze acquisite per l'esposizione non a regola ma a dati (dati linguistici primari).


Una lingua è un codice costituito da due livelli: le unità di base e le regole che le combinano. Ma nessuna lingua sfrutta tutte le combinazioni, né fonologicamente (pane ma non pnea) né morfologicamente (preferenza ma non preferimento) né sintatticamente (il primo buon modulo ma non il modulo primo buono)


Nel discorso i suoni vengono disposti in sequenza lineare e si influenzano l'un altro, così come gli elementi morfologici o sintattici: rapporti sintagmatici tra elementi in praesentia. Tutti i suoni (o elementi morfologici o sintattici) che possono ire in uno stesso contesto) hanno un rapporto paradigmatico o in absentia. Esempi: in stolto fra la s e la t c'è un rapporto sintagmatico (s sorta perché c'è la t sorda); in stolto e sport fra la p e la t c'è un rapporto paradigmatico (sostituibili, entrambe occlusive). Oppure: in "questo mio amico" fra le o c'è un rapporto sintagmatico; in "questo mio amico" e "questa mia amica" fra le o e le a c'è un rapporto paradigmatico. Oppure: questo libro, quel libro, il libro; questo, quel e il hanno un rapporto paradigmatico, ma mio ha un rapporto sintagmatico con tutti e tre. Oppure: il paradigma di rosa,ae in latino è l'insieme delle desinenza sostituibili ma non contemporanee.

Esistono studi diacronici a sincronici, considerando il tempo o no; un fenomeno diacronico è un cambiamento nel tempo e uno sincronico un rapporto fra elementi simultanei.

Il segno è l'unione fra significante e significato: il libro è sia la parola che il concetto.

Il segno è l'unione arbitraria fra significante e significato e ha varie proprietà:

distintività; "notte" diverso da "botte" e "nozze"

linearità; fa parte di una successione e "al" è diverso da "la" come "lui ama lei" da "lei ama lui"

arbitrarietà; non esistono leggi per associare il significante al significato (apparte qualche parola onomatopeica).

I segni sono sia linguistici che non; i secondi però ad esempio non hanno linearità (divieto d'accesso); i segni linguistici li studia la linguistica, i non linguistici la semiologia o semiotica.


Le componenti per un atto comunicativo e le loro funzioni sono:

1) parlante (funzione emotiva)

2) referente (funzione referenziale)

6) ascoltatore (funzione conativa)

3) messaggio (funzione poetica)

4) canale (funzione fàtica)

5) codice (funzione metalinguistica)

1) La funziona emotiva vuole esprimere uno stato d'animo; sto male

2) la funzione referenziale vuole informare e comunicare in modo neutro; il treno parte alle 6

3) la funzione poetica vuole costringere l'ascoltatore a porsi domande sul messaggio; m'illumino d'immenso

4) la funzione fàtica vuole controllare se il canale è aperto e funziona; mi senti?

5) la funzione metalinguistica vuole parlare del codice stesso; l'infinito di do è dare

6) la funzione conativa vuole dare ordini all'ascoltatore; vai a dritto.


In Italia si parla un italiano detto standard e molti dialetti (sistemi linguistici a tutti gli effetti); in realtà c'è una via di mezzo, l'italiano regionale (con la pronuncia regionale); in realtà ogni lingua è molto più stratificata, ad esempio:

italiano scritto; italiano parlato formale; italiano parlato informale; italiano regionale; dialetto di koinè (della regione); dialetto del capoluogo di provincia; dialetto locale.

In uno stesso luogo posso esserci vari registri linguistici da alternare (code switching).


Pregiudizi da abbattere: non ci sono lingue primitive/sviluppate, logiche/illogiche, belle/brutte facili/difficili.


Cos'è la lingua? solitamente ci riferiamo al parlato, perché lo scritto è più controllato e anche perché esiste prima il parlato e poi lo scritto. Ad esempio il somalo è lingua principalmente parlata ed ha iniziato ad essere scritta solo dal 1972.


Si parla di lingua a due livelli: di astrazione e concretezza.

La lingua ha un livello astratto: per Saussure è la langue, per Jakobsson il codice e per Chomsky la competenza. La parte concreta è l'esecuzione materiale, per Saussure parole, per Jakobsson messaggio e per Chomsky esecuzione.

A livello astratto è l'insieme di regole cui si obbedisce eseguendo la lingua; il livello concreto è l'atto di esecuzione.

La fonetica è lo studio del suono; la morfologia lo studio della forma; la sintassi lo studio delle frasi.

