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GAUGUIN

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GAUGUIN


Colore: dev'essere armonioso, deve avere la stessa armonia della musica,dev'essere musicale, perché "la pittura è come la musica, agisce sull'anima attraverso i sensi". La madre di G. è di origine peruviana, e questo incide sulla sua opera, soprattutto su quella scultorea, es.: realizza un boccale con scolpito il suo ritratto simile ai reperti peruviani.

Mentre per Van Gogh la visione pittorica doveva essere reale, G. punta molto sull'immaginazione e sulla memoria e nei suoi quadri si vede il contrasto tra il piano  della realtà e quello dell'immaginazione. G. inizia a dipingere alla maniera impressionista,ma poi si caratterizza; anche se ha un tratto diverso, lui dipinge a piccole pennellate inclinate e divise→ effetto zebrato - fitto tratteggio con pennelli di martora. G. ama viaggiare - per 5 anni si imbarca su una nave e gira il mondo. In lui rimarrà sempre l'amore per l'esotismo. Compie un primo viaggio in Martinica (nelle Antille), poi va in Tahiti - Polinesia e nelle isole Marchesi, dove morirà. Nel primo viaggio a Martinica, nel 1887 inizia ad usare la linea di contorno più decisa, netta e i colori subiscono una trasformazione, diventando più vivaci→ viola, porpora e un'infinita gradazione di verdi. Al rientro dalla Martinica, torna in Bretagna, a Pont Aven, dove sta a contatto coi pittori sintetisti (tra cui Bernard): semplifica ancora di più le sue forme.




"LA VISIONE DOPO IL SERMONE"

Quadro più significativo del completo cambiamento stilistico.

È diviso in due parti: a sinistra c'è il piano reale, a destra quello immaginario→esaltazione della memoria e dell'immaginazione. Sul lato destro G. visualizza ciò che il prete aveva predicato: la lotta fra Giacobbe e l'angelo. Colore: il rosso è il prato→non reale. Le donne bretoni guardano la scena - il copricapo è molto stilizzato e sembra una decorazione - la trasformazione di elementi reali a elementi decorativi è tipica di G. . i due piani sono separati da un tronco d'albero che segna la diagonale del quadro e che ci dimostra l'amore di G. per l'arte giapponese.


I suoi riferimenti sono:

1) la pittura giapponese, che si vede anche nella linea di contorno decisa e nella campitura del colore piatta.

2) I calvari bretoni: ure di cristo, pietà, ecc . che si trovano in  Bretagna, non solo nelle chiese ma anche sulle strade: sono sculture di legno sintetiche(non curate)

3)le vetrate gotiche per la linea di contorno decisa e la colorazione piatta e brillante.

4) gli smalti cloissonèe.

Quando torna dalla Polinesia non riesce a vendere in Francia i quadri che aveva realizzato, così torna in Polinesia, tenta di suicidarsi dopo aver saputo della  morte di una delle sue lie ma non ci riesce. Prima però realizza un quadro simile ad un fregio:

"CHI SIAMO, DOVE ANDIAMO, DA DOVE VENIAMO"

è stretto e lungo con gli angoli in alto dipinti di un giallo dorato per dare l'idea di un fregio scrostato (il dorato sarebbe il colore del muro9. in questi due angoli scrive il titolo dell'opera, la firma, e la data di esecuzione.

È un fregio, dove dominano i toni del verde, blu e ocra; il quadro va letto da destra a sinistra; G. ci descrive le tre età dell'uomo: nascita→bambino piccolo che dorme a destra in primo piano, maturità→ personaggi intermedi, vecchiaia→ donna anziana,ultimo personaggio a sinistra. Vicino al bambino ci sonore ure sedute, di cui una ci volta le spalle;dietro le altre due ure voltate verso di noi ci sono altre due donne con abiti porpora, che stanno camminando e conversando: potrebbero essere queste due ure che si pongono le domande del titolo. Davanti a loro c'è un uomo con proporzioni inusuali -ha la schiena sproporzionata-  che sta guardando le due donne e si mette una mano nella testa come scandalizzato da ciò che le donne dicono, perché osano pensare al loro destino. Davanti a questo, un'altra donna, colorata di ocra sta cogliendo dei frutti - può avere due significati: 1)la persona coglie i frutti della vita perché è giovane, 2)a questi selvaggi basta alzare un braccio per mangiare→basta poco per sopravvivere. Seduto,c'è un fanciullo che mangia un pomo, vicino a lui due gatti e dietro di lui una capra. Dietro c'è un idolo azzurrognolo con le braccia alzate e sembra indicare l'aldilà. Davanti all'idolo una fanciulla seduta, e di fianco l'anziana donna che con le man si tiene la test, immersa nei suoi pensieri; ai suoi piedi c'è un uccello bianco che ha tra gli artigli una lucertola→secondo G. l'uccello rappresenta la vanità delle parole.

La natura è molto stilizzata, forma degli arabeschi, ha una funzione decorativa.





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