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L'arte, quando è grande, scioglie il grumo scuro della nostra personalità



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Tema:     'L'arte, quando è grande, scioglie il grumo scuro della nostra personalità, quel nodo stretto di pensieri ed esperienze, cancella persino la sicurezza di appartenere ad un tempo e ad un luogo definiti, di avere un nome e un cognome e una storia precisi, e ci disperde dentro un'energia e un ordine più vasti, come una goccia che si disperde in un'onda e partecipa dell'immensità del mare.

Tutto ciò non equivale a retrocedere nell'indistinto o ad annullarsi in un presentimento della morte, ma è anzi una gioia infinita, un'apertura e una partecipazione più intensa all'esistenza'.


Marco Lodoli, Il sostegno, Diario, Anno VI, n.ro 10.


L'arte? Cos'è l'arte?

Grande? In che senso? Perché poi, solo quando è grande?



E chi lo decide se e quando è grande?


Va beh, visto che non ho del tutto afferrato i paroloni e le immagini poetiche che il signor Lodoli ci propone (che centra la morte con me che guardo un quadro, non l'ho ben capito!), cercherò di parlare di ciò che è per me l'arte e di ciò che provo per e a causa della stessa.

Io credo che tutto ciò che fino ad un secolo fa è stato considerato arte sia stato, per lo più, una pura e semplice (di)mostrazione d'abilità da parte di una persona che, visto che qualcuno lo ava per questo, s'impegnava a rappresentare ciò che piaceva al suo committente.

Solo nello stile con cui questa persona realizzava questa sorta d'appalto, emergeva poi ciò che per me è la vera essenza dell'arte, il suo vero scopo, cioè materializzare i sentimenti, i pensieri e le sensazioni del cosiddetto artista.

Infatti, in un'opera ogni forma o colore, traduce uno stato d'animo, una convinzione, una personale visione delle cose e del mondo, e proprio per questo, non credo che un cosiddetto critico possa giudicare un quadro migliore di un altro, o una scultura più 'grande' di un'altra, perché i contenuti che stanno alla base d'ogni realizzazione, e quelli che il realizzatore vorrebbe esprimere sono sicuramente diversi in ognuna di loro, e non è assolutamente detto che il già citato critico riesca a percepirli meglio di un bambino d'undici anni.

Ognuno, secondo me, dovrebbe essere libero di attribuire un diverso valore ad ogni opera, perché, facendo un esempio banale e sperando che il signor Morandi non si rivolti nella tomba, penso che nessun critico o professoressa d'arte, riuscirà mai a convincermi che le bottiglie di questo pittore siano più 'belle' e 'grandi' dei ritratti che dipingeva mia madre da adolescente.

Dico questo perché, seguendo l'esempio, io non sono riuscito a trarre nessuno stimolo dall'ammirare i vetri un po' sfumati di questo artista bolognese, mentre le espressioni dei dipinti di mia madre riescono a comunicarmi qualcosa, a darmi delle emozioni.

Sicuramente sarò il solo a pensarla così, perciò è giusto che i dipinti di Morandi valgano miliardi, ma non perché sono migliori in assoluto, ma solo perché, per dirlo in termini spicci, piacciono a più persone, e perciò, come ogni oggetto che abbia un mercato, è logico che costino di più.



Andando oltre, la forma d'arte (canonica) che mi attrae di più e l'architettura, perché penso che, a differenza di un affresco o di una scultura, non racchiuda solo i sentimenti e il pensiero di un uomo, ma l'espressione, comunque dal punto di vista di uno o pochi artisti, della concezione della società, della religione e della vita in generale di un'intera epoca in una più o meno vasta regione, cioè di migliaia, milioni di persone.

Visitando una cattedrale gotica si può capire e addirittura rivivere in prima persona lo slancio verso il divino e la voglia di vita che per gran parte del medioevo hanno condiviso popolazioni diverse in diverse regioni d'Europa, e capire come questo unisse tutte le persone, senza distinzione di censo, istruzione o sesso; allo stesso modo entrando in ciò che rimane di un antico tempio egizio si capisce benissimo come ogni sua parte avesse uno scopo preciso, sia dal punto di vista pratico che dal punto di vista simbolico.

Inoltre, l'architettura, sia civile sia religiosa, ha sempre rivestito molteplici funzioni, a cominciare da quella unicamente estetica, fino al costituire una vera e propria dimostrazione di magnificenza, dall'istruzione religiosa per la grande quantità d'analfabeti alla necessità pratica di edifici per la gestione del potere.

Riprendendo il discorso generale, all'inizio ho escluso il novecento perché in questo secolo il termine arte ha cominciato a non essere più molto ben definito, infatti ormai si possono trovare realizzazioni trash molto più costose d'opere 'classiche', e l'arte moderna attira come, se non più, dell'arte 'antica' e, siamo sempre a livello d'opinione personale, non so fino a che punto ciò avvenga in nome della reale bellezza e significato profondo di tali opere, o se sotto la spinta del consumismo che ogni giorno diventa sempre più scatenato e quasi casuale nelle sue scelte.

Ne può essere una dimostrazione il fatto che, per secoli bravi artisti sono stati definiti geni e sono divenuti immortali nella storia dell'arte solo dopo la loro morte, mentre in questo secolo, spesso alcuni realizzatori hanno conosciuto rapidamente la fama e la ricchezza per poi venir dimenticati nel giro di pochi anni.


Ma, come ho detto fin dall'inizio, ognuno ha una propria concezione d'arte e di bellezza artistica, perciò non nego che anche una scultura di pneumatici e lattine possa arrivare a valere miliardi se, visto che è il denaro a decidere, c'è chi la compra e chi a i biglietti dei musei per andarle a vedere.






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