A livello fonetico c'è distinzione fra la stessa parola o lettera detta in vari modi. Ad esempio la t può essere pronunciata in molti modi diversi a livello fonetico; "dato" può essere detto in molti modi: la langue è sempre la stessa mentre le realizzazioni, le parole, sono molte e diverse. Tuttavia si sente che la differenza è solo fonetica, mentre fra "dato" e "dado" la differenza è anche semantica anche se la d e la t sono molto vicine, entrambe dentale e con lo stesso punto di articolazione anche se una è sorta e l'altra è sonora.

In fonetica le pronunce e i suoni si scrivono tra [], mentre fra // c'è la langue: la t astratta, la t come opposizione alla d e a tutte le altre lettere ecc.

Langue e codice sono la stessa cosa: la lingua a livello sociale, le conoscenze di una certa comunità. La competenza chomskiana invece è diversa: è comunque astratta, ma individuale e non astratta.

Chomsky ha una filosofia individualista: tutti noi abbiamo degli universali linguistici, per lui la struttura della lingua è una è una cosa dell'uomo, un fatto suo innato, anche se certe competenze sono poi acquisite nella comunità in cui nasci. Il parlante sa la sua lingua un po' per gli universali linguistici e un po' per acquisizione.

La grammatica è l'insieme di conoscenze nella mente, costruita su fattori innati biologicamente ed esperienze acquisite nella comunità linguistica.

Se tutta la lingua fosse innata parleremmo tutti la stessa lingua.

Quando il bambino apprende una lingua è esposto solo a dati (dati linguistici primari), cioè gli enunciati che sente intorno a sé, e non a regole.

Nella lingua è importante la linearità: quando parliamo i nostri elementi sono singoli suoni separati e poi uniti, numerabili e distinguibili anche se sono uno dopo l'altro.

Fra "al" e "la" c'è differenza, perciò la successione è importante per il significato; ecco la linearità, sia a livello di fonetica che di sintassi (gianni vede maria o viceversa).

Sempre per la linearità, quando dico ad esempio la n già mi preparo al suono successivo: perciò la n di "canto" (dentale) è diversa dalla n di "anfora", così come è diversa da quella di "tango" (velare).

Questi sono i cosiddetti rapporti sintagmatici; difficilmente pronunciamo suono isolati, apparte a o e, perciò c'è la linearità che con i rapporti sintagmatici lega gli elementi di una parola o frase fra di loro.

"Mare", "dare" e "fare" sono legate tra loro da un rapporto paradigmatico; i tre elementi iniziali di escludono l'un l'altro. Un altro rapporto paradigmatico potrebbe essere "fare", "andare", "mangiare"; anche loro si escludono l'un l'altro anche se il rapporto paradigmatico è diverso. Il rapporto paradigmatico è quando c'è opposizione. Anche questo è uno dei concetti di Saussare.

Un rapporto sintagmatico è "questo mio amico" o "questa mia amica"; se so che è maschile c'è una regola di congruenza per cui l'italiano fa così. "il libro, un libro,questo libro" è invece un rapporto oparadigmatico perché c'è esclusione:  se è il libro, non è un libro.

Il libro fa una metafora e dice che il rapporto sintagmatico è some la colonna e l'architrave; quello paradigmatico è come la colonna dorica, ionica e corinzia.

Saussure è stato il primo a pensare a una descrizione della lingua per descrivere scientificamente come funziona essa, e non per insegnarla, pensandola in generale e non come singoli dati. Espose queste sue teoria ad un suo corso all'Università di Ginevra, poi i suoi allievi riscrissero gli appunti e li pubblicarono dopo la sua morte.

Prima si era sempre pensato ad una grammatica normativa e non a capire come funzionano le lingue in generale.

Un altro concetto di Saussure è che lo studio può essere diacronico o sincronico: diacronico, dal greco "attraverso il tempo", ovvero lungo l'asse del tempo e quindi studiare un fenomeno risalendo indietro e vedendone le origini; sincronico, quando studio tutte le varie differenze nel mondo in quel momento.


Una parola ed una frase sono entrambe un segno.

Le proprietà del segno sono: la distintività, ognuno si distingue dall'altro; la linearità, conta la successione temporale e spaziale, al non è la; l'arbitrarietà, o meglio la non motivazione, perché non esistono leggi per cui un oggetto lo chiamo libro, un altro sedia ecc. e un inglese dice book e chair ecc.

Una lingua ha vari livelli linguistici: ad esempio l'italiano scritto, l'italiano parlato formale, quello informale, quello regionale, il dialetto ecc.

Esistono poi i registri linguistici: colloquiale, informale ecc.





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