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GLI ETRUSCHI - ORIGINE ED ESPANSIONE DEGLI ETRUSCHI, RELIGIONE E CULTURA, IL PROBLEMA DELLA LINGUA, TECNICA E ARTE

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gli etruschi


origine ed espansione degli etruschi

Gli Etruschi sono la più importante popolazione dell'Italia preromana. Noti ai Greci con il nome di "Tirreni", sembra che chiamassero se stessi "Rasenna". La ricerca archeologica e storica moderna propende a spiegare l'origine etnica degli Etruschi, tra l'VIII ed il VII secolo a.C., come il punto d'incontro di due tipi di processi:

da un lato si pensa ad un'evoluzione della struttura interna delle società e delle economie locali;



dall'altro si riconosce l'importanza che su queste esercitarono influenze esterne, in primo luogo i rapporti con le colonie greche presenti nell'Italia meridionale.

L'origine della civiltà etrusca sembra riconducibile ad uno sviluppo autonomo realizzatosi nella regione compresa tra i corsi dell'Arno e del Tevere (Toscana, Umbria e Lazio settentrionale). Tale sviluppo risentì di apporti di gruppi etnici extraitalici.

Questo popolo non diede mai vita ad uno Stato unitario. Gli Etruschi si organizzarono in città indipendenti governate da sovrani, detti "lucumoni", che furono poi sostituiti da magistrati eletti annualmente, gli "zilath". L'unica forma di aggregazione delle comunità etrusche che ci sia nota è quella rappresentata dalla lega delle dodici città principali, che aveva scopi religiosi. La società etrusca di distinse per un carattere aristocratico: il governo delle città era nelle mani di un gruppo ristretto di proprietari terrieri e di ricchi commercianti.

Il processo di espansione degli Etruschi subì una battuta d'arresto attorno al 530 a.C., a seguito di una battaglia navale ingaggiata con i Focei. Anche l'espansionismo verso l'Italia meridionale fu arrestato: nel 474 a.C., essi subirono, a Cuma, una sconfitta da parte dei Greci di Siracusa. Decisivi per la decadenza etrusca furono due eventi che si verificarono all'inizio del IV secolo a.C.:

la presa di Veio, avvenuta per opera dei Romani, nel 396 a.C.;

la perdita dei possedimenti nella val Padana, caduti in mano dei Celti, originari dell'Europa centrale.

Nel corso del III secolo a.C., l'Etruria passò progressivamente in mano romana.


religione e cultura

La sfera religiosa etrusca comprende una ricchezza di culti e di scritti sacri ben codificati, accanto a tecniche specifiche con componenti magiche. Le divinità del p£nqewn etrusco sono assimilabili a quelle greche. Alcune hanno nomi di origine ellenica; altri dei hanno nomi che rivelano un'origine indigena, anche se presentano caratteristiche vicine a quelle delle divinità greche. In un sistema simile a quello dell'Olimpo ellenico, anche presso gli Etruschi la divinità suprema, Tinia, dispensatrice di folgori, appare subordinata al Fato. Le altre divinità erano ordinate secondo gerarchie e distribuite in collegi che si suddividevano le competenze nelle sfere di giudizio e nei regni di supremazia.

Nella religiosità etrusca ha un'importanza particolare la concezione dell'aldilà. Il defunto è immaginato continuare la propria esistenza nella tomba, che viene concepita come un prolungamento della dimora del vivo. In un secondo tempo, a quest'immagine dell'aldilà se ne sostituì un'altra, che concepiva l'oltretomba come una destinazione alla quale si perveniva dopo un lungo viaggio.

Agli Etruschi premeva molto la corretta interpretazione dei segni della volontà divina visibili in terra. Di qui l'importanza eccezionale attribuita all'arte di interpretare tale volontà, l'"aruspicina", attraverso l'esame delle viscere degli animali sacrificati per scopi religiosi. L'aruspicina si basa sulla concezione di una fondamentale unità cosmica, secondo cui negli organi si riprodurrebbe l'ordine dell'universo.


il problema della lingua

L'alfabeto etrusco, composto di 26 lettere, è un riadattamento di quello greco. L'etrusco è una lingua non indoeuropea, per la quale non disponiamo di elementi di raffronto con altre lingue note. I testi che ci sono giunti sono costituiti da brevi formule, nelle quali spesso e solo il nome del defunto, con le cariche da lui ricoperte, e da quello della sua famiglia. Pochi sono, inoltre, i testi di una certa estensione; mancano testi bilingui sufficientemente ampi.


tecnica e arte

I siti delle città etrusche hanno lasciato una traccia archeologica modesta. Le necropoli erano organizzate come abitazioni sotterranee, costruite in pietra o scavate nel tufo: nell'VIII secolo a.C., alle tombe a pozzo, costituite da semplici pozzetti rivestiti, che accoglievano le custodie delle ceneri dei defunti, si sostituirono quelle a fossa, destinate all'inumazione dei cadaveri. Le più evolute sepolture a camera avevano una struttura architettonica complessa: erano fornite di numerosi ambienti; è notevole il grado di perfezionamento che gli Etruschi raggiunsero nell'uso della copertura a volta e dell'arco.

Anche le manifestazioni più significative dell'arte etrusca sono collegate all'edilizia sepolcrale: gli affreschi che decorano le tombe riproducono scene di vita quotidiana, legate a soggetti cerimoniali, conviviali o sportivi; nella fase più tarda, invece, dominano le scene dell'aldilà.

Tra le tecniche di produzione ceramica, tipica è quella del vasellame di bucchero, ottenuto mediante una particolare cottura dell'argilla fino al raggiungimento di un colore nero lucente, ad imitazione del metallo.

Gli Etruschi praticarono, oltre all'agricoltura, la metallurgia e l'artigianato artistico.




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