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'LE METAMORFOSI o L'ASINO D'ORO': ROMANZO DI APULEIO

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'LE METAMORFOSI o L'ASINO D'ORO': ROMANZO DI APULEIO


Le 'Metamorfosi' sono l'elaborazione latina di un romanzo greco del quale è rimasto solo un compendio (epitome). Nel romanzo originale greco mancano, tuttavia, la conclusione religiosa e i moduli con sfondo religioso, che costituiscono dunque un'aggiunta di Apuleio.

L'eroe della vicenda è Lucio, trasformato per errore in asino: recatosi infatti in Tessaglia, spinto dalla 'curiositas', il giovane vuole sperimentare le arti magiche della moglie del vecchio che lo ospita, con l'aiuto della serva Fotide, con cui intreccia una relazione; ma Fotide gli dà un unguento magico sbagliato e Lucio, invece che in uccello, come aveva fatto la padrona, si trasforma in asino. Cominciano qui le avventure dell'uomo-asino, che il giorno dopo la trasformazione non riesce a mangiare i petali di rosa che gli avrebbero restituito la sua forma umana, in quanto, durante la notte, è portato via con il resto del bottino da alcuni ladri penetrati nella casa e condotto nel rifugio, dove è tenuta prigioniera una fanciulla, custodita da una vecchia. Qui è inserita la favola di Amore e Psiche, che la vecchia narra alla fanciulla per distrarla. Quest'ultima, liberata dal fidanzato, travestito da ladrone, per riconoscenza verso l'asino, che aveva fatto di tutto per salvarla, lo cura e lo manda in camna, presso dei contadini, che lo maltrattano. Morta la fanciulla e il giovane, che nel frattempo era divenuto suo marito, fuggono e dopo varie peripezie, vendono l'asino a dei Galli, sacerdoti di Cibele. Si susseguono, quindi, vari padroni: un mugnaio, un ortolano, un soldato, due fratelli, un pasticcere e un cuoco. Divenuto un'attrazione, perché scoperto a mangiare i pasticcini dei suoi padroni, l'asino viene esibito in pubblico; ma, quando sta per essergli imposto uno spettacolo indecente in teatro, riesce a fuggire. Addormentatosi sulla riva del mare, gli appare in sogno Iside, che gli dice di mangiare le rose che il giorno dopo, durante una processione in suo onore, il sacerdote terrà tra le mani. Lucio segue il consiglio e, riacquistato l'aspetto umano, si fa iniziare ai misteri della dea e, giunto a Roma, anche al culto di Osiride, di cui diventerà pastoforo.



Le 'Metamorfosi' di Apuleio sono, come hanno osservato i critici, un'opera composita, in tutti i sensi. Ad un fondamentale nucleo narrativo che riguarda Lucio, si intrecciano elementi narrativi secondari di vario genere, che vanno dalle digressioni retoriche, all'allegoria, alle inserzioni novellistiche magiche e realistiche.

E proprio per questa ispirazione di stampo mistico e realistico che nascono alcuni problemi di tipo critico e interpretativo, riassumibili, comunque, in quello principale dell'unità del romanzo: unità di ispirazione e di composizione, soprattutto per quel che riguarda il divario tra il realismo dei primi dieci libri e il misticismo dell'undicesimo. Quest'ultimo, insieme con la favola di Amore e Psiche, ci fornisce una chiave interpretativa nuova: il romanzo come una grande allegoria che, attraverso un intrico di vicende, delinea l'itinerario dell'anima umana, dall'esperienza della corruzione terrena, alla purificazione della redenzione.

E, per quanto concerne le novelle , sono di una fondamentale importanza sia perché frutto della tradizione orale e scritta sui culti misterici, sia perché sono utili per la definizione dei rapporti tra Apuleio e la cultura greca. Tali rapporti, infatti, sono riscontrabili per la presenza della tradizione milesia, in particolare nelle novelle di tipo erotico e magico, dove Apuleio diviene uno dei più autorevoli rappresentanti della tradizione milesia.

A parte va considerato il racconto di Amore e Psiche, che è una favola e, come tale, risale ad altre fonti, anch'esse appartenenti alla cultura greca. Alcuni grammatici di poