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LE ORIGINI DEL CRISTIANESIMO

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LE ORIGINI DEL CRISTIANESIMO


Gesù nacque a Betlemme durante il principato di Augusto e iniziò a predicare all'età di 30 anni. Tre anni dopo fu arrestato per iniziativa dei sacerdoti ebraici che vedevano in lui un corruttore della religione. Dopo un processo venne crocifisso. Molti videro in Gesù non solo il portatore di un messaggio religioso, ma anche una possibile guida politica nella lotta contro i romani. Il cristianesimo fu in origine solo una delle diverse sette ebraiche diffuse in Palestina.

Paolo era un ebreo convertito che con la sua predicazione aveva dato impulto alle comunità cristiane disperse in varie città d'Oriente. Egli fu l'apostolo dei gentili e contribuì a fare del cristianesimo una religione rivota a tutta l'umanità.

Le comunità cristiane si riunivano a pregare sotto la direzione di persone stimate per il loro fervore e le comunità locali erano poste sotto l'autorità di un vescovo eletto dai fedeli. Si diventava cristiani attraverso un rito purificatorio: il battesimo. I fedeli versavano un contributo alla comunità che provvedeva al mantenimento di presbiteri e vescovi. Al tempo delle invasioni gotiche le chiese di Roma e Cartagine inviarono grosse somme di denaro per riscattare i prigionieri. Però i cristiani apparivano ai ani come una comunità isolata e segreta, in una società in cui la vita si svolgeva pubblicamente. I cristiani divennero il naturale bersaglio, il capro espiatorio della città. I cristiani si sottoponevano spontaneamente ai tormenti e il pubblico martirio era da loro considerato l'atto più nobile ed eroico. Lo stato romano mostrò una relativa tolleranza e la politica dell'impero rimase quella che Traiano consigliò: intervenire solo nei casi in cui il comportamento dei cristiani sia stato pubblicamente provocatorio. Ma nel III sec. d.C il numero dei cristiani aumentò, perciò le persecuzioni divennero più accanite, specialmente sotto l'impero di Diocleziano e Decio, che tentarono inutilmente di estirpare il cristianesimo dall'impero. Nei primi tempi, i cristiani rifiutarono di prestare servizio militare e di percorrere la carriera politica. Veniva punito il loro rifiuto di sacrificare davanti all'immagine dell'imperatore in segno di fedeltà ( crimine di lesa maestà).



La chiesa scelse immediatamente di non trasformare la società dal punto di vista politico e accettò lo stato di cose esistente. Il Cristianesimo non era la sola voce che proclamasse l'uguaglianza tra le persone: erano presenti anche nella filosofia antica.

A partire dal secolo  III nel mondo romano ci fu una crisi sempre più profonda, economica e sociale, oltre che spirituale : l'epoca dell'angoscia.

Essendoci uno sviluppo di movimenti mistici e religiosi e la nascita di nuove correnti filosofiche, il fedele poteva trovare una risposta personale facendo culti misteriosi o ricercandole in divinità di provenienza orientale.

Nacque nell'epoca imperiale il SINCRETISMO, la fusione dell'antica religione romana, che è una religione aperta, con le dottrine orientali con le quali era venuta in contatto.

Il dio dei filosofi era molto lontano dalla folla di divinità venerate dalla gente comune; era un dio unico, immateriale, perfetto. La filosofia stoica dal III secolo viene sostituita da un nuovo movimento filosofico: il neoplatonismo. Il fondatore di questa filosofia fu Plotino.

L'idea centrale del neoplatonismo è che il mondo non è altro che una copia sbiadita della vera realtà divina.

Per il neoplatonismo, lo scopo della vita umana consiste nel liberarsi dalla materia. ½ furono cristiani ammiratori del neoplatonismo.

Il cristianesimo e il neoplatonismo avevano un comune la svalutazione della vita terrena.

Il cristianesimo era in origine la religione delle classi modeste, infatti molti trovarono in essa consolazione, conforto e la promessa di una vita migliore dopo la morte.

Nel II d.C i cristiani in possesso di una cultura più elevata capirono che se il cristianesimo non voleva rimanere una religione per gente emarginata, aveva bisogno di misurarsi con la cultura e la filosofia greca.

I cristiani incominciarono allora a frequentare le scuole superiori e a tentare una sintesi tra la loro religione e la filosofia greca. Così nacque la filosofia cristiana.




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