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TEMA DI ARGOMENTO STORICO

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TEMA DI ARGOMENTO STORICO


- Quando un uomo di normale cultura pensa alla Rivoluzione Francese, ciò che gli torna almemoria - I processi di memorizzazione dall'acquisizione al richiamo - Studi comparati" class="text">la memoria sono specialmente gli avvenimenti del 1789, ma, in modo particolare, la Repubblica giacobina dell'anno II - (E. J. Hobsbawm)

ricostruisci il contesto generale entro il quale si passò dal governo del comitato di salute pubblica alla dittatura personale di Robespierre, spiegando il significato politico e le ragioni della caduta di quest'ultimo a seguito del colpo di stato del 9 termidoro dell'anno III.





Innanzi tutto dobbiamo ricordare come il "Comitato di Salute pubblica" (aprile '93) fosse nato, sotto il comando di Danton e di Delacroix, per vigilare sugli organi istituzionali della rivoluzione, ed inoltre dobbiamo ricordare com'esso fu istituito sotto un governo girondino, lo stesso governo d'estrazione borghese, e quindi liberale, che permise al Comitato di istituire già allora un maximum. Ciò è indice del fatto che vi era una piena consapevolezza nella Francia rivoluzionata dell'estrema pericolosità in cui versava il paese, sottoposto all'embargo non solo economico, ma anche "politico".

Dunque in questa situazione non vi era spazio a quegli ideali rivoluzionari di libertà che trovarono corpo nella costituzione del '93, non a caso mai entrata in vigore. Mai entrata in vigore perché successivamente ad essa, con l'entrata di Robespierre nel nuovo Comitato di Salute pubblica, quest'ultimo divenne a tutti gli effetti un organo esecutivo, estromettendo gli altri montagnardi a favore dei giacobini, ed instaurando l'epoca del "terrore". In effetti ciò di cui aveva bisogno la Francia, in quel momento gravata da importanti problemi, d'altronde segnalati dalle rivolte scoppiate un  po' dappertutto (vedi la Borgogna o la Vandea), era credere nella rivoluzione, e credere che essa fosse da portare avanti a tutti i costi. Ecco allora intervenire nuovi valori da sostituirsi ai vecchi, la dea Ragione sostituire il Dio cristiano, e l'imposizione di un nuovo calendario. Tutto ciò in un clima ad esser eufemistici pesantissimo, con Robespierre che imperversava ormai in una sorta di dittatura personale. La crisi economica e la presenza incombente alle frontiere dell'Austria rendeva necessaria una politica che non poteva badare troppo al sottile, di qui il varo della legge dei sospetti (8 settembre 1793) , la reiterata imposizione del maximum, e la leva di massa; e d'altronde queste "riforme" ebbero i loro effetti, consegnando alla Francia tranquillità economica e militare (vittoria di Fleurus nel giugno del '94).

Dunque che la rivoluzione si spostasse dall'asse borghese a quello proletario? La politica economica, ad esempio, potrebbe far pensare che la suddetta affermazione possa essere veritiera, ma non dobbiamo dimenticare che lo stesso Robespierre era di estrazione borghese, e che effettivamente il partito meglio organizzato era quello girondino. In effetti l'interpretazione più plausibile sembra essere quella di una sorta di necessità del terrore ai fini della conservazione della rivoluzione; e le esecuzioni di massa, se da un lato sembrarono ingiustificate, dall'altro garantirono sicurezza alle "istituzioni" rivoluzionarie nel loro portare a termine il processo rivoluzionario.

Il terrore dunque consegnò alla Francia, com'è già stato detto, sicurezza economica e politica, introducendola alla successiva stabilizzazione "borghese" che portò all'esecuzione di Robespierre (27 Luglio 1794), divenuto il simbolo di un'epoca di passaggio, e come tale non più necessaria. Evidentemente, con il senno di poi, può essere ipotizzabile che i girondini, utilizzando la "furia" giacobina per eliminare i residui dell'ancien regime, arrivati al loro scopo, sentirono il bisogno di ricondurre il paese nella normalità, nel benessere economico, e cioè sentirono il bisogno di ricreare quella base politico - sociale necessaria all'attuazione, da parte della borghesia, del proprio piano economico liberale. In effetti l'immediata abolizione del calmiere fu spia di una politica volta a favorire la classe che sarebbe divenuta fondamentale alla gestione del paese.

Dunque è ben affermabile che la Rivoluzione non fu mai una rivoluzione proletaria, in quanto mai la Francia godette nel '700 di una reale classe proletaria, bensì sapientemente gestita da quella classe sociale che diede poi origine al capitalismo.





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