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LA NOVELLA DI GIGE E CANDAULE

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LA NOVELLA DI GIGE E CANDAULE


Outos dh wn o Kandaulhs hrasqh ths ewutou gunaikos, erasqeis de enomize oi einai gunaika pollon pasevn kallisthn . Wste de tauta nomizwn, hn gar oi twn aicmojorwn Gughs o Daskulou areskomenos malista, toutw tw Gugh kai ta spoudaiestera twn prhgmatvn uperetqeto o Kandaulhs kai dh kai to eidos ths gunaikos uperepainewn . Cronou dhou pollou dielqontos ,elege pros ton Gughn toiade: Gugh, ou gar se dokew peiqesqai moi legonti peri tou eideos the gunaikos (wta gar tugcanei anqrwpois eonta apistotera ojqlamwn poiee okws ekeinhn qehseaii gumnhn . O de mega ambwsas eipe: Despota, tina legeis logon ouk ugiea, kaleuwn me despoinan thn emhn qehsasqai gumnhn? Ama de kiqwni ekduomenw sunekduetai kai thn aidw gunh. Egw de peiqomai ekeinhn einai pasewn gunaikwn kallisthn, kai seo deomai mh deesqai anomwn . O men dh legwn toiauta apemaceto, arrwdewn mh ti oi ex autwn genhtai kakon.




Allora dunque questo si innamorò della propria moglie ed essendo innamorato riteneva di avere la donna di gran lunga la più bella fra tutte. E così avendo questa opinione(lett. ritenendo queste cose) aveva tra le guardie Gige, lio di Discilo, che gli era molto gradito. Candaule si consigliava con questo Gige sia sulle cose più importanti tra gli affari, sia sull'aspetto della donna lodandola oltre misura. Dal momento che non era trascorso molto tempo disse a Gige così: "Gige dunque non penso che tu sia persuaso da me quando parlo dell'aspetto della donna (capita infatti che per gli uomini le orecchie sono più infide degli occhi), fa' in modo di vederla nuda". Quello dopo aver levato un grande grido disse : "O signore tu fai un discorso non di persona sana ordinandomi di guardare la mia regina nuda? Infatti nello stesso momento in cui una donna si spoglia del vestito si spoglia anche del pudore. Sono persuaso da te del fatto che quella sia la più bella fra tutte le donne e ti chiedo di non chiedermi cose illecite". Allora dicendo queste cose le respingeva temendo che da queste gli capitasse un male.


wn: forma ionica per oun

ewutou forma ionica per eautou

oi: forma che equivale al dativo singolare maschile di autos, che si riferisce a Candaule sogg. di frase, tradotto come dativo di possesso (dat. sogg., nom. compl. oggetto, verbo essere verbo avere, in questa proposizione troviamo infatti gunaika, in accusativo, che è soggetto dell'infinitiva, ma che con il dat. di possesso diventa c. oggetto)

pollon pasewn kallisthn: si riferisce sempre a gunaika kallisthn è un aggettivo di grado superlativo relativo da kalos,h,on, rafforzato da pollon(=di gran lunga la più . ), seguito da un genitivo partitivo.

Wste de: non introduce una proposizione consecutiva dal momento che è anche seguita da un participio (le consecutive introdotte da wste hanno il verbo all' indicativo o all'infinito), è un espressione che si traduce "e così".

oi: dativo singolare maschile che, nella costruzione del dativo di possesso, qui applicata, diventa soggetto.

ta spoudaiestera: "le cose più importanti", superlativo relativo neutro plurale.

uperepainewn: equivale a uperepainwn, tradotto "lodandola oltre misura"

cronoudielqontos: è un genitivo assoluto

peiqesqai moi legonti peiqw all'attivo significa generalmente "persuadere", mentre al medio-passivo seguito dal dativo significa "obbedire a qualcuno" , "essere persuaso da . ". Legonti è un participio congiunto che si riferisce a moi tradotto qui con una subordinata temporale.

tou eideos:sta per eidous

wta..oiujqlamwn: tugcanei regge il participio predicativo del soggetto eonta, riferito a  wta, dunque si traduce "infatti le orecchie per gli uomini sono per caso più infide degli occhi (apistotera aggettivo ativo seguito dal secondo termine di paragone in genitivo)", oppure una migliore traduzione è"capita infatti che per gli uomini le orecchie sono più infide degli occhi".

poiee:è un imperativo che presenta la forma distratta, ossia senza contrazione di e+e=ei, che regge la proposizione completiva introdotta da okws(=opws) + futuro di qeaomai.

ambwsas: participio ionico dal verbo anaboaw.

kiqwni: deriva da citwn, onos

seo: sta per sou deomai in greco si costruisce con il genitivo (=ti chiedo)

arrwdewn mh: costrutto dei verba timendi (mh + congiuntivo o ottativo obliquo, quando si teme che avvenga qualcosa che non si desidera = temo che . , mh ou + congiuntivo o ottativo obliquo, quando si teme che avvenga qualcosa che si desidera = temo che non . )

oi: forma che equivale al dativo singolare maschile di autos genhtai (congiuntivo presente da gignomai) si traduce col significato di "capita che".






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