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ARTICO E ANTARTICO

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ARTICO E ANTARTICO




Quando già, almeno a grandi linee, era stata raggiunta ed esplorata la quasi totalità delle terre emerse, cioè alla fine del XVIII secolo, restava da risolvere, da un punto di vista geografico, il problema della consistenza e della conformazione delle terre polari. Su quelle dell'emisfero settentrionale si erano raccolte le prime informazioni tra la fine del XVI secolo e nei primi anni del secolo successivo, in seguito alla ricerca dei passaggi di Nord-Ovest (ossia a nord del continente americano) e di Nord-Est (ossia a nord del continente euroasiatico) tra l'Oceano Atlantico e l'Oceano Pacifico. Per quanto riguarda l'emisfero meridionale, invece, solo alla fine del XVIII secolo James Cook, spingendosi fino a 71 gradi di latitudine sud, aveva potuto intravvedere le progini settentrionali dell'Antartide.



Di tutti i tentativi di raggiungere il Polo Nord compiuti nel secolo scorso, il più attentamente preparato fu quello dello scienziato ed esploratore norvegese Fridtjof Nansen (1861-l930) che, sulla base delle proprie esperienze e di quelle dei suoi predecessori, si era reso conto dell'esistenza di un moto di deriva che, sia pure con irregolarità, soste e temporanee inversioni, spostava le masse di acqua marina dalle coste siberiane verso settentrione. Progettò di farsi imprigionare e trasportare dai ghiacci alla deriva fino alla calotta polare.

Ottenuti i fondi necessari per l'impresa si fece costruire una nave del tutto particolare, la Fram, adatta a quel tipo di esperimento. Ci voleva infatti una nave non sottile di carena, ma a sezione larga e quasi arrotondata, in modo che quando la pressione dei ghiacci avesse agito sulla nave questa potesse sfuggire ad essa, sollevandosi sulla massa premente. Il 25 settembre 1893 Nansen, a bordo della Fram, si faceva imprigionare dai ghiacci nella zona della Nuova Siberia; tuttavia il moto di deriva si mostrò assai più irregolare del previsto, al punto che gli esploratori dovettero passare in viaggio ben due inverni. Fra l'altro quando giunse a 84 gradi di latitudine nord la Fram prese a dirigersi verso occidente, togliendo così automaticamente ogni speranza di poter raggiungere prima o poi il Polo.

A questo punto Nansen, insieme col suo comandante in seconda, abbandonò la nave e con le sole slitte trainate dai cani e con provviste sufficienti per tre mesi si avventurò nella grande distesa ghiacciata, giungendo fino a 86 gradi 12 primi, da dove, però, resosi conto che era praticamente impossibile raggiungere la meta prefissata, decise di puntare verso l'arcipelago di Francesco Giuseppe, dove arrivò il 18 giugno 1896: tre mesi più tardi ritornava in Norvegia, dove, pochi giorni dopo, giungeva, proveniente dalle Spitzbergen, anche la Fram.

L'anno successivo al ritorno del Nansen, nel 1897, Robert Edwin Peary fondava la «Società Artica Peary», che rese finalmente possibile, fra il 1908 e il 1909, il raggiungimento del Polo. Parallelamente si acquistava la certezza che tutta la calotta polare, fino agli arcipelaghi che fronteggiano l'America e l'Europa, era occupata da un profondo oceano. Al suo ritorno il Peary ebbe la sorpresa di apprendere che un altro statunitense, già suo comno di spedizione, Albert Fredrick Cook, aveva annunciato di aver raggiunto il Polo Nord il 21 aprile 1908: ne sorse una controversia, non ancora del tutto sopita, durante la quale i due furono alternativamente tacciati di falso.

Per quanto riguarda il Polo Sud, a parte i risultati già ottenuti nel corso del primo ventennio del XIX secolo soprattutto dai balenieri che si avventurarono in ogni direzione, una vera e sistematica esplorazione dell'Antartide con intenti di carattere scientifico iniziò solo poco più di un secolo fa. Ci riferiamo soprattutto ai viaggi di James Ross, che nel 1841 si spinse fino a 78 gradi 9 primi di latitudine Sud e scoprì una vera catena montuosa, i Monti dell'Ammiragliato, comprendente pure un vulcano in attività, l'Erebus.

Maggiori risultati furono ottenuti dai componenti della Discovery, partita nel 1902 al comando di Robert Falcon Scott: arrivato fino al monte Erebus, lo Scott si spinse assieme a due comni, con slitte, fino ai piedi del monte Markham, alto più di 4500 metri, ad una latitudine di 82 gradi 17 primi.

Il Polo Sud fu infine raggiunto nel 1911 dal norvegese Roald Engelbert Amundsen (1872-l928). Amundsen fu uno dei personaggi più significativi nella storia delle esplorazioni polari, specialmente per la capacità che dimostrò in ogni circostanza di organizzare fin nei minimi dettagli spedizioni che si presentavano particolarmente difficili. Ad esempio, prima di affrontare le sua impresa più prestigiosa, aveva vissuto per anni tra gli Eschimesi e i Lapponi, per studiare i loro modi di vestirsi e di nutrirsi e ogni altra tecnica utile alla sopravvivenza in quei climi. Trascorse l'inverno tra il 1910 e il 1911 a preparare con cura meticolosa la parte finale della spedizione, studiando sistematicamente il percorso e creando numerosi depositi di viveri tra gli 80 e gli 82 gradi di latitudine; il 20 ottobre 1911 si pose in marcia assieme a quattro comni e ad altrettante slitte trainate da cani, e giunse alla meta il 14 dicembre. Un mese più tardi, il 18 gennaio 1912, vi giungeva pure la spedizione comandata dallo Scott, partita da Londra il primo giugno 1910, senza aver avuto notizia del tentativo in corso da parte di Amundsen: i suoi componenti trovarono la morte sulla strada del ritorno.




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