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ELEMENTI COSTRUTTIVI NELL'ARCHITETTURA



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ELEMENTI COSTRUTTIVI NELL'ARCHITETTURA


- Il sistema trilitico:

Apparve nel corso del III millennio a.C. esso è un sistema strutturale semplice, costituito da tre elementi: due piedritti verticali (strutture portanti) e un una architrave sorretta da questi (struttura portata). Esso si basa sul principio della trasmissione dei pesi verticali (architrave) su sostegni (piedritti). È molto importante che ci sia un rapporto tra ampiezza e peso tra l'architrave e i due piedritti. L'esempio più antico di sistema trilitico è quello del Dolmen preistorico e protostorico, costituito da due blocchi di pietra infissi nel terreno, sui quali è appoggiato un lastrone orizzontale che funge da architrave. Esso fu utilizzato dal III al I millennio a.C. in Europa, e aveva una funzione sepolcrale. Fin dal III millennio fu utilizzato nei templi e negli edifici funerari, con costruzioni megalitiche: il menhir (costituito da una grande pietra conficcata nel terreno), il dolmen (vedi sopra) e i cromlech (un insieme di menhir e dolmen). Il sistema trilitico nelle civiltà antiche:

In Egitto: le colonne si pietra avevano una funzione decorativa solo successivamente ebbero funzione di sostegno. Nel regno egizi il sistema trilitico fu utilizzato largamente.



In Mespopotamia: la struttura trilitica non fu utilizzata in maniera sistematica, ad essa era preferito lo sviluppo di grandi superfici murarie.

A Micene: qui si svilupparono le grandi città fortificate e il sistema costruttivo miceneo è legato maggiormente alla falsa volta. Fu utilizzato però il sistema t. con funzione simbolico-espressiva.

In Grecia: l'architettura greca usò quasi esclusivamente il sistema trilitico architravato sia nei templi che nelle stoà. L'architettura greca si caratterizza per lo studio rigoroso del rapporto di misura tra le parti costruttive.

A Roma: l'architettura romana, durante l'età repubblicana, sostituì il sistema t. con sistemi di muratura continua, interrotti da archi, volte e false cupole. Il sistema t. ebbe una funzione decorativa. Nell'età imperiale, con i principi architettonici Greci, i romani lo affiancarono al sistema costruttivo ad arcate a tutto sesto.

- La tholos:

Tholos significa falsa cupola. L'uso della tholos fu essenzialmente funerario (dal II millennio a.C.), religioso e civile. La copertura a pseudocupola, che lo caratterizza, è formata da blocchi di pietre sovrapposti in cerchi concentrici di diametro decrescente.

- L'Arco:

Il sistema di apertura ad arco rappresenta un evoluzione del sistema trilitico. È sorto in età antichissima intorno al 3500 a.C. (in Egitto). Il suo utilizzo è stato maggiore in mesopotamia e nel Vicino Oriente, nonché in Italia con gli Etruschi. L'arco nasce dall'esigenza di fare un'apertura nel muro. I romani lo utilizzarono (per la sua maggiore elasticità) per primi in modo sistematico e diffuso, affiancandolo a volta e cupola. A Roma era costituito da due pilastri che sorreggevano delle pietre al centro delle quali c'era una chiave di volta, grazie alla quale tutte le pietre erano solidamente incastrate. Nell'architettura greca c'era un rigido studio del rapporto di misura tra le parti (ampiezza colonne à 1/3 ampiezza arco ecc . ).

- Mattone, tecnica costruttiva:

Il mattone è ottenuto per cottura in fornaci o, più raramente, per essiccazione naturale dell'impasto di acqua e argilla (risalente a Mesopotamia e Egitto, cotti al sole). Già dal 3000 a.C. i mattoni venivano cotti dai sumeri. Il mattone essiccato fu utilizzato dagli Etruschi in Italia.

Nell'età romanica: valorizzò il mattone nell'edilizia civile ma soprattutto nelle chiese.

Età  gotica e rinascimentale: ci fu una flessione dell'uso del mattone.

Età barocca: ci fu nuovamente un utilizzo esteso nell'architettura barocca del mattone.

- La pietra nelle costruzioni:

Con il termine pietra si indicano tutte le rocce che sono indicate come materiale da costruzione.

L'uso della pietra risale alla fine del III millennio a.C. per le costruzioni megalitiche. Solo a partire dal II millennio a.C. in Europa la pietra fu lavorata in conci. Fino al VI secolo a.C. fu utilizzata come grossi blocchi lavorati per realizzare mura monumentali. In seguito fu utilizzata come grosso monolite. I romani utilizzarono il bugnato (lastre di pietra sagomate), ereditato dai Greci. Nell'architettura medioevale la pietra assolse anche ruolo espressivo, non lasciando quello portante. Proseguendo ebbe sempre di più un carattere di rivestimento, fino in età moderna in cui ha un ruolo prevalentemente estetico/decorativo.

