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L'Europa tra il 1300 e il 1400: La chiesa

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L'Europa tra il 1300 e il 1400: La chiesa



Il Grande scisma


Dopo un periodo di settant'anni in cui la Chiesa mantiene la propria sede ad Avignone, di fatto sotto lo il controllo della corona francese, nel 1377 Gregorio XI riporta a Roma la sede del papato sperando di aver ristabilito l'ordine. Alla sua morte, però, nel 1378 si riaprono gli scontri interni alla Chiesa.

Il conclave, su pressione del popolo romano,  elegge un italiano che prende il nome di Urbano VI.

Poco dopo, però, 13 cardinali francesi denunciano le pressioni subite, invalidano l'elezione di Urbano VI ed eleggono un altro Papa: Clemente VII. Quest'ultimo tenta di raggiungere Roma ma viene respinto dalle truppe di Urbano VI così si stabilisce ad Avignone.

Per quarant'anni nella cristianità si divide in due parti. È quello che viene chiamato lo scisma d'Occidente.

Francia, Regno di Napoli, Aragona e Scozia riconoscono il Papa di Avignone.



Inghilterra, Fiandre, Impero e Città italiane riconoscono il Papa di Roma.

Internamente ai vari strati vi sono comunque posizioni diverse. Sicuramente l'effetto più importante di questa divisione della Chiesa, è un ulteriore indebolimento della stessa in seguito a quello avvenuto grazie al trasferimento della sede papale in Francia poco prima.

La crisi della Chiesa appare significativa e ha come effetti il produrre, lungo il 1300, una serie di movimenti che chiedono un rinnovamento e un ritorno ai valori religiosi fino a sfociare in eresie. Significativo il movimento sviluppato da John Wycliffe in Inghilterra e quello di Jan Hus in Boemia. Questi due movimenti, che prendono piede soprattutto tra le classi popolari, uniscono una protesta religiosa ai temi sociali e politici.

In particolar modo in Boemia la protesta si trasforma  in un movimento che richiede l'autonomia dalla Chiesa, dall'impero e dalla casa di Lussemburgo.

Al di là di questi due specifici movimenti, gran parte del mondo cattolico si rende conto di come lo scontro in atto all'interno della Chiesa possa favorire un indebolimento e forme di distacco come quelle sopra citate.

Molti intellettuali e teologi, quindi, iniziano a proporre che i due Papi regnanti si dimettano per eleggere un terzo Papa.

Questa soluzione, apparentemente logica, comporta però una grossa trasformazione in seno all'organizzazione stessa della chiesa.

In una situazione del genere, infatti, sarebbe dovuto essere un Concilio Ecumenico (dei vescovi) in grado di dirimere il contrasto e riunificare la Chiesa. Ma questo avrebbe significato attribuire un potere al Concilio superiore a quello del Papa.

Questa ragione, che avrebbe modificato i rapporti di potere interni alla Chiesa, e la necessità di cedere il proprio ruolo da parte di ambedue i Papi, portò i due capi della Chiesa a rifiutare l'ipotesi.

A questo punto, i Cardinali di entrambe le obbedienze, convocano a prescindere dai due Papi eletti un concilio a Pisa nel 1409, condannano i due Papi come eretici ed eleggono un terzo Papa che verrà chiamato il Papa Pisano.Nel 1410 quindi si arriva al paradosso di avere tre Papi.


Il Concilio di Costanza


La chiesa è nel massimo della sua crisi. Giovanni XXIII, il Papa eletto a Pisa, inizialmente convoca un nuovo concilio a Costanza ma, rendendosi conto di essere in una posizione di debolezza, deciderà di scioglierlo prima dell'inizio dei lavori.

Il Concilio si riunisce lo stesso, depone Giovanni XXIII, processa gli altri due Papi, li costringe a ritirarsi ed elegge alla fine come unico Papa Martino V della potente famiglia romana dei colonna.

Il Concilio decide inoltre la condanna al rogo per gli Jan Hus e di bruciare le ossa di Wycliffe.

Apparentemente le decisioni del concilio di Costanza concludono il grande scisma e riportano la pace e l'unità nella Chiesa. In realtà ci sono una serie di problemi non risolti. Le cause che hanno portato al grande scisma sono strettamente legate alla formazione degli Stati nazionali, a un desiderio degli Stati di non sottostare più alle ingerenze del Papa ma, anzi, di cercare quanto più possibile controllare la Chiesa di Roma.

Il rischio quindi di un nuovo trauma ci sarà finché non si ridefiniranno definitivamente i rapporti tra il papato di Roma e gli Stati nazionali.

Questo problema si risolverà solo quando il Papa accetterà di essere un Monarca come un altro all'interno dell'Europa.

Un altro problema che pone come irrisolto il Concilio di Costanza è il rapporto tra il Papa e il Concilio. Decidendo infatti della sorte di ben tre Papi, il Concilio ha assunto un potere straordinario nei confronti della ura del pontefice e i cardinali non hanno nessuna intenzione di restituire tutto il potere al capo della Chiesa.


Il Piccolo Scisma


È proprio la ridefinizione di questi rapporti che porterà al cosiddetto Piccolo Scisma nel 1437. Per 12 anni la Chiesa avrà nuovamente due Papi  sebbene gli estremisti conciliaristi (che non vogliono riconoscere l'illimitata autorità del pontefice) debbano alla fine cedere.

Sarà Niccolò V a riaffermare nel 1449 la supremazia del Papa sul Concilio.


Conclusioni


A metà del 1400, quindi, la situazione è molto diversa rispetto al secolo precedente. In non più di cent'anni si passa da una Chiesa che pensa di poter esercitare una funzione universale, a una chiesa che è costretta a difendersi dai tentativi degli Stati di sottoporla alla propria egemonia e al proprio controllo. I

nizia il tempo in cui la Chiesa deve stabilire di volta in volta degli concordati con gli Stati per garantirsi autonomia e relazioni che la tutelino.





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