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"I TERRITORI DELLA STORIA" PAG. 141



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"I TERRITORI DELLA STORIA" . 141

Il progetto assolutistico di Luigi XIV prevede la concentrazione dei poteri nelle mani del solo sovrano, svincolato dall'obbligo di sottostare alle leggi. Per realizzare ciò il re innanzitutto privò dei poteri gli organi di governo regionale preesistenti, quali ad esempio i parlementes, che pur continuando ad esistere, non avevano più alcun potere decisionale, che ora spettava unicamente al re ed ai delegati da lui scelti. Quindi per poter contare su uomini di più provata fedeltà di quanta ne garantissero i nobili (si ricordino le vicende delle Fronde) scelse ministri, segretari di Stato ed intendenti tra i membri della borghesia (la nobiltà aveva perso ogni vestigio di potere politico) che pertanto dovevano solo al re la propria ascesa e che perciò erano maggiormente propensi ad eseguire alla lettera gli ordini del re; inoltre la loro posizione era precaria e continuamente minacciata dalle invidie e gelosie degli altri politici, le quali il re stesso nei suoi progetti cercava di indurre. La ura dell'intendente fu creata appositamente per rispondere all'esigenza di creazione di uno stato assoluto in cui il potere era accentrato in Luigi. Gli intendenti amministravano giustizia, polizia e finanze dei territori loro assegnati. Comunque per quanto Luigi cercasse di concentrare solo su di sé il potere decisionale i ministri potevano tuttavia indurlo alla decisione che loro stessi avevano già preso, essendo meglio informati sui particolari e sulle questioni di loro competenza.








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