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La rivoluzione bolscevica



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La rivoluzione bolscevica


Agli inizi del 1917 la Russia si trovava in una condizione catastrofica, l'economia del paese non era più in grado di sostenere il peso della guerra. I centri urbani furono colpiti dalla carestia e da un vertiginoso aumento dei prezzi dei generi alimentari. Scioperi e tumulti per il pane si scatenarono a Pietrogrado e a Mosca, ma la situazione precipitò quando lo zar Nicola II decretò la sospensione della Duma. L'atteggiamento dello zar provocò un allargamento dell'opposizione, la quale nel suo interno era divisa per ideologie e programmi. ½ erano, infatti, i socialisti rivoluzionari i quali puntavano a un socialismo basato sulla piccola proprietà contadina alla quale dovevano essere distribuite le terre che appartenevano alla nobiltà, alla corona e alla chiesa. ½ erano poi i bolscevichi che, in base alle idee di Marx puntavano su un'insurrezione guidata dal proletariato urbano, infine c'erano i menscevichi che, anche se si rifacevano a Marx, chiedevano immediatamente riforme democratiche e sociali. Di queste tendenze la formazione più organizzata era quella dei bolscevichi guidati da Lenin. Intanto, a causa della mancanza di viveri, a Pietrogrado i tumulti si trasformarono in un vero e proprio moto insurrezionale e per sedare questo moto vennero istituiti gruppi di operai armati che costituirono la Guardia Rossa, una formazione paramilitare che aveva funzione di braccio armato del movimento di piazza. Intanto la guida del moto insurrezionale veniva assunta dai Soviet. Al fine di calmare l'insurrezione vennero stipulati dei negoziati tra il Soviet e la Duma che portarono alla formazione di un governo provvisorio che decretò la libertà di stampa, di parola e di associazione. Intanto Nicola II abdicò in favore del fratello Michele che a sua volta abdica in favore di un governo provvisorio. Il nuovo governo provvisorio dovette fronteggiare una situazione difficile a causa del dualismo di potere (Duma e Soviet) facendo precipitare gli eventi che accelerarono il ritorno di Lenin in Russia. Questi presentò un programma (così dette tesi di Aprile) che comprendeva: abbattimento del governo provvisorio; pace immediata; tutto il potere ai; liquidazione della grande proprietà terriera. Ma un nuovo tentativo insurrezionale scosse Pietrogrado nel luglio del1917; fu un moto spontaneo che si esaurì rapidamente ma che costrinse Lenin a fuggire nuovamente dalla Russia e rifugiarsi in Finlandia. Venne costituito un terzo governo provvisorio sotto la presidenza di Kerensky. Intanto il generale Kornulov, comandante supremo dell'esercito, faceva marciare le sue truppe contro la capitale per instaurarvi una dittatura militare. Kerensky chiese aiuto alla Guardia Rossa riuscendo a fermare le truppe del generale. Scampato il pericolo Kerensky proclamava la Repubblica. I bolscevichi trassero notevoli vantaggi dal fallito tentativo controrivoluzionario del generale Kornilov; ottennero così la maggioranza nei Soviet e TrosKy fu eletto presidente, decisero pertanto di passare all'azione. Fu stabilita la data del 25 ottobre (7 novembre del calendario Gregoriano) giorno in cui si sarebbe passato all'azione. Il piano insurrezionale preparato da trosky funzionò alla perfezione, infatti la Guardia Rossa e le truppe regolari riuscirono in poche ore ad occupare i punti strategici principali della città conquistando il Palazzo D'Inverno, e nell'arco di una giornata i bolscevichi s'impadronirono del potere.









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