- Il carattere decorativo della pietra:

A partire dal '400 sino al '600/'700 grazie all'uso del bugnato si ebbero effetti decorativi sulle facciate dei palazzi. In età barocca le pareti assunsero andamenti concavo-convessi. I diversi tipi di pietra nelle costruzioni furono:

Arenarie: utilizzate per masselli e lastre per rivestimenti o come pietrame per murature. Facilmente lavorabile, scarsa resistenza a usura e agenti atmosferici.

Basalti: utilizzati per pavimentazioni stradali. Ha una buona resistenza all'usura e alla compressione, non è indicata come elemento da muratura per la scarsa aderenza alle malte.

Graniti: utilizzati per lastre per rivestimenti e pavimentazioni. Hanno una buona resistenza nel tempo e alla compressione, sono facili da pulire.

Marmi: utilizzati per pavimentazioni e decorazioni. Hanno una scarsa resistenza all'usura e agli agenti atmosferici e una media resistenza alla compressione.

- Tensostrutture:



Si definisce Tensostruttura ogni struttura che si sostiene mediante uno o più sforzi di trazione. Gli esempi più semplici sono rappresentati dalle funi, dalle reti di funi o dalle ragnatele. Un uso estensivo della t. si ebbe solo nel '800 con l'uso dei tendono che ricoprivano ampi spazi. Oggi sono utilizzate in modo esteso, con due modalità d'applicazione:

Il sistema di cavi e tiranti che fungono da elementi portanti con funzione di sostegno.

Le reti di funi sostenute da appoggi verticali e rivestite in pannelli di materiale trasparente.

- Le tipologie edilizie:

Con tipologia architettonica si intende un organismo edilizio chiaramente definito nelle sue caratteristiche formali e nel suo utilizzo. Esso muta ed evolve nel tempo.

I luoghi dell'abitare:

La casa: la casa risponde al bisogno dell'uomo di avere uno spazio definito. Essa risale all'età neolitica.

La casa nella preistoria e nella protostoria: la prima tipologia di casa è la capanna, che rappresentava una grande varietà e libertà di forme. A partire dal neolitico si avviò la tendenza a razionalizzare la struttura dell'abitazione, creando così le palafitte.

La casa nella tradizione italica: essa nacque dall'evoluzione della capanna, determinata dalla sostituzione delle strutture in legno con muratura in pietre o laterizio. Nella casa etrusca e italica-ellenistica ci fu un organizzazione intorno a uno spazio centrale: la casa era chiusa rispetto all'esterno, alla quale volgeva solo qualche piccola finestra. La casa etrusca si distribuiva intorno ad un atrio.

La casa romana dal IV secolo: detta anche domus (=casa). Essa era l'abitazione monofamiliare urbana destinata ai ceti benestanti, strutturata su un solo piano. Essa è definita per rispondere alle esigenze di nuclei familiari chiusi essendo infatti un luogo sacro. I suoi nuclei originari furono l'atrium, in cui c'era il focolare, e il tablinum. La casa era organizzate intorno a uno spazio centrale aperto (impluvium, in cui c'era una vasca d'acqua). Le camere, cubicola, e le alae (spazi aperti) si affacciavano sull'atrium, mentre il tablium (grande sala di rappresentanza) fronteggiava l'ingresso. Dietro c'era un giardino privato, chiamato hortus.

La casa romana dall'età repubblicana: dal secondo secolo a.C. la casa si ampliò con un secondo cortile (il peristilio, cui si accedeva dal rablinum), assumendo uno sviluppo orizzontale. Ci furono così domus estremamente complesse, aventi più sale di ricevimento (biblioteche, vasche con pesci, magazzini ecc . ). Spesso le camere erano ornate con statue, e le pareti con rivestimenti marmorei.

La casa medioevale: durante il medioevo il principale bisogno era quello della difesa da attacchi nemici e barbari. Perciò la casa medioevale assumeva un aspetto fortificato, strutturandosi su più piani, badando molto alla resistenza dei muri. Erano presenti, sempre per difesa, piccole finestre sulle facciate. Era, nel complesso, una casa non più a scopo decorativo come quella romana.

Il palazzo civile nel Rinascimento: il palazzo urbano si affermò nel XV secolo, residenza della nobiltà. Esso aveva origine medioevale e si diffuse in Italia. La caratteristica principale è il volume simile a un parallelepipedo, e le facciate essenziali, ritmate da finestre. Sul cortile intero si affacciano portici e loggiati. Le caratteristiche del palazzo possono suddividersi ad esempio nel tipo fiorentino (distinzione dei piani con l'uso del bugnato).

