LA PRIMA GUERRA
MONDIALE
La
prima guerra mondiale scoppiò nel 1914. essa fu lo sbocco delle tensioni
che era accentuate tra le grandi potenze europee. Diversi fattori avevano
contribuito a determinare questa situazione. Prima di tutto il carattere
aggressivo dell’imperialismo e i contrasti tra gli stati industrializzati per
assicurarsi sempre più ampie parti di mercato. Poi in Europa i
tradizionali antagonismi ripresero
vigore per la politica estera dell’imperatore di Germania Guglielmo II. Gli
equilibri europei e internazionali costruiti da Bismark
negli anni precedenti si ruppero e si formarono due blocchi contrapposti: la triplice
alleanza che aveva carattere strettamente difensivo e univa la Germania,
l’impero Austro-Ungarico e l’Italia e la triplice intesa che comprendeva
la collaborazione di Francia, Russia e Gran Bretagna. Inoltre da alcuni anni si
succedevano gravi crisi internazionali che facevano prevedere lo scoppio di un
conflitto di enormi dimensioni. L’irrisolta Questione d’Oriente aveva fatto dei
Balcani la “polveriera d’Europa”. Infatti il
disgregamento dell’impero ottomano aveva messo in movimento i vari nazionalismi
che determinarono un continuo stato di tensione. Poi c’era la Russia e l’Italia
che non nascondevano le loro mire sulla zona. Questo continuo inasprirsi dei
rapporti portò alla prima e alla seconda guerra Balcanica.
Il
28 giugno 1914 l’arciduca Francesco Ferdinando erede al trono
dell’impero austro-ungarico, fu ucciso con due colpi di pistola a Sarajevo.
Questo attentato fu la scintilla che fece esplodere i Balcani. L’Austria-Ungheria,
sostenuta dalla Germania, inviò un ultimatum di 48 ore alla Serbia che
fu appoggiata dalla Russia. La Serbia non respinse l’ultimatum ma non
accettò quei punti che limitavano la sua sovranità nazionale e
l’Austria le dichiarò guerra. La Russia non poteva più tirarsi
indietro e ordinò la mobilitazione generale del proprio esercito per
intervenire in appoggio della Serbia. La Germania affermò di sentirsi
minacciata dai movimenti delle forze armate russe ed entrò in guerra
contro la Russia. la Germania dichiarò guerra anche alla Francia. I
tedeschi per attaccare meglio la Francia decisero di invadere il Belgio, non
rispettando la sua neutralità. Allora la Gran Bretagna entrò in
guerra a fianco della Francia e della Russia. l’Italia rimase per il momento
neutrale. Dopo alcune manifestazioni antimilitariste in Francia e in Germania,
i partiti socialisti si allinearono alla politica dei rispettivi governi:
così finì la seconda internazionale. La Grande Guerra
durò dal 1914 al 1918 e il volto dell’Europa cambiò radicalmente.
All’inizio prevaleva l’efficienza delle forze armate tedesche ed austriache.
Infatti la Gran Bretagna arruolando solo volontari, potè
inviare pochi uomini e la Francia non era preparata al conflitto. Questa
inferiorità era però compensata dalla grande quantità di
materie prime di cui queste zone disponevano.
Quando
l’Austria dichiarò guerra alla Serbia, l’Italia restò neutrale e
fu accusata dall’Austria di tradimento ma le accuse erano infondate. Il paese
si divise subito tra neutralisti e interventeisti. L’impero
austro-ungarico si dichiarò poco disposto a venire incontro alle
esigenze degli italiani in quanto in cambio del non intervento voleva il
Trentino e la Venezia Giulia. Gli interventisti dicevano che l’Italia,
entrando in guerra a fianco dell’intesa avrebbe completato il suo risorgimento
con al liberazione di Trento e Trieste. I nazionalisti sostenevano che
il fuoco ed il sangue della guerra avrebbero fatto degli italiani un solo popolo
ed avrebbero educato le nuove generazioni facendone dei veri uomini. La
maggioranza del paese era neutralista. Questi erano i cattolici, con a
capo papa Benedetto 15° che aveva condannato al guerra. Poi c’erano i
neutralisti come Turati e Giolitti che erano convinti
che l’Italia avrebbe risolto i problemi contrattando pacificatamene con i paesi belligeranti la propria
neutralità. Nel corso del 1915
tutti i tentativi degli eserciti di spezzare il fronte nemico fallirono. I
tedeschi dopo aver conseguito due vittorie contro gli austriaci riuscirono a
cacciare i Russi dalla Polonia e a scongere la Serbia. L’Italia vedeva man
mano svanire la possibilità di risolvere il conflitto in quanto il
generale Luigi Cadorna sferrò una sanguinosa offensiva che però
gli austro-ungarici erano riusciti a contenere. I vari stati crearono
un’economia di guerra intervenendo nella vita economica per organizzare la
produzione facendo così fronte alle enormi spese. In questo modo anche
la vita di chi non si trovava al fronte fu sconvolta. Nel 1917 intervennero
gli Stati Uniti e crollò il regime zarista. A provocare l’intervento
americano fu la volontà di iniziare una guerra sottomarina. La Russia si
ritira dalla guerra a causa della crisi interna che stava attraversando, infatti
scoppiò una rivoluzione che rovesciò il regime. Alla fine
dell’ottobre 1917 l’Italia subì una pesante disfatta a Caporetto e solo grazie ad uno sforzo disperato l’esercito
italiano riuscì a fermare l’offensiva nemica sul Piave.
All’inizio
del 1918, la Germania, grazie alla defezione della Russia, sfondò le
linee anglo-francesi e proseguì fino a Parigi. Anche in Italia gli
Austriaci tentarono di aprirsi una varco ma furono pesantemente respinti a
Vittorio Veneto. Il 18 gennaio 1919 a Versailles si tenne una grande conferenza
di pace alla quale parteciparono i rappresentanti degli stati vincitori (gli
Stati Uniti, la Francia, la Gran Bretagna e l’Italia). I vinti non furono
invitati se non al momento di firmare i trattati imposti dai vincitori, infatti
prevalse la volontà di punire i paesi sconfitti con la colpa di aver
provocato la guerra. Sorsero quattro nuovi stati: la Jugoslavia, l’Austria,
l’Ungheria e la Cecoslovacchia. L’Italia ottenne il Trentino, l’Alto Adige, la
Venezia Giulia e l’Istria.
Inoltre
sorse la SOCIETA’ DELLE NAZIONI con la quale si sperava di evitare conflitti in
futuro.