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La storia delle spezie e delle erbe aromatiche



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La storia delle spezie e delle erbe aromatiche



Indice:


La storia delle spezie e delle erbe aromatiche

Schede tecniche:

Chiodi di garofano

Cannella

Salvia

Basilico

Cipolla

Rosmarino

Alloro

Origano

Menta



La storia delle spezie e delle erbe aromatiche


La parola 'Spezia', risale al XII secolo; deriva dal latino 'species', parola che definiva prodotti alimentari come il grano, l'orzo, la farina. Le Erbe, in effetti, si distinguevano da questi e si caratterizzavano per il profumo particolare (tanto che si pensava fossero dotate di poteri magici):  furono, quindi, chiamate 'aromatica'.




Messaggere delle divinità per gli egiziani


Le Erbe aromatiche e le Spezie erano utilizzate dagli egiziani per imbalsamare i corpi dei defunti, e contribuivano a conservare l'aspetto carnale nella vita ultraterrena; si affermava che i loro profumi trasportassero i messaggi spirituali tra uomini e le divinità.

A causa del gran consumo, fu necessario organizzare le prime spedizioni per assicurarsi l'approvvigionamento della merce, considerata preziosissima: la regina di Saba, che si recò in visita da Salomone, a Gerusalemme, ' . . . .Fece dono di 120 misure d'oro, una gran quantità di Spezie, erbe aromatiche e pietre preziose'.


I più grandi commercianti dell'antichità: i fenici


I migliori uomini d'affari nel commercio delle Spezie erano i fenici, tanto che dalla fine del XVI secolo a.C., il prezioso bene era chiamato 'merce fenicia'.

Pare che gli esperti intermediari, che vendevano la merce tanto ai re quanto ai faraoni, fossero stati i primi a cercare altre mete per gli approvvigionamenti, e a dirigersi verso le Indie.

L'alone del mistero che circondava le Spezie si protrasse a lungo, nonostante la grand'epopea conquistatrice d'Alessandro Magno, che, nel IV secolo a.C., svelò una parte dell'enigmatico, magico, talvolta malefico Estremo Oriente, dove, come scrisse Erodoto, 'la Cannella cresce nei laghi profondi, ed è attorniata da animali volanti'.


L'Impero Romano


L'Impero Romano, i confini del quale si estesero progressivamente da una parte all'altra del Mediterraneo, non poteva ignorare l'attrattiva di queste Spezie invitanti; anche Cleopatra si serviva di una gastronomia 'calda' per sedurre Cesare, e lo zafferano cosparse tutte le vie di Roma per accogliere Nerone.

Il possesso della Spezia procurava, a colui che la utilizzava, la fama di lussurioso. Tra i più ricchi, gli eccessi alimentari erano caratterizzati esclusivamente dalla varietà delle piante aromatiche utilizzate, mentre il dosaggio restava nei limiti di una gastronomia equilibrata.

Il Pepe era onnipresente, e occupava il posto d'onore nelle feste, come ci racconta Marziale:  'Quel cinghiale era steso, senza vita. Possano le mie divinità ingrassare gioiosamente con il vapore del suo brodo! Disboscate pure per accendere il fuoco della mia cucina in festa! E' vero, il mio cuoco spargerà molto Pepe, che ho segretamente nascosto per quest'occasione!'


Le Spezie e le Erbe aromatiche giocarono, da quel momento, un ruolo fondamentale nelle dispute per il potere; pensiamo alla rivalità tra Bisanzio e la Persia, che interessò l'area del Mediterraneo orientale a partire dal IV secolo a.C.

Nel V secolo, il profeta Maometto, cercò di trarre il massimo profitto dal commercio con le aree circostanti dove le Spezie avevano un'importanza fondamentale, per diffondere anche il suo messaggio.
Il commercio d'Erbe aromatiche e Spezie, infatti, favoriva quello d'altri beni; esse rendevano piacevole la gastronomia, e facevano parte della farmacopea araba.



