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LA PRIMA GUERRA MONDIALE

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LA PRIMA GUERRA MONDIALE








Cause e scoppio del conflitto



La guerra del 1914 fu un avvenimento nuovo nella storia dell'umanità, perché fu la prima guerra di entità tale da coinvolgere pressoché l'intero pianeta.

Lo scontro implicò i maggiori stati, i quali impegnarono le capacità produttive dell'industria moderna e le risorse della tecnica per preparare più potenti strumenti di offesa e di difesa.



Si trattò in più di una guerra di massa, combattuta per terra, per mare e nell'aria con impiego di armi mai usate prima (carri armati, aerei, sommergibili) e con il ricorso di nuovi mezzi di lotta economica e persino psicologica. Fu combattuta dai belligeranti fino all'esaurimento e al crollo. E finì con l'apportare radicali sconvolgimenti anche nell'economia internazionale con conseguenze perduranti negli anni a venire.


Molteplici sono le cause del conflitto e molte sono da ricercare nella situazione politica europea, nei complessi sistemi di alleanze, le cui formazioni maggiori erano la Triplice Alleanza costituita da Germania, Austria-Ungheria, Turchia(solo per mire espansionistiche sui balcani e in Jugoslavia), Italia (in un secondo tempo) e l'Intesa formata da Serbia, Montenegro, Russia, Francia, Belgio e Inghilterra, a cui si aggiunse il Giappone per impadronirsi delle posizioni tedesche in estremo oriente. Si dichiarano inizialmente neutrali Italia e Romania.

Comunemente gli storici indicano tra le principali cause del primo conflitto mondiale:

il contrasto anglo-tedesco, determinato dal tentativo di primato dei tedeschi in campo politico e commerciale, soprattutto in quello marittimo;

il contrasto franco-tedesco determinato dal desiderio francese di rivincita dopo la sconfitta subita nel 1870 ad opera dei tedeschi:

il contrasto austro-russo per l'egemonia dei popoli slavi della penisola balcanica;

il contrasto russo-turco per la tendenza secolare della politica russa ad entrare nel Mediterraneo a spese della Turchia;

gli irredentismi per cui genti sottoposte alla dominazione straniera miravano a liberarsi: l'Italia, aspirava alla liberazione di Trento e di Trieste; la Serbia aspirava alla liberazione degli slavi sottoposti all'Austria; la Romania mirava alla Transilvania austriaca.

infine gli imperi centrali (Germania e Austria) avevano la sensazione di essere accerchiati e sotto la minaccia di un aggressione, tanto da portare al potere potenti caste militariste e reazionarie.

Causa occasionale fu l'attentato a Sarajevo il 28 giugno 1914 in cui fu assassinato l'arciduca erede al trono d'Austria e Ungheria, Francesco Ferdinando.

L'Austria, d'accordo con la Germania, attribuì al governo serbo la responsabilità dell'eccidio, cogliendo il pretesto fornito dall'attentato per distruggere in realtà la potenza serba.

D'accordo con la Germania, ma all'insaputa dell'Italia, inviò ai serbi un ultimatum che avrebbe posto la Serbia sotto dominio austriaco.

La Serbia non potè accettare tali condizioni e l'Austria si preparò a varcare il confine serbo (28 luglio).

La Russia temendo un'alterazione dell'equilibrio balcanico a proprio svantaggio, ordinò al proprio esercito di tenersi pronto ad un intervento. A fronte di tale pericolo la Germania dichiarava guerra alla Russia (31 luglio) e subito dopo alla Francia (2 agosto).

Per raggiungere il territorio francese Tedeschi non esitarono ad invadere il Belgio neutrale, causando così l'intervento dell'Inghilterra contro Germania e all'Austria (4 agosto) che vedeva minacciato il suo predominio nel Mare del Nord. Mentre gli inglesi attaccavano le colonie tedesche in Africa, il Giappone dichiarava guerra alla Germania (23 agosto) ed attaccava i possedimenti tedeschi in Asia. La guerra da europea era diventata mondiale.