Palazzo fiorentino nel '400: Palazzo Rucellai, realizzato da Bernardo Rossellino. I piani sono suddivisi in ordini sovrapposti, la struttura della facciata è definita da una trama geometrica regolare composta da cornicioni. Il bugnato ha un disegno deciso interrotto solo da finestre ad arco a tutto sesto. Palazzo Medici: progettato da Michelozzo, voleva offrire un immagine sfumata e non grandiosa della famiglia De Medici. L'edificio presenta così ricordi gotici. Il bugnato è graduato verso l'altro e perde forza chiaroscurale. Questo aspetto ricorda vagamente la casa medioevale.

Palazzo Romano: in età rinascimentale a Roma l'architettura oscillò tra il moderno e il classico. Nel palazzo Caprini, 1501, Bramante inserì al piano terra delle botteghe alla maniera dell'antica Roma, applicando poi al piano nobile un ordine di colonne. Nel palazzo Farnese, 1513, da Sangallo introdusse il tipo del palazzo fiorentino a Roma, utilizzando molto il bugnato. Utilizzò anche soluzioni antiche come gli arhci nel cortile.

Il palazzo Veneziano: a Venezia fu conservato il gusto per il colore luminoso e per l'asimmetria sotto l'influenza bizantina e gotica.

Il palazzo Veneziano sull'acqua: in questi palazzi c'è un doppio accesso, uno dal canale, l'altro dal terreno.

- Il tempio nell'antica Grecia:

Il tempio greco ha la pianta rettangolare, il tetto spiovente e presenta uno spazion interno, la cella, alla quale si accede dal lato minore. Nel tempio greco ogni parete è importante quanto le altre. I primi templi presentavano un piccolo portico in facciata. Per secoli il tempio greco ha rappresentato un riferimento nella realizzazione di edifici pubblici.  Esistono tipi diversi di tempio greco:

Tempio in àntis: due pilastri individuano tra i muri perimetrali il prònao (vestibolo) che introduce al nàos (luogo sacro accessibile soltanto dai sacerdoti contenente la statua della divinità).

Tempio doppiamente in àntis: presenta un secondo pronao sul lato posteriore della cella.

Te,pio Prostilo: quattro o più colonne nel fronte anteriore individuano il pronao.

Tempio anfiprostilo: presenta due file di colonne, sul fronte e sul retro.

Tempio periptero: un colonnato, o peristilio, circonda l'intero perimetro del tempio.

Tempio diptero: è circondato da tutti i lati da un doppio filare di colonne.

Tempio a tholos: a pianta circolare, circondato da colonne.

Il numero di colonne del pronao completa la denominazione del tempio e al tempo stesso rappresenta la base su cui vengono fissate il numero di colonne laterali (n1=nx2+1).

I tre ordini architettonici principali sono:

Dorico: formato da acroterio, mutulo, gocce, triglifo, metopa, abaceo, echino, anuli, scanalature.

Ionico: formato da sima, dentello, fasce, abaco, volute, stria, toro, trochilo.

Corinzio: formato da trabeazione (frontone, cornice, trabeazione, fregio, architrave), colonna (capitello, colonna, fusto, base) e base (stilobate, stereobate o crepidoma).



- I luoghi di culto:

Con l'editto di Costantino, 313 d.C. , i cristiani furono liberi di professare la loro fede, dotandosi così di chiese. Questa doveva contenere una grande sala per fedeli, orientata verso il luogo nel quale il sacerdote officiava il rito. Questo aspetto non era presente nella basilica ana. La forma della chiesa cristiana deriva da quella della basilica romana. Questa era un edificio adibito alle adunanze pubbliche o a tribunale. Si articolava in una grande sala, suddivisa da due o quattro file di colonne in più spazi, le navate. Nella parete in fondo si apriva un abside semicircolare o poligonale dove sedeva il magistrato. Nell'adattare questo schema alla chiesa cristiana, i cristiani aprirono uno dei lati corti dell'edificio.

La struttura della basilica paleocristiana è caratterizzata dalla suddivisione in navate, che formano un percorso verso l'altare. La basilica romanica mantenne la suddivisione in tre navate ma divenne più complessa nella struttura. Procedendo verso il presbiterio, dove risiede l'altare, si susseguono ai lati della navata centrale una serie regolare di colonne o pilastri uniti da archi a tutto tondo. I rapporti di proporzione tra le parti della chiesa sono ben definiti.

La chiesa gotica è l'evoluzione della basilica cristiana, ed è una struttura complessa e articolata. Diminuiscono le superfici in muratura continua, le navate aumentano da tre a cinque, e un coro alle spalle del presbiterio e vi sono ampie vetrate colorate.

Nel rinascimento le chiese amplificarono la spazialità orizzontale, passando a una pianta centrale.

La chiesa nella seconda metà del cinquecento (controriforma) venne concepita come luogo in cui i fedeli condividevano un forte sentimento collettivo.

La chiesa barocca suggerisce la ricerca di una salvezza individuale. La chiesa ha una pianta circolare, a una navata, e tutto l'edificio esprime un senso di dinamismo.








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