Le Spezie nel Medioevo

A partire dal X secolo, le Crociate fecero riscoprire il mondo delle Spezie, che, ancora una volta, diventarono oggetto ostentato di ricchezza tra i potenti e i ricchi dell'Europa intera.
Le ricchezze d'Oriente arrivavano attraverso il Mar Mediterraneo, grazie ai navigatori veneziani, genovesi e pisani, che sbarcavano a Marsiglia o a Aigues-Mortes, superavano le Alpi, e vendevano le Spezie nelle fiere di Lione; proseguivano fino alla Chamne, centro d'affari dell'Europa del Nord, e vendevano il resto.

Il porto di Marsiglia permise alle città marinare italiane, e in particolare ai veneziani, di trarre il maggior profitto dal monopolio, diviso con i fornitori arabi, del commercio delle merci preziose provenienti da Alessandria d'Egitto.



Le Spezie più vendute erano:  Pepe nero, Pepe di Sumatra, Zenzero, Chiodi di Garofano, Cannella, Noce moscata, Galanga; certe erano così importanti, da costituire moneta di scambio. E' il caso del Pepe, sempre preziosissimo e ricercato.

Era il periodo di gran successo per i vini italiani e snoli:  anche questi erano aromatizzati con Erbe e Spezie.

Nei processi giudiziari, a titolo di gentilezza, gli imputati regalavano al giudice le cosiddette 'Spezie da camera' e, anticipando l'invenzione delle caramelle, alcune Spezie, ricoperte di miele, erano offerte come digestivo o come ghiottoneria.

Verso la fine del Medioevo, l'utilizzo alimentare e quello medicinale delle erbe aromatiche e delle Spezie si confuse. Speziali e farmacisti si riunirono nella stessa corporazione per un lungo periodo di tempo.


Cristoforo Colombo alla ricerca di oro e di Spezie


Come per ogni scoperta, la rotta marittima verso sud, alla ricerca delle Spezie, non era frutto del caso. Cristoforo Colombo era partito verso ovest, convinto di arrivare direttamente nelle Indie, ricchissime delle preziose merci.

Per soddisfare i desideri di conquista delle potenze marittime dell'Europa meridionale, la Sna e il Portogallo stipularono il Trattato di Tordesillas, nel 1494, che prevedeva la divisione delle successive conquiste marittime nei due mondi.

Il controllo del commercio delle Spezie e del loro approvvigionamento, era un obiettivo primario, in quel periodo, per le potenze portoghese e snola, che cercavano in tal modo di eliminare il monopolio degli arabi e dei veneziani nell'area mediterranea.

Vasco de Gama raggiunse il Capo di Buona Speranza nel 1497, e sbarcò in India nel 1498. Da allora, e per i tre secoli successivi, olandesi e inglesi si alternarono nelle rotte commerciali; conquistarono i territori e fondarono parte delle loro ricchezze coloniali.


Il valore economico dei prodotti diminuì con l'aumento dei terreni coltivati.

Gli olandesi proteggevano accanitamente l'accesso alle isole Molucche, per paura che qualcuno potesse esportare le piante produttrici dei Chiodi di Garofano o di Noce moscata, e rovinare, in tal modo, il monopolio. Il furto, era punito con la morte.

Pierre Poivre, botanico francese del XVII secolo, fu uno dei principali artigiani di questo declino. Dopo diversi tentativi infruttuosi, riuscì a sottrarre alcune piante di Pepe e di Noce moscata, e le piantò nell'isola Maurizio.

Questo episodio, successivamente, provocò la dispersione dei luoghi di produzione negli imperi coloniali olandesi, inglesi, e francesi.

Anche il caffè, il cacao e molte altre piante furono coltivati altrove.

Da allora l'attrazione e la curiosità nei confronti di questi prodotti affascinanti non ha mai avuto fine. All'inizio del secolo, grazie agli imperi coloniali, si sviluppò l'interesse per la gastronomia esotica;

oggi, la mondializzazione degli scambi ha portato ad una maggiore mobilità delle popolazioni, che diffondono le proprie abitudini culinarie.

Le Spezie, per i grandi chef occidentali, sono sinonimo di una certa apertura, culturale e moderna. Essi, giocano sulla variazione di aromi e sapori, che si fondano semplicemente su prodotti naturali di qualità.

Finché l'uomo saprà servirsi della sua immaginazione per soddisfare la ricerca dell'ignoto e quella di nuovi piaceri, la storia delle Spezie non avrà mai fine.








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