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La resa del Giappone e la fine della guerra

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La resa del Giappone e la fine della guerra


Dopo aver faticosamente strappato al Giappone il dominio del pacifico nel novembre 1944 l'aviazione americana cominciò a bombardare Tokyo e il restante territorio nipponico. Quando in Europa fu terminata la guerra gli americani intensificarono i bombardamenti,niente riusciva a piegare l'accanita resistenza dei Giapponesi: i kamikaze (guerriero o terrorista che per distruggere un obbiettivo nemico, vi si getta contro con il proprio aereo carico di esplosivo compiendo un'azione che non gli consentirà di salvarsi) continuavano a schiantarsi contro le navi nemiche con i loro aerei carichi di bombe.

Ma la morte di Roosevelt (1945) e l'elezione del repubblicano Harry Truman modificarono la situazione.

Per costringere il Giappone ad arrendersi, il nuovo presidente degli USA autorizzò l'uso di un ordigno potentissimo che era stato sperimentato da poco a Los Alamos la prima bomba atomica.

Truman inviò al Giappone un ultimatum nel quale minacciava la distruzione totale se l'isola non si fosse arresa.



L'ultimatum fu respinto e gli Stati Uniti, con il consenso di Stalin, presero la terribile decisione di sganciare su due città giapponesi altrettante bombe nucleari.

Il 6 agosto 1945 la prima bomba atomica della storia, frutto dell' avanzata tecnologia e dell' ingegno dei

più valenti scienziati del mondo, esplose su Hiroshima; quest' abbaiante luce di terrore, spense la vita di oltre 90.000 persone che morirono sul colpo e 80.000 in un altro momento a causa delle radiazioni.

Tre giorni dopo ne esplodeva una su Nagasaki: qui i morti furono 40.000 e gli ustionati 70.000.

Il 2 settembre 1945 l'imperatore Hirohito firmava la tragica modulazione del suo paese.

La seconda guerra mondiale si era ormai conclusa.

In tutto i morti furono: 55.285.000




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