L'attenzione generale si concentrava sull'Italia che non era entrata in guerra, nonostante facesse parte della Triplice Alleanza. I patti di questa alleanza erano chiaramente difensivi, perciò era perfettamente legittimo che l'Italia si astenesse da una guerra in cui l'attacco era partito dalle sue stesse alleate. L'alleanza stabiliva inoltre che, in caso di mutamento ad opera dell'Austria dello stato politico nella penisola balcanica, l'Austria avrebbe dovuto prendere preventivi accordi con l'Italia e stabilire adeguati compensi; invece l'Austria aveva attaccato la Serbia addirittura all'insaputa dell'Italia. Quindi l'Italia dichiarò legittimamente la propria neutralità.





Le operazioni di guerra sino al 1915



La Germania era entrata nel conflitto con un gigantesco potenziale bellico così che invadendo il Belgio potè avvolgere l'ala sinistra dello schieramento franco-inglese ed abbatterlo a Charleroi; l'esercito tedesco guidato da Moltke, discendente dell'antico Maresciallo, giunse sino a 70 km. da Parigi.

Contemporaneamente sul fronte orientale i tedeschi, guidati dal generale Hindenburg, battevano nell'agosto e nel settembre del 1914 i russi a Tannemberg.

I tedeschi e gli austriaci non riuscirono tuttavia a sfondare più a sud, anzi vennero respinti dai russi che conquistarono la Galizia giungendo infine ai Carpazi.

Ad aggravare la situazione della Triplice intesa contribuiva la partecipazione della Turchia a fianco dell'Austria e della Germania, mettendo la Russia in grave difficoltà.

Le sorti della guerra volgevano a favore degli Imperi centrali, quando sopravvenne il "miracolo della Marna". I tedeschi, giunti sino a Compiègne, furono sbaragliati dai francesi guidati da Joffre sul fiume Marna e costretti a retrocedere.

Un nuovo tentativo tedesco di tagliare i rifornimenti all'Inghilterra alla Francia, la cosiddetta "corsa al mare" o "battaglia delle Fiandre", non ebbe esito felice. I tedeschi furono costretti a trincerarsi in atteggiamento aggressivo e difensivo: dalla guerra di movimento si passò alla guerra di posizione o di trincea. Sul fronte occidentale erano quindi falliti i tentativi tedeschi di occupare Parigi e schiacciare la Francia, ma la guerra rischiava in ogni caso di diventare lunga.

Diversamente andarono le cose sul fronte orientale: i tedeschi con Hindenburg proseguivano a nord l'avanzata sui laghi Masuri, così che il comando austro-tedesco decise un attacco generale contro la Russia che a sud aveva conseguito notevoli successi. Gli austro-tedeschi, al comando di von Mackensen riconquistarono la Galizia e con una manovra a tenaglia, ingegnata da Hindenburg, sbaragliarono i russi (maggio/settembre 1915) che furono costretti ad una ritirata generale. La guerra si rivelava sempre più pericolosa per l'Intesa.





L'intervento dell'Italia (24 maggio 1915)



L'Italia era rimasta neutrale allo scoppio del conflitto, ma l'opinione pubblica era nettamente divisa sull'atteggiamento da tenere. Tra coloro i quali volevano mantenere la neutralità erano i cattolici, sia per ideologie religiose sia per la posizione dell'Austria, ultima grande potenza cattolica, oltre che dalla maggioranza dei socialisti e da una parte dei liberali guidati da Giolitti. Fautori invece dell'intervento a fianco della Francia e dell'Inghilterra erano i nazionalisti ed una gran parte della borghesia intellettuale.

Questa neutralità era stata un atto a favore dell'Intesa; l'Italia aveva permesso alla Francia di sguarnire il fronte delle alpi portando quelle truppe alla battaglia della Marna.

Il Governo presieduto dal Salandra, allo scoppio del conflitto, aveva negoziato con l'Austria nel tentativo di ottenere compensi per la dichiarata neutralità, ma dovette presto accorgersi che l'Austria non intendeva accettare la sue richieste e mirava a guadagnare tempo. Inoltre si pensava che una vittoria austro-tedesca avrebbe messo l'Italia in una posizione difficile, così i ministri Salandra e Sonnino si volsero alle potenze dell'Intesa e stipularono il Patto di Londra (26 aprile 1915), con cui l'Italia si impegnava a scendere in guerra contro l'Austra entro un mese. Con tale accordo venivano garantiti all'Italia il Trentino, Trieste, l'Istria e la costa Dalmata (escluso Fiume).

