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Aristofane, Acarnesi; Euripide ex machina

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Aristofane, Acarnesi;   Euripide ex machina

riassunto

Dopo aver stipulato una pace personale con Sparta,  Diceopoli è accusato di tradimento dai suoi concittadini. Decide allora di ottenere l'assoluzione suscitando la compassione e la pietà dei giudici, indossano abiti da mendicante e impressionandoli con 'parolucce' e giochi retorici.

Si reca così a casa di Euripide, famoso tragediografo razionalista e modernista noto ( e criticato) per i suoi eroi sconfitti e vestiti di cenci, e gli domanda il costume di uno dei suoi eroi più commoventi.

Dopo un breve dialogo col servo di Euripide, che ha parodicamente assimilato la retorica e la filosofia del padrone, Diceopoli, interrompendo il lavoro di composizione del tragediografo, chiede che gli venga concesso un favore.

Mentre Euripide sfoggia orgoglioso uno ad uno i suoi costumi di stracci, Aristofane, attraverso le parole di Diceopoli sembra inizialmente assecondare Euripide, sottolineando il suo intento di suscitare la pietà dei giudici, mentre in realtà non fa che prenderlo in giro; le richieste di Diceopoli si fanno sempre più ridicole e invadenti, Aristofane si diverte a far arrabbiare Euripide, fin quando , alla fine, lo deride  beffeggiandolo per il mestiere che si diceva facesse la madre, ovvero l'ortolana.

Commento

Questo passo è forse il più evidente ed esplicito esempio di onomasti kvmodein, ovvero la derisione di personaggi reali  chiamati per nome e cognome.

Ciò che Aristofane vuole criticare di Euripide è il carattere innovativo e razionalistico della sua tragedia, caratterizzata da eroi deboli e sconfitti, dalla negazione del mito e della tradizione, influenze della corrente filosofica dei sofisti.

Il fatto che Euripide disprezzasse la tradizione al punto da rifiutare gli eroi e da stravolgerne le qualità era un'offesa alla quale Aristofane rispondeva con passi comici come questo, in cui deride le opere, le idee, i personaggi e le origini stesse di Euripide.

Anche il fatto che Euripide non si scomoda di far entrare Diceopoli nella sua casa, ma lo riceve dal 'carretto' rappresenta una critica: se l'Euripide della commedia è scorbutico con gli ospiti, quello della realtà sarà asociale, individualista, distaccato dalla tradizione, forse troppo intellettuale per le commedie di Aristofane.



Tutto il dialogo è un climax degli intenti dei due: l'ironia di DiceopoliAristofane, inizialmente velata, esplode alla fine con l'allusione alle umili origini di Euripide, mentre il fastidio dell'altro, interrotto nel suo lavoro, represso a fatica all'inizio, si manifesta alle sempre più inopportune richieste di Diceopoli.

L'uso della retorica, della ricerca della compassione attraverso i costumi, che sono un simbolo dell'eloquenza tragica di Euripide, sono caratteristiche  che Aristofane critica, ma che d'altronde anche il suo personaggio usa.

Aristofane si dimostra poco aperto alle innovazioni, che esse siano artistiche, sociali o culturali, come dimostra anche nella Parabasi, dove però l'attacco alla innovazione è più legittimo che in questo passo.


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