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Opinioni e tesi di fronte alla grande guerra

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Opinioni e tesi di fronte alla  grande guerra


A partire dall'antichità, l'uomo ha affrontato l'argomento della guerra in migliaia di opere letterarie, teatrali, pittoriche, musicali ecc. Da un punto di vista politico-filosofico, la guerra può essere considerata come il tentativo e la tecnica di soluzione dei conflitti che la politica (e quindi il dialogo, la mediazione, la diplomazia) non è riuscita a comporre; se da una parte è quindi l'antitesi della politica, dall'altra è  la sua continuazione con altri mezzi. Ma noi tutti ci domandiamo se questi mezzi siano giustificati,come nella grande guerra.

Essa fu combattuta tra il 1914 e il 1918 da nazioni, raggruppate negli opposti schieramenti delle Potenze alleate (comprendenti  Gran Bretagna, Francia, Russia, Italia e Stati Uniti) e degli Imperi Centrali (Germania, Austria-Ungheria, Turchia e Bulgaria). Causa immediata della guerra fu l'assassinio il 28 giugno 1914 a Sarajevo dell'arciduca Francesco Ferdinando, per mano del nazionalista serbo Gavrilo Princip; le cause fondamentali del conflitto vanno tuttavia ricercate nelle contrastanti mire imperialistiche delle potenze europee, cresciute in un clima di esasperato nazionalismo.L'assassinio dell'arciduca austriaco agì perciò da detonatore in un'Europa già profondamente lacerata da rivalità nazionalistiche, con effetti catastrofici.L'Europa e il mondo vennero scossi da un conflitto senza precedenti per ampiezza,violenza e conseguenze.Esso fu ricordato come <<la guerra mondiale>>,mondiale soprattutto per le sue dimensioni:vi presero parte non meno di venti milioni di soldati con decine di migliaia di cannoni;i morti fra i combattenti raggiunsero gli otto mlioni.

Analizzando con debita importanza questa cifra <<otto milioni>> ci rendiamo conto della sua gravità in un primo momento,ma solo dopo cominciamo veramente a pensare: cosa sia la guerra? essa non migliora niente, non fa miracoli,non a i debiti,non lava i peccati;cosa cambierà su questa terra dopo la morte di milioni di persone,quale senso di purificazione,di liberazione,di immane speranza,ci spinge a conoscerla.

Crediamo anche per un momento che gli oppressi saranno vendicati e gli oppressori sconfitti,che alla fine il bene trionferà.Ma non c'è bene che baghi le lacrime versate invano,il lamento del ferito rimasto solo,il dolore del tormento dei cari che non anno nessuna notizia,il sangue versato che non è servito a niente.Il bene dei vivi  comunque non riuscirà mai a compensare l'abbandono senza rimedio di milioni di uomini.



Tutta via ci domandiamo come sarebbe stato un mondo senza guerre,come sarebbe stato l'uomo oggi, in parte dobbiamo ritenere la guerra l'unica alternativa in determinati casi? forse in un periodo passato esse sono state essenziali,sicuramente  dobbiamo ringraziare tutti coloro che hanno perso la vita per creare un'esistenza migliore, per creare l'uomo "libero".

Mi chiedo comunque per quali motivi il dialogo non è statao sufficiente per creare un mondo migliore.Secondo il relativismo Pirandellino ogni individuo vede la realtà con una propria prospettiva,ognuno ha la sua verità oggettiva che scaturisce dal modo di vedere le cose.

Ne deriva una incomunicabilità fra gli uomini,essi infatti non possono intendersi perché ognuno fa riferimento alla propria verità.Forse proprio questa incomunicabilità a portato i peggiori danni nel nostro pianeta.






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