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Il risorgimento è decisamente da considerarsi un momento di cambiamento

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Il risorgimento è decisamente da considerarsi un momento di cambiamento.

E' mutata la società, c'è una nuova realtà storica che vede diverse popolazioni unite sotto uno stesso stato, nascono gli ideali di libertà, diritto dei popoli e di nazionalità. La classe borghese rivendica una posizione di privilegio all'interno del panorama socioeconomico di questi anni e gli operai chiedono che venga diminuito il divario tra la loro condizione sociale e quella delle classi più agiate.

È in questo periodo che prende piede la concezione LIBERISTA, che vede la LIBERTA' come fondamento del suo pensiero. La libertà è intesa in senso sociale e politico ma soprattutto in quello economico. Il liberalismo è l'espressione degli interessi borghesi ed è proprio per questo che stenterà a prendere piede tra gli esponenti della classe operaia, che preferiranno abbracciare il pensiero socialista, più vicino alle loro esigenze. La base della nuova teoria si basa sul "non impedimento" dello stato: esso non deve dare alcun vincolo e tutto, specialmente in campo economico, deve svolgersi in un clima di assoluta libertà, dove la concorrenza regolatrice nasce spontaneamente. Il liberismo propone lo sviluppo del paese grazie all' indipendenza di iniziativa, l'abolizione della censura e l'esaltazione della tolleranza, ma trova il suo punto debole nella sua stessa formulazione; infatti agisce solo su un piano teorico, senza fornire alcuna linea guida concreta su come realizzare le sue idee e portare progresso e sviluppo al paese.

La concezione SOCIALISTA è invece il credo delle masse operaie, che vedono in esso la possibilità di migliorare la propria condizione sociale grazie alle concrete proposte di questa corrente di pensiero. Eliminare le classi sociali e vivere una vita dignitosa sono sempre state le ambizioni dei ceti meno abbienti ed il socialismo è appunto la risposta alle loro richieste (così come il liberalismo lo è per i mercanti borghesi); esso tutela, infatti, le classi operaie con l'intervento statale e dà loro i mezzi concreti per poter realizzare lo sviluppo, con un accentramento statale contrario alla concezione liberista.



La posizione della chiesa si trova, ad inizio 1800, in una posizione tutta sua. Infatti, troviamo la maggior parte dei cattolici decisamente conservatrice, che sostiene i "vecchi" ideali della restaurazione. Se proprio bisogna schierare la Chiesa o con i liberisti o con i socialisti si potrebbe avvicinarla maggiormente ai primi a causa del dibattito ideologico con gli esponenti (permettetemi il termine non proprio appropriato) di sinistra. Non si può comunque dire, almeno nei primissimi anni del 19° secolo, che i cattolici fossero dei liberalisti; questo era essenzialmente dovuto ai moti rivoluzionari che aveva visto proprio la borghesia liberista come protagonista.


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