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La tematica de Il Viaggio

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La tematica de Il Viaggio


Ne "I Promessi Sposi " di Alessandro Manzoni, il protagonista Renzo, compie un lungo viaggio: la sua partenza è apparentemente obbligata, sembra un capriccio di un signorotto di provincia, ma in realtà l'addio al nido è un elemento costitutivo fondamentale per l'evoluzione del personaggio. "Renzo era un giovane pacifico e alieno dal sangue, un giovane schietto e nemico di ogni insidia; ma in quei momenti il suo cuore non batteva che per l'omicidio"(modulo I). Renzo era un buon giovine, ma secondo la concezione Manzoniana, avrebbe dovuto anche diventare un buon cristiano: in principio fraintende il vero significato di "giustizia"; deluso dalle istituzioni e dalle leggi(grida), il giovane esuberante pensa ad una vendetta personale. Soltanto attraverso un lungo percorso riuscirà a comprendere che la sola e vera giustizia è quella divina di cui gli uomini no0n possono comprendere né i modi, né i tempi. Per questo motivo alla fine del romanzo perdonerà la causa del suo mancato matrimonio(Don Rodrigo) senza il quale non avrebbe potuto formare una famiglia; egli deve adempiere appieno ai principi etici- religiosi per diventare un buon cristiano. Renzo d'altronde, dopo aver abbandonato il proprio paese e recatosi a Milano, si trova perso equivocando tutto ciò che accade: così prima dell'arrivo in città trova pani e farina sparsa per terra immaginando che siano segni di abbondanza esclama" Che sia il paese di cuccagna questo?". Privo di strumento adatti alla comprensione della situazione, Renzo si schiera dalla parte della folla, accusando i fornai di nascondere il pane. La calca che inizialmente lo aveva ingannato, lo aiuta invece quando l'oste della Luna Piena lo accusa di essere un cospiratore e iniziatore dei tumulti di S.Martino: ammanettato, viene riportato sulla strada dove il giorno prima aveva avuto luogo la sollevazione. Da giovane astuto si mescola nella folla e scappa: questa esperienza lo aiuta a maturare e lo mette in contatto con la realtà. Conosce così il vero mondo che lo circonda, non solo fatto di un capriccio di un signorotto o della temerarietà di un curato, ma uscendo dal nido, un luogo protetto, viene immediatamente a contatto con la brutale natura umana. L'unica istituzione socialmente integra che può tenere insieme i principi etici- religiosi è la famiglia che Renzo formerà con Lucia al termine del proprio percorso formativo. La famiglia è uno dei temi cardini de "I Malavoglia": per la sua unità e organicità viene descritta inizialmente come un pugno, ma a seguito "delle prime irrequietudini pel benessere", il pugno si sfalda. Inizialmente il carico di lupini , che avrebbe potuto fare dei Malavoglia dei piccoli proprietari, naufraga insieme a Bastianazzo. La partenza di 'Ntoni per Napoli a causa della leva obbligatoria , è fatale: il ragazzo viene a contatto con una realtà completamente differente. Egli non vuole continuare a lavorare con il nonno per sopravvivere, ma vuole arricchirsi: non vuole più vivere in quel paese di pescatori lontano dalla situazione Europea, in cui ogni è sempre oil medesimo, in cui vi sono dei pezzentelli che cresceranno meglio del loro babbo per dare origine ad altri pezzentelli . 'Ntoni compie anch'egli un lungo percorso formativo: uscendo da Aci viene a contatto a Napoli con una situazione completamente diversa. Trovandosi in una grande città , così come Renzo, non avendo gli strumenti conoscitivi opportuni fraintende tutto: ritiene che in città arricchire senza lavorare. E' il sogno di tutti, ma provenendo da un piccolo villaggio in cui la fatica del lavoro era incentrata solamente per la sopravvivenza, egli non comprende il vero andamento della grande città. Ritornato ad Aci , 'Ntoni pensa sempre a Napoli e come rifiuto di tutto ciò che lo circonda, non lavora se non spinto dal nonno e bighellona tutto il giorno con Rocco Spatu. 'Ntoni "era stanco di quella vitaccia e voleva andarsene a far fortuna come gli altri": "si metteva sull'uscio con le spalle al muro a guardare la gente che passava". Pensava al suo futuro lontano da Aci in un luogo dove avrebbe potuto trovare quel benessere che aveva tanto cercato. 'Ntoni non vuol " più farla questa vita, vuole cambiare stato" vuole diventare ricco. Questo suo desiderio di fuoriuscita da quel mondo mitico viene realizzato inizialmente con la partenza per Catania e poi infine con il definitivo esilio al termine del romanzo. " Ora che so ogni cosa devo andarmene": egli ha compreso i veri valori di Aci Trezza, quelli della famiglia tanto è vero che non riuscirà a passare da una stanza all'altra senza la spinta del fratello Alessi e del lavoro. Riconoscendo i reali valori di Aci ammette anche che egli non può adempierli: l'unica soluzione per lui è l'allontanamento, ormai egli è estraneo al paese" la piazza oscura e deserta, tutti gli usci chiusi" persino " il cane gli abbaiava dietro" e "il mare gli brontolava lì sotto". 'Ntoni è ritenuto comunque un vinto, un fallito poiché non è riuscito ad adattarsi ai valori siciliani, ma si è accorto "che non si sta bene e che si potrebbe star meglio". Già nell'antichità gli scrittori latini avevano composto dei"romanzi di formazione" anche se il romanzo vero e proprio non esisteva come genere letterario, ma aveva le sue radici nella fabula Milesia. Uno dei primi romanzi è quello di Petronio: il Satyricon. L'autore descrive per mezzo di un personaggio interno alla vicenda, Encolpio, la realtà che lo circonda così come avviene("i fatti nudi e schietti")senza nessun tipo di giudizio morale, il così detto realismo Petroniano. Enocolpio assieme a Gitone e ad Ascilto si dirigono in una città della magna Grecia nel sud d'Italia. Compiono diversi viaggi, ma questi non portano a nessuna ricerca dell'io: non c'è alcuna evoluzione dei personaggi, non subiscono alcun mutamento all'interno del romanzo. Viene fotografata la realtà all'epoca dell'impero Neroniano, un mondo privo di orientamento: i viaggi non hanno alcun obiettivo, non sono lineari. Le varie esperienze che i personaggi compiono non mirano ad un miglioramento si accumulano una sulle altre, portando ad una grande confusione. In nessun personaggio c'è una certa evoluzione, nemmeno nella ura di Trimalchione: un liberto venuto dal nulla e arricchitosi, ostenterà le proprie ricchezze. Quest'idea di staticità in questo personaggio è dato dalla propria cultura: egli nei banchetti che indice utilizza sempre delle citazioni distorte di letterati e filosofi. Come ostenta la propria ricchezza, così come con la propria cultura: questo elemento lo distingue, imprimendo in lui le sue origini di liberto. Si tratta di una cultura molto superficiale, basata sulla mitologia e sui poemi epici, lontani dalla realtà vigente( ricorda alcune favole presenti all'interno dell'Odissea): il "carpe diem" Oraziano viene interpretato come un godimento materiale( l'abbuffarsi di cibo e l'ubriacarsi di vino) senza alcuna "aureas mediocritas". Petronio delinea quindi il decadimento della cultura in una società( dalla corte di Nerone)in cui è impossibile realizzare un cambiamento, un progresso. Apuleio descrive invece le vicende di Lucio nelle "Metamorfosi"che trova diverse stesure in diversi autori latini: si ritiene che la versione di Apuleio sia un adattamento di un poeta Bizantino, Lucio di Patre. Nelle "Metamorfosi" così come nel "Satyricon", lo stile viene adattato in base alla materia narrata: ogni singolo personaggio presenta un proprio codice, una propria peculiarità, delle mezze tinte. Lucio, il protagonista prova qualsiasi tipo di esperienza perché spinto dalla curiositas. Egli presenta, come ogni uomo, dei limiti: infatti dopo la sua trasformazione in asino , ad opera di una giovane servetta, il ritorno ad essere umano è solo possibile grazie all'intervento della Dea Iside che gli porge un mantello in cui è rappresentata la volta celeste. Si ha quindi una riappacificazione con gli Dei, ma allo stesso tempo un unione con l'intera natura, l'unico elemento che può portare alla conoscenza dell'intero universo. Un altro esempio di dissidio tra uomo- Dio è quello della favola di Amore e Psiche: la giovane ragazza oltrepassa i propri limiti entro i quali l'uomo può conoscere(avere guardato Amore in volto), la sua riappacificazione è solo possibile grazie all'intervento di Venere e Giove. Tramite quest'esperienza di Lucio viene messo di fronte alla realtà e allo stesso tempo lo porta alla verità: questo lungo processo che deve portare alla comprensione mistico- filosofica della realtà è giustificata dalla conoscenza delle arti magiche da parte dell'autore. Quest'ultimo, come Petronio, non critica il mondo a lui contemporaneo, ma descrive le diverse peripezie di Lucio per il gusto di raccontare. Lucio affronta diverse situazioni che talvolta risultano erate: proprio da queste Lucio cerca di imparare per compiere un progresso, una trasformazione.






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