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HENRI MATISSE

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HENRI MATISSE



Henri Matisse nasce nel 1869, lio di un negoziante e destinato alla carriera legale, che divenne pittore grazie a una vocazione tardiva. Ansiosissimo da ragazzo, passò la vita a cercare una calma interiore che potesse anche assumere le forme esteriori dell'arte.

A 20 anni cominciò improvvisamente a disegnare e si  trasferì a Parigi dove si iscrisse a corsi di decorazione e di pittura, dove cominciò ad apprezzare la pittura di Manet e Monet.

Frequentò moltissimo Pisarro e comperò piccole opere di Van Gogh, Cézanne e Gauguin.

I viaggi in  Corsica e sul Mediterraneo, ma soprattutto la visione di una mostra di Turner a Londra, indirizzarono Matisse verso una luminosità molto carica.

Di selvaggio l'artista aveva poco, dato il suo matrimonio sereno, l'estrema metodicità nel lavoro e l'amore incondizionato per la vita che traspare anche dai titoli dei suoi dipinti.



La sua pittura, però, si era ormai spinta su un territorio sul quale nessun maestro lo voleva più difendere. Lo scopo delle maggiori opere di Matisse era quello di deformare le linee del corpo umano al fine di armonizzare e semplificare il valore artistico dei colori puri, che adoperava soltanto accoppiati al bianco. Quello che esso ricercava, in modo particolare, era l'espresisone. L'espressione non consisteva nella passione rispecchiata su un volto umano o tradita da un gesto violento, ma l'intera disposizione del suo quadro era espressiva. La composizione è l'arte di ordinare in maniera decorativa i vari elementi di cui il pittore dispone per esprimere i propri sentimenti.

Un'opera d'arte deve essere armonioso nella sua interezza: qualsiasi dettaglio superfluo rimpiazzerebbe qualche dettaglio essenziale nella mente dello spettatore.

Dal punto di vista stilistico, la forma circolare e la ripetizione ritmica divennero cose costanti nelle opere di Matisse.


LA DANZA - HENRI MATISSE


La Danza è una delle opere più famose dell'artista. Rappresenta cinque donne nude colte in una danza vertiginosa, mentre si tengono per mano muovendosi in circolo. Il ritmo convulso comporta che la danzante in primo piano, al centro, lasci la mano della comna di sinistra e si lanci verso di lei per riagguantarla e ricomporre il cerchio.

Il dipinto è risolto con l'uso di tre semplici colori principali: il verde brillante per il prato, il blu per il cielo, il rosso per i corpi delle fanciulle.

La brillantezza delle tende e la scelta del rosso, allontanano il soggetto dalla verità del colore naturale. La campitura pitta sottolinea l'aspetto decorativo dell'opera nella sua essenzialità di forme sciolte nel colore. Abbiamo una rappresentazione piatta, linea circolare e sinuosa che trasmette a tutto il dipinto serenità e pace, leggerezza. Colori arbitrati e antinaturalistici.


LA TAVOLA IMBANDITA - HENRI MATISSE


La tavola imbandita viene rappresentata ben due volte dall'artista, ma lo stile in pochissimo tempo, come si può notare, è completamente mutato. In entrambi i dipinti sono rappresentati gli stessi elementi: due sedie, una finestra: da cui proviene la luce, le caraffe, le fruttiere, e la stessa scena, la ura femminile con il grembiule chiaro, ritratta in tre quarti che sta imbandendo la tavola.

Il quadro espressionistica però è il risultato di un processo di semplificazione estrema e di accentuazione del ruolo del colore, che è diventato l'unico veicolo della luce: tanto più forte è la luce, quanto più viene scelto un colore forte, e soprattutto un accostamento di colori adatto ad accenderli reciprocamente.

Nella opera del 1897 si attraversano tutte le gamme cromatiche, passando per i toni medi e composti. Ciò a cui il pittore presta attenzione sono i riflessi creati dalla luce sopra gli oggetti. Nel quadro espressionistico, invece, egli appare interessato al colore della cosa, dimostrando di avere abbandonato la ricerca, cara agli Impressionisti, sui dati fenomenici determinati dall'incontro fisico tra luce bianca e superfici dei corpi.

Anche la costruzione dello spazio varia drasticamente; in entrambe le opere le indicazioni prospettiche provengono da linee che salgono dal basso a destra verso l'alto a sinistra. Nell'immagine Espressionistica sono presenti tre solo linee oblique che non condividono un unico punto di fuga. Ciò che davvero suggerisce lo sfondamento in profondità è il succedersi di piani colorati in modo diverso: il primissimo piano è senato dal giallo dell'imliatura della sedia, il secondo dal rosso che confonde e unifica la tavola e la parete, il terzo dal verde della finestra. Gli oggetti inoltre vengono disposti in modo tale da appiattire la scena smentendo in parte anche questa prospettiva tanto semplificata. Il dipinto è pieno di elementi a carattere decorativo, sicuramente di influenza giapponese. Proprio qui la pittura viene concepita dall'artista come l'espressione di emozioni rese attraverso il colore, il suo modo di dipingere ha raggiunto una sintesi estrema, eliminando i mezzi toni e quella parte narrativa e realista che avrebbe potuto distrarre l'osservatore dall'armonia cromatica.






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