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DECOMPRESSIONE ESPLOSIVA



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DECOMPRESSIONE ESPLOSIVA


L'uomo può raggiungere respirando aria, quote di 6000, 7000 mt. Oggi, gli aerei di linea volano normalmente ad una quota di 7000 / 10.000 mt.

Questo è possibile con l'uso di cabine pressurizzate. La pressurizzazione mantiene la pressione all'interno della cabina intorno a valori di 674, 634 mm di mercurio, che corrispondono ai valori presenti a 1000-l500 mt sul livello del mare.

Queste condizioni, garantiscono una buona ossigenazione dell'emoglobina, consentendo il volo non solo a persone perfettamente sane ma anche a presone ammalate oltre che alle donne gravide e neonati.

La pressurizzazione della cabina, si ottiene prelevando dall'ambiente esterno, aria che si fa passsare attraverso una serie di depuratori e decompressori e si manda nell'aereo a pressione, temperatura e umità desiderate. Questo clima artificiale viene mantenuto attraverso un continuo rifornimeno di ossigeno, con una continua eliminazione di anidride carbonica, vapori e fumi e assicurando una carica microbica bassa. Se si stabilsce relativamente uno stato di equilibrio tra pressione interna e pressione esterna alla cabina, si ha la decompressione esplosiva. Questo può succedere se, mentre l'aeromobile vola ad alta quota, si apre una falla d'aria sufficientemente grande. Causa di decompressione esplosiva, può essere la rottura di un finestrino o lo scardinamento di una porta; altre cause meno frequenti sono i possibili guadti di sistemi che regolano gli apparati di pressurizzazione.



Gli effetti sull'organismo umano, sono direttamente proporzionali alla differenza iniziale di pressione all'inteno e all'esterno della cabina alle dimensioni della falla che si è prodotta, alla quota raggiunta; sono inversamente proporzionali al volume della cabina. I sintomi principali riguardano l'intestino e il polmone, dove si ha un aumento del volume dei gas contenuti normalmente. Anche a livello dei seni paranasali e dell'orecchio medio, i gas tendono ad espandersi provocando otalgia transitoria però se la tuba di Eustachio è chiusa si può giungere alla rottura della membrana del timpano.

A livello toracico l'aumento di volume simile a quello dell'inspirazione forzata, provoca una rapida diminuzione della fuoriuscita di aria dai polmoni con starnuti continui e tosse. A livelli intestinale, l'aumento di volumi intestinali, provoca un senso di tensione su tutto l'addome.

Inoltre, la decompressione può provocare un breve intervallo di apnea e di bradicardia (diminuzione dei battiti del cuore). In caso di decompressione, le manovre da fare sono due: la ricompressione rapida e la respirazione di ossigeno puro.


AEROEMBOLISMO o SINDROME DA DECOMPRESSIONE


Questo quadro morboso è dovuto a una rapida diminuazione della pressione atmosferica. Se il pilota, senza respiratori di ossigeno, raggiunge pienamente quote elevate, lamenta: dolori articolari, soprattutto alle articolazioni impregnate nel pilotaggio del velivolo (caviglie, polsi e ginocchia), dolori toracici con dispnea e tosse, sensazioni di prurito, freddo e formicolio sulla pelle.

La causa di questi sintomi, consiste nella formazione di bolle gassose che occludono i vasi arteriosi. Più sono voluminose, più gravi sono i disturbi non solo a livello polmonare e cutaneo ma anche a livello cardiaco, visivo (scotomi) e celebrale (paresi o paralisi degli arti) disturbi del linguaggio.



Alla pressione di 760 Hp un volume di azoto, pari a 1000cc è disciolto nei liquidi e nei tessuti dell'organismo. Quando si sale in quota, diminuendo la pressione atmosferica, diminuisce la pressione parziale di azoto presente negli alveoli polmonari. Tale azoto raggiunge il sangue e arriva ai polmoni per essere eliminato, L'eliminazione dell'azoto. si verifica senza problemi per l'organismo solo se l'ascensione avviene abbastanza lentamente. Se invece l'ascensione è troppo rapida la pressione barometrica diminuisce rapidamente e altrettanto rapidamente diminuisce la pressione parziale di azoto: l'azoto disciolto non riesce a passare completamente all'esterno e si formano bolle che, attraverso il circolo sanguinio, provocano una vera e propria pioggia embolica.

I sintomi, compaiono di solito alla quota di 5000-6000 mt. e dipendono dalla sede e dalla grandezza dei vasi occlusi dalle bolle:

- sintomi cutanei: formicolio, prurito, sensazione di caldo e di freddo.

- sintomi articolari: dolori articolari che aumentano gradualmente fino a diventare insopportabili.

- sintomi toracici e cardiaci: gli emboli nei vasi polmonari e nelle coronarie, provocano rispettivamente difficoltà respiratoria, edema polmonare acuto (alcuni casi) e dolore retrosternale fino all'infarto miocardico acuto.

- sintomi muscolari e degli organi di senso: dolori nevritici, scotomi, paresi o paralisi, disturbi del linguaggio e disturbi vestibolari.






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