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LA CITTÀ NELL'OPERA DI BOCCIONI - UN DIPINTO PIENAMENTE FUTURISTA, LA CITTÀ IN MOVIMENTO

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la città nell'opera di Boccioni


Nel 1907 Umberto Boccioni scrisse: «voglio dipingere il nuovo, il frutto del nostro tempo industriale». È l'anno del trasferimento del pittore a Milano, una città in espansione che stava velocemente cambiando il proprio volto.

Boccioni documentò in più occasioni la vita milanese di inizio secolo.

Già tipicamente futurista, però, è l'interesse per la città e per le nuove dimensioni connesse al suo impetuoso sviluppo urbanistico.


UN DIPINTO PIENAMENTE FUTURISTA


La città che sale (1910-l1) è un dipinto che segnò effettivamente una svolta importante nello stile dell'artista, in quanto per la prima volta i temi cari al Futurismo, e a Boccioni in particolare, vi sono declinati in una visione nuova e grandiosa, che tende al superamento della rappresentazione tradizionale della veduta urbana.

Lo spunto per la nascita del quadro fu offerto al pittore da un'osservazione diretta: davanti alla sua abitazione milanese erano in corso lavori di scavo per la realizzazione di una vasca di raffreddamento per la centrale elettrica di piazza Trento. Pensato inizialmente in maniera classica come un trittico di carattere allegorico dedicato al tema del lavoro, il dipinto si trasformò progressivamente attraverso numerosi schizzi e studi. Boccioni concepì la potente visione di una città moderna che si espande e avanza inarrestabilmente. A dominare la scena è un grande cavallo rosso, posto al centro del quadro, che si imbizzarrisce travolgendo e trascinando con sé uomini e cose. All'impeto selvaggio dell'animale rispondono i movimenti convulsi degli altri cavalli e la tensione fisica delle ure in primo piano, piegate obliquamente nello sforzo di fronteggiare la situazione.

Considerato uno dei più fedeli comni dell'uomo, il cavallo è stato sin dall'antichità utilizzato in arte per rappresentare la forza positiva, l'energia, lo slancio vitale. Boccioni si richiama a questa iconografia tradizionale, per esprimere una moderna idea di potenza e dinamismo.




LA CITTÀ IN MOVIMENTO


L'azione si svolge in un contesto cittadino, che non è però concepito come un puro sfondo, elemento secondario del racconto, ma anzi ne diviene una parte fondamentale. Il movimento impetuoso sembra infatti coinvolgere le sue componenti più riconoscibili e moderne: il tram giallo in alto a sinistra, con i pali elettrici, il caseggiato in costruzione con ponteggi e impalcature, e l'altra ciminiera fumante nella parte destra del quadro.

L'occhio dello spettatore coglie tutto simultaneamente e resta soggiogato dall'esasperazione della carica dinamica che si sprigiona dall'opera. La composizione si basa su linee-forza pluridirezionali: il cavallo e i pali del cantiere, in verticale, spingono verso l'alto; la cordata degli uomini in basso, forzando i limiti della cornice, sottolinea invece il formato orizzontale del quadro.

Nella resa della forza dinamica, un ruolo fondamentale è giocato inoltre dall'impianto cromatico: filamenti gialli e bianchi s'insinuano nelle trame degli altri colori, suggerendo una luminosità che nasce dall'interno delle cose e crea un alone che riverbera intorno a esse.

Fondendo felicemente ricerca dinamica e vocazione espressionistica, Boccioni comunica qui con efficacia il vorticoso movimento della vita moderna, creando un simbolico e suggestivo parallelo fra l'immagine del cavallo, emblema della pura energia animale, e la civiltà contemporanea, percorsa a tutti i livelli da elettrizzanti spinte umane e meccaniche. Teatro dell'incontro  fra natura e cultura tecnologica è la città, all'inizio del Novecento luogo simbolo del divenire moderno.





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