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DIVERSI IRREDENTISMI - SLATAPER E TIMEUS

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DIVERSI IRREDENTISMI

SLATAPER E TIMEUS


L'irredentismo nasce come movimento tendente ad unire all'Italia le terre istriane ancora soggette all'Austria, dopo la conclusione dell'ultima guerra di indipendenza.

Con la nascita del Partito Nazionalista Italiano nel 1910, il movimento irredentista si divise in due parti: una di stampo liberal-democratico, mentre l'altra assunse i termini di una forza nazionale, pronta ad affermarsi con violenza sulle popolazioni slave.

Tra i maggiori esponenti di questi diversi tipi di irredentismo abbiamo rispettivamente Scipio Slataper e Ruggero Timeus.

Scipio Slataper, nato a Trieste nel 1888, rappresenta un tipo di irredentismo essenzialmente culturale, volto a salvaguardare l'italianità intellettuale della Venezia Giulia.

Le motivazioni di questa posizione le possiamo riscontrare analizzando le sue considerazioni sulla questione adriatica. Slataper si rende conto dell'inutilità dei moti nazionali antiaustriaci che, con la loro spinta nazionalista non prendevano in considerazione i vari equilibri che si erano stabiliti tra le popolazioni dei Balcani. La problematica era nata nel momento in cui l'irredentismo trentino si era indirizzato unicamente a risolvere la questione riguardante la delimitazione territoriale, tralasciando così tutti gli altri problemi nelle regioni orientali. Slataper sostiene, infatti, che, per risolvere la questione austriaca, l'Italia abbia bisogno anche del supporto delle popolazioni slave, poiché realizza che dei semplici moti nazionali non siano in grado di porre fine a problemi riguardanti la convivenza tra etnie diverse. Slataper vuole mettere principalmente in rilievo l'impreparazione dell'irredentismo che, abbagliato dall'immagine di Italia forte, non si rende conto di intaccare preziosi legami politici. Ma il problema principale, intorno al quale si sviluppa la tematica slataperiana, è il problema dei rapporti tra italiani e slavi all'interno della Venezia Giulia.



Slataper rimprovera all'irredentismo di aver coltivato negli italiani, con il mito di Trento e Trieste, l'ignoranza della reale situazione delle terre irredente, nelle quali, in particolare nelle regioni giuliane, si ponevano gravi problemi nazionali. Rinnega, infatti, che la questione si possa risolvere con l'assimilazione degli slavi da parte degli italiani.

Nel contatto tra le due genti della sua terra, Slataper non vede le ragioni di una lotta per la sopraffazione degli uni o degli altri, ma piuttosto un motivo di arricchimento per due diverse culture predisposte ad un reciproco interscambio e ad una pacifica convivenza.

Con l'avvicinarsi del conflitto mondiale, troviamo in Slataper un cambiamento di ideale: sostiene la guerra contro l'Austria, vedendola principalmente come una prova di forza, e accetta di portare avanti la lotta per il 'confine naturale' italiano. Non rinnega, però, l'amicizia con gli slavi che purtroppo deve sempre fare i conti con una Dalmazia divisa tra Italia e Serbia.

L'assimilazione delle popolazioni slave, diventa così una questione necessariamente da affrontare con estrema tranquillità e tolleranza, permettendo e favorendo le manifestazioni culturali slave e tedesche.

Ma se da un lato, con Slataper, abbiamo visto un tipo di irredentismo che lascia spazio alla libertà individuale, dall'altro troviamo Timeus, che porta avanti un movimento indirizzato ad affermare la potenza della nazione.

Ruggero Timeus, nato a Trieste nel 1892, rappresenta pienamente il risultato di un nazionalismo che si era affermato all'inizio del nostro secolo.

Timeus si prege come primo obiettivo quello di far crollare l'impero austro-ungarico. Questo non sarebbe dovuto avvenire attraverso una semplice rivolta dall'interno, ma con una vera e propria guerra. In questa linea di pensiero riscontriamo facilmente lo spirito nazionalista del tempo che si prege il riscatto delle terre irredente come una tappa fondamentale per l'imperialismo italiano.

Il programma, che Timeus propone, non è più basato sulla tolleranza e l'intransigenza, come quello di Slataper, ma si basa sulla concezione di patria, sulla guerra, sull'imperialismo, sulla potenza e le prepotenze che ne conseguono. Timeus chiude, infatti, ogni porta alla tolleranza considerando gli slavi 'poveri bifolchi', completamente diversi sia culturalmente che economicamente dagli italiani. Per questa ragione era, dunque, necessario che la questione slava venisse risolta con le armi.

Nella politica di Timeus riscontriamo un mentalità che rispecchia il programma politico del movimento nazionalista che, attraverso l'impulso imperialista, si era coltivato, oltre al mito dell'Italia perfetta, la convinzione di dover sferrare un attacco diretto agli slavi, per evitare ogni tipo di rappresaglia. Al contrario di Slataper, Timeus non si pone il problema, una volta conquistati i territori, dell'assorbimento delle popolazioni slave ed è convinto che affinché le lotte nazionali, anche dopo l'unione delle terre irredente, si quietino sia necessaria la soppressione di una delle due parti avversarie.

Sostanzialmente le rivendicazioni di Timeus sono basate solamente sulla forza e sulla potenza, senza prendere in considerazione le altre nazionalità, infatti sostiene che all'Italia spettino le terre irredente, primo perché l'Italia ha un'estensione maggiore e può dunque garantire una migliore vita economica ed una maggiore attività intellettuale; secondo perché gli italiani dell'Istria sono sia culturalmente che economicamente superiori agli slavi.

Slataper e Timeus, due personalità così diverse per ideologia e carattere, si trovarono a combattere fianco a fianco contro l'Austria allo scoppiare della prima guerra mondiale.




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