Il trattato era segreto, ma il 3 maggio 1915 l'Italia uscì dalla triplice Alleanza, tuttavia il Parlamento, a maggioranza neutralistica, voleva imporre le dimissioni di Salandra per rimettere al potere Giolitti che da tempo andava affermando che l'Italia avrebbe potuto ottenere tanto dall'Austria una linea di neutralità. La guerra fu dichiarata all'Austria il 24 maggio 1915.

I recenti disastri della Russia avevano portato agguerrite truppe austriache sul fronte italiano; l'esercito italiano comandato da Cadorna era più numeroso di quello austriaco, ma inferiore per armamento.

Appena dichiarata guerra, l'esercito italiano prese l'offensiva e tratti del territorio furono strappati al nemico con battaglie sanguinose. Erano guadagni modesti, però l'intervento italiano ebbe una grandissima importanza nell'andamento generale della guerra; infatti proprio in quel tempo l'Intesa subiva una grave sconfitta a Gallipoli, in un tentativo franco-inglese di ristabilire le comunicazioni con la Russia, impedite dalla Turchia.

La Bulgaria entrava in guerra (ottobre 1915) a fianco degli Imperi Centrali ed un attacco combinato su due fronti, bulgaro ed austro-turco, portava la disfatta della Serbia; i resti dell'esercito serbo furono salvati dalle navi italiane. Prezioso fu quindi per l'Intesa l'intervento italiano.

I coraggiosi attacchi dell'esercito italiano sia sul fronte trentino come su quello dell'Isonzo, anche se vittoriosi, finivano per infrangersi contro le fortificazioni austriache ed anche il nostro fronte si irrigidì nella guerra di posizione e di trincea.





Le operazioni militari nel 1916



Vittoriosi su tutto il fronte orientale, gli Imperi Centrali decisero due camne che avrebbero dovuto dare loro la vittoria anche sul fronte occidentale: la prima è la camna tedesca contro i franco-inglesi, la seconda quella austriaca contro l'Italia.

La camna tedesca è nota con il nome di battaglia di Verdun: imponenti masse tedesche, con materiale bellico, attaccarono con violenza il campo trincerato francese di Verdun per mesi e mesi, ma non riuscirono a sfondare; quasi mezzo milione di francesi e tedeschi caddero sul campo.

La camna austriaca contro l'Italia fu caratterizzata da una violenta offensiva sugli altipiani in direzione di Vicenza, nel tentativo di sfondare il fronte italiano e dilagare nella pianura. Ma l'esercito italiano resistette, determinando la caduta di importanti posizioni austriache e giungendo alla presa di Gorizia.

Sul mare la flotta inglese si scontrava con quella tedesca nella battaglia dello Jutland che si concluse riconfermando con una certa superiorità tedesca, la Germania, ciò nonostante, non riuscì ad avere il dominio dei mari.

La Russia sbaragliava l'Austria in Bucovina, incoraggiata da questo successo la Romania intervenne nella guerra a fianco dell'Intesa (agosto 1916), ma in pochi mesi fu invasa e quasi interamente occupata.

La guerra volgeva ancora a favore degli Imperi Centrali, ma anche questi cominciavano oramai a capire che si trattava di una guerra di logoramento, così tentarono una offerta di pace, mirando a conservare i territori occupati in: Belgio, Francia, Russia e nei Balcani. L'offerta naturalmente non fu accolta.





L'intervento americano 1917



Iniziava così il quarto anno di guerra, il più angoscioso.

La Germania scatenò la guerra sottomarina illimitata, silurando qualsiasi nave di qualsiasi paese che si dirigesse verso porti degli stati della Intesa. Ma questo sistema di guerra incitò il Presidente degli Stati Uniti d'America, Wilson, ad ammonire la Germania che avrebbe considerato atto di guerra l'affondamento di navi statunitensi. Ed infatti al primo siluramento di una nave americana, le dichiarò guerra (aprile 1917).

