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"LA PRIMA RIVOLUZIONE INDUSTIALE", "LA LUNGA ETÀ VITTORINA"

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"LA PRIMA RIVOLUZIONE INDUSTIALE"


La caratteristica principale della rivoluzione industriale fu il radicale cambiamento nel modo in cui la merce veniva prodotta. Fino alla metà del diciottesimo secolo le macchine usate per fare i vestiti di cotone e di lana erano molto semplici usate a mano, principalmente da donne e bambini nelle loro case di camna. Verso la fine del secolo nuovi macchinari furono inventati che potevano fare il lavoro di molte persone e diventò possibile la produzione di massa.

Le condizioni economiche del paese erano giuste. Prima di tutto c'era il capitale extra pronto per essere investito; la terra era ricca sia di ferro che di carbone, la nuova risorsa di energia, e c'era una grande forza lavoro disponibile grazie all'incremento della popolazione.

Inoltre, la Gran Bretania diventava una grande potenza di commercio e aveva abbondanza di punti di vendita per le sue esportazioni.

Con l'aiuto dei macchinari dell'energia, nuove industrie come ferro, acciaio e ingegneria crebbero. Canali, e più tardi trasporti meccanici, resero possibile il trasporto di grandi quantità di merci velocemente ed economicamente (a basso costo).



Le città di mercato e i villaggi di camna diedero il via a grandi centri industriali pieni di gente e di camini neri.

Qui le condizioni erano estremamente cattive. Uomini, donne e bambini lavoravano per lunghe ore - di solito dalle 5 di mattina alle 9 di sera- per dei salari molto bassi.

Le città dell'industria erano posti sporchi con strade strette e case sovrappopolate. Tutti questi cambiamenti economici e sociali ruppero il vecchio ordine e due nuove classi, capitale e lavoro, vennero a essere.

Quando la rivoluzione francese espose in Francia, le classi dirigenti erano dispiaciute che "l'infezione" potesse spargersi attraverso la Manica. Fortunatamente per loro le idee rivoluzionarie venivano dalla Francia , nemico tradizionale della Gran Bretania. Così quando gli interessi commerciali Britannici furono minacciati il paese unì le sue forze e sotto la guida di eroi nazionali come Nelson e Wellington fu finalmente in grado di scongere la Francia.


"LA LUNGA ETÀ VITTORINA"


La lunga lotta con Napoleone rimandò qualsiasi riforma politica e sociale fino al 1832. La prima parte del diciannovesimo secolo fu segnata da una profonda agitazione tra i lavoratori industriali e agricoli. I prezzi del cibo erano alti e la disoccupazione si allargava. La sola possibilità per i poverissimi, che non avevano un posto per vivere, era la "casa del lavoro", un posto  sudicio dove poco cibo veniva dato in cambio di duro lavoro.

Nello stesso tempo la classe media domandava rappresentanza nel parlamento e insisteva su una riforma parlamentaria.

Finalmente nel 1832 il "Reform Act" diede il diritto di votare a tutti i capofamiglia maschi e più giusta rappresentanza nelle città industriali. La classe lavoratrice era ancora lasciata fuori dal parlamento. Gradualmente, durante la seconda parte del secolo, il diritto di voto fu estese prima ai lavoratori della città poi ai lavoratori agricoli e ai minatori. Di fatto dopo gli "anni 40 della fame", un periodo di grande agitazione, la classe lavoratrice incominciò a chiedere una parte nel potere politico. I lavoratori si organizzarono in sindacati (TRADE UNIONS), che, assieme ad organizzazioni radicali e socialiste diedero origine ad un nuovo partito politico: il partito dei lavoratori.

L'età vittoriana vede anche importanti riforme sociali. Il commercio di schiavi, che fece la fortuna delle piantagioni di zucchero e di tabacco dell'India Occidentale, fu vietato e la schiavitù fu abolita in ogni parte dei domini britannici. Le leggi dell'industria che passarono misero alcuni limiti all'uso di bambini come lavoratori. La legge dell'istruzione del 1870 stabilì u sistema nazionale di istruzione primaria che fu reso obbligatorio. Dalla metà del secolo il potere economico e politico passò nelle mani degli industriali e dei commercianti. La Gran Bretania divenne il "laboratorio del mondo", e, sotto la politica del libero mercato, c'era scambio di merci per alimenti e materie grezze in ogni parte del mondo.

L'impero britannico, il più grande impero della storia, includeva Canada, Australia, Nuova Zelanda, Guinea, Borneo, Birmania, India, Egitto, Sudan, Africa dell'Est e Africa Meridionale, Nigeria più altri territori africani più piccoli. Copriva più di un quarto del territorio del mondo (1/4 delle terre emerse) e aveva approssimativamente il 25% della popolazione mondiale. Il culmine fu raggiunto quando la regina Vittoria fu fatta imperatrice in India: i cuori di molta gente britannica furono riempiti con un immenso orgoglio nazionale.




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