RIASSUNTO SULL’ARTICOLO DI UMBERTO ECO “ GUERRA
SANTA, PASSIONE E RAGIONE”
L’articolo di Umberto Eco, in risposta a
quello di Oriana Fallaci sulla situazione di conflitto di questi giorni, tratta
di passioni e ragioni della guerra santa. In esso sono argomentate tematiche
molto ampie e si analizza la situazione attuale in maniera molto dettagliata,
ampliando dove serve il discorso con collegamenti e approfondimenti
cronologici, semantici e sociologici. Tale articolo inizia con il riferimento
alla dichiarazione di Berlusconi riguardo la superiorità della civiltà
occidentale su quella orientale: con esso Eco vuol indicare quanto una
persona, esprimendo la propria idea, possa creare scompiglio. Ma “il mondo
è pieno di gente che crede a cose ingiuste e sbagliate, incluso un
signore che si chiama Bin Laden”:
l’autore si preoccupa di come affermazioni del genere possano influenzare i
giovani, portando a confusione, soprattutto sulle radici di ognuno e sulle
differenze che ognuno ha dentro di se. Il problema è capire se tali
differenze sono bene o sono male, e come conoscere i parametri di giudizio: Eco
indica come via migliore per tale analisi quella del confronto, della non
generalizzazione, in quanto ognuno ha idee divergenti dagli altri, bisogna
saper illustrare le proprie convinzioni ed essere pronti a cambiarle se
ritenute errate. Dei parametri,
questo serve e questo dobbiamo imparare dall’antropologia, dare dei parametri
per delineare se una cosa è superiore o no ad un’altra, essendo il
più obiettivi possibile, sebbene l’obiettività dipenda da
numerosi fattori. Ma neanche questo basta, bisogna andare oltre l’antropologia,
definendo cosa noi possiamo ritenere paramento tollerabile e non, senza
guardare al passato, ma rivolgendosi al presente e specchiandoci nel futuro.
Questo è una delle questioni che la scuola dovrebbe affrontare secondo
Eco. Tutto bene fin quando ognuno è a casa propria, ma cosa succede
quando ci si sposta in altri paesi? Cosa tolleriamo noi quando ospitiamo
stranieri, o meglio diversi? E di cosa necessitiamo quando siamo noi a
muoversi? Permettiamo estremismi e fondamentalismi?
Parametri, giudizi, obiettività,
diversità, rispetto . tutto non sempre possibile da combinare, nemmeno
per i politici: e questo è un limite, cosa di cui la società
è piena, ma almeno ne è consapevole, e questo è già
un passo avanti. Bisogna comunque mettersi in moto e in alcune parti del mondo
ciò è già successo, come all’Academie
universelle des cultures: qui si sono stabilite delle priorità per
fare dei passi avanti. Una fra queste inizia proprio dagli albori, ovvero dai
bambini, la società del futuro: con essi è necessario affrontare
la verità sin dall’inizio, con tatto ma dall’inizio, in ogni campo,
soprattutto in quello delle diversità, facendole vedere come ricchezze
per tutti noi.
Concludendo: « Il parametro della
tolleranza della diversità è certamente uno dei più forti
e dei meno discutibili, e noi giudichiamo matura la nostra cultura perché sa
tollerare la diversità, e barbari quegli stessi appartenenti alla nostra
cultura che non la tollerano».