L'intervento degli Stati Uniti, a fianco dell'Intesa, ebbe una grande importanza, perché l'America metteva a disposizione degli stati alleati, per il proseguimento della guerra, materiali e viveri in quantità illimitata ed in un secondo tempo anche degli uomini. Il contributo degli Stati Uniti risultò fondamentale nel momento che l'Intesa veniva a subire un gravissimo colpo a causa della rivoluzione russa.

Prima della rivoluzione il sistema economico russo era arretrato a causa di una borghesia molto debole; l'economia era basata sulla agricoltura con risvolti feudali.

In Russia si sono susseguite tre rivoluzioni: la prima nel 1905 che fallì e lo Zar rimase in vita; la seconda nel febbraio 1917 che determinò l'abdicazione dello Zar; la terza nell'ottobre dello stesso anno che portò al potere il comunismo e Lenin. L'esercito tuttavia era stanco e sfiduciato; si susseguirono scioperi a causa della scarsità di alimenti poiché esso era formato prevalentemente da contadini che, essendo in guerra, non potevano coltivare i campi.

Sorsero così i primi soviet e cioè consigli di soldati, operai e contadini che si diffusero rapidamente e costituirono un governo del paese. In questo caos si fece avanti un partito poco numeroso ma ben organizzato, il partito comunista o bolscevico con a capo Lenin e Trotzki, che erano tornati in patria dall'esilio attraverso la Germania che contava sulla loro opera per scardinare il fronte russo che in realtà era già allo sfascio.

Lenin e Trotzki compresero subito la situazione delle masse e la forza dei soviet e appoggiandosi a questi lanciarono il segnale della insurrezione generale (ottobre 1917) per mezzo della quale si impadronirono del potere. L'esercito russo poteva considerarsi dissolto: col trattato di Brest-Litovsk la Russia si ritirava dal conflitto abbandonando ai tedeschi vasti territori.

Di conseguenza sul fronte italiano si concentrarono molte truppe austro-tedesche le quali sfondarono a Caporetto.

La nuova linea di resistenza italiana fu stabilita sul Piave, dal nuovo comandante Armando Diaz che concentrò tutte le forze disponibili sferrando una controffensiva, vanamente gli austro-tedeschi tentarono di sfondare le linee italiane.





La vittoria dell'Intesa



Approfittando del crollo della Russia, il comando tedesco iniziò sul fronte francese una serie di terribili offensive che ricondussero i tedeschi sulla Marna. Ma erano gli ultimi sforzi di un esercito ormai stremato.

Sul fronte italiano, per tutto l'inverno 1917-l8, gli austriaci tentarono tutti i mezzi per passare il Piave ed invadere il Grappa, attaccato per mesi e mesi con mezzi imponenti ma senza ottenere alcun successo. Il tentativo austriaco fu ripetuto nel giugno 1918 anch'esso senza successo.

Per mare, l'Austria tentò di forzare il canale d'Otranto sbarrato dalle forze italiane, ma le flottiglie di Rizzo costrinsero gli austriaci a ritirarsi. Il 24 ottobre il generale Diaz iniziò una grandiosa battaglia, la battaglia di Vittorio Veneto. L'esercito italiano passato il Piave, sfondava in tre punti lo schieramento nemico e ne accerchiava le posizioni; era il crollo dell'Austria.

Il crollo austriaco determinò un gravissimo contraccolpo in Germania, il nuovo governo provvisorio chiedeva l'armistizio (11 novembre1918).

Iniziarono le difficili trattative della pace.  





BRITAIN AT WAR


From Nineteen-fourteen To Nineteen-nine


The First World War is also called the Great War. Britain was not ready for hting, while the Germans were well organized. In fact they almost defeated the Allies in the first few weeks of war in 1914.At first, those who joined the army were volunteers, but in 1916 men from 18 to 41 were forced to go to ht. Women replaced men in their civilian jobs with competence and good results. During 1916 large contingents from Canada, Australia, New Zealand and South Africa reinforced the British troops, who resisted the German attacks in France however, the heavy losses suffered at Verdun and at the battle of the Somme created discontent with the Prime Minister, who was replaced by LLOYD GEORGE in December 1916. In the meantime German attacks to neutral American ships caused America to enter the war. The arrival of American troops in France ended the hopes of Germany, which surrendered in November 1918.


The PEACE TREATY was signed at Versailles in 1919 by Lloyd George, George Clemenceau of France, the American president Wilson and Vittorio Emanuele Orlando of Italy. The victory gave Britain new colonies in East Africa (Tanganyika). The most ambitious result of the four statesmen was the LEAGUE OF NATIONS, established in Geneva in 1920. It can be considered as a precursor to the United Nations in its basic purpose to secure the peaceful settlement of international disputes and to guaranteee all nations against aggression. The League had two fundamental problems: its constitution was not clear, and not all the great powers were members. In fact the United States refused to join it, and neither Germany nor Soviet Russia were invited to join.

Le condizioni dell'Italia dopo i trattati di pace; la questione di Fiume



Con il trattato di pace di Saint Germain l'Italia aveva ottenuto il Trentino, l'Alto Adige, la Venezia Giulia. Restava in sospeso la questione della Dalmazia e la questione di Fiume. Tuttavia Fiume era città italianissima e prima ancora della fine della guerra aveva espresso la volontà di unirsi all'Italia.

La conferenza della pace aveva avutocome protagonisti i cosiddetti quattro grandi: Wilson, Loyd-George, Clemenceau ed Orlando. Wilson aveva tentato senza riserve di difendere il suo piano di pace, ma si era scontrato con il gioco più abile di inglesi e francesi, gioco di cui l'Italia stessa aveva fatto le spese.

La delegazione italiana, infatti, era giunta persino a ritirarsi per protesta, pur tornando successivamente (dopo aver ottenuto Orlando la fiducia del Parlamento, come gesto simbolico a sottolineare la piena solidarietà dell'intero paese) per non compromettere ulteriormente la posizione dell'Italia.

Tuttavia era troppo tardi:  lavori si erano già conclusi in assenza dei rappresentanti italiani. Il malcontento italiano diveniva crescente per quella vittoria "mutilata", dato il trattamento ottenuto dal paese, nonostante gli accordi previsti nel Patto di Londra.

Su tali sentimenti fecero facilmente leva gruppi nazionalistici.

Significativa è l'iniziativa del poeta Gabriele D'Annunzio il quale, mentre il ministro Nitti cercava di trattare diplomaticamente per risolvere la questione di Fiume, reclutò alcuni reparti di soldati guidandoli da Ronchi fino a Fiume occupando quest'ultima.

Nato a Pescara nel 1836, D'Annunzio aveva composto il suo primo libro in versi "Primo Vere" a soli 16 anni.

Non aveva mai condotto a termine gli studi dedicandosi invece al giornalismo ed alla creazione di opere di varia natura e valore. Essendo uno degli interpreti più abili delle correnti di pensiero e delle mode letterarie europee, tra le quali l'esasperato sensualismo, l'estetismo raffinato e aneggiante, la tendenza ad ignorare la realtà sociale a favore di un mondo spirituale elevato ed esclusivo, egli era riuscito a proporsi con successo sia nel mondo letterario che in quello mondano, mettendo in atto quell'estetismo (non privo di scandali e polemiche) che il Decadentismo europeo aveva da poco concepito.

Terminata la prima guerra mondiale (durante la quale aveva preso parte ad imprese eclatanti quali la beffa di Buccari ed il volo su Vienna), il suo gusto per i grandi gesti lo aveva portato appunto ad occupare Fiume assieme ad un gruppo di volontari.

Tale iniziativa, del tutto individuale, aveva creato al governo italiano gravi problemi, anche perché il Comandante, per rifornire la città che era praticamente isolata, aveva dato ordine ai suoi avventurieri di saccheggiare le navi che transitavano nell'Adriatico.

La questione di Fiume divenne pertanto un affare internazionale, ciò nonostante D'Annunzio si rifiutò ostinatamente di abbandonare la città, come richiestogli dal governo italiano.

Nel novembre del 1920, fu firmato il Trattato di Rapallo, che fissava in via definitiva i confini fra Italia e Jugoslavia, e stabiliva che Fiume diventasse città autonoma.

Di conseguenza Fiume fu attaccata dalle truppe governative, e il 28 dicembre la città si arrese: l'avventura fiumana era conclusa ingloriosamente. Ebbe inizio da quel momento la decadenza del poeta, che morì nel 1938 nella sua villa di Gardone, sul lago di Garda.







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