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Lo scontro austro-prussiano

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Lo scontro austro-prussiano


La Prussia non si era sottratta alla svolta reazionaria, che aveva fatto seguito in tutta Europa alle vicende del '48. Il re Federico Guglielmo continuò a fondare il proprio potere sull'appoggio dei grandi proprietari terrieri: gli junker.

La monarchia prussiana non aveva però abbandonato l'idea di potere estendere la sua egemonia sull'intera Germania; e in effetti l'unità tedesca fu la conseguenza dell'azione egemonica (politica e militare) del più forte stato germanico.

Ed il più forte stato germanico era appunto la Prussia, che in questo periodo aveva affermato il suo predominio economico, grazie ad un rapido sviluppo industriale.

L'idea di una Germania unificata sotto la propria dinastia era fatta per piacere al successore di Federico Guglielmo IV, Guglielmo I, re di Prussia dal 1861. Legato agli ambienti militari e convinto che l'esercito fosse la vera garanzia della potenza prussiana, si rafforzarlo e modernizzarlo. Di fronte all'opposizione del Parlamento alle nuove spese militari, Guglielmo nominò cancelliere l'uomo che doveva realizzare il grande disegno di una Germania unita, destinata a diventare la potenza egemone dell'Europa continentale: Ottone di Bismark (1862-l890). Il suo programma era il seguente: "La Germania guarda alla Prussia non per il suo liberalismo, ma per la sua potenza." La sua fu chiaramente una politica di potenza, che accomnò ad una costante azione diplomatica volta ad isolare i futuri avversari.

Nel 1863 scoppiò la questione dei ducati danesi (Schleswig; Holstein; e Lauenburg), posseduti a titolo personale dal re di Danimarca, ma facenti parte gli ultimi due della confederazione germanica.

Il tentativo del re danese di annettere lo Schleswig offrì a Bismark l'occasione di un intervento militare, in cui si alleò con l'Austria. La rapida vittoria austro-prussiana(1864), ottenuta tra l'indifferenza (o impotenza)dell'Europa, permise ai due stati tedeschi di spartirsi i ducati danesi (1865), ma nello stesso tempo costituì un punto di frizione tra la Prussia e l'Austria.



Bismark svolse una frenetica attività diplomatica: si assicurò la neutralità dell'Inghilterra e della Russia, pese contatti con Napoleone III, infine si alleò con l'Italia, promettendo il Veneto in caso di vittoria.

Lo scontro austro-prussiano fu brevissimo: l'esercito prussiano, dotato di un armamento modernissimo, inflisse all'Austria, nel giro di un mese, una sconfitta presso Sadowa (1866). Fu la prima guerra lampo della storia moderna.

L'impero asburgico fu costretto a firmare la pace di Praga: l'Austria perse l'Holstein, ceduto alla Prussia, e il Veneto, offerto a Napoleone perché lo cedesse all'Italia. Ma il risultato più importante fu che: ebbe luogo la dissoluzione della confederazione tedesca; l'espulsione della stessa Austria; e la sanzione dell'incontrastato predominio della Prussia in Germania.

La Prussia diventava così lo stato predomnante di una confederazione della Germania del nord, comprendente 22 stati, e presieduta dal re di Prussica. Tributari di tale confederazione risultavano anche gli stati della Germania meridionale.

I successi di Bismark erano andati oltre le attese; ma la costituzione di un potente stato germanico nel centro d'Europa metteva in discussione l'intero equilibrio europeo e suscitava i secolari timori della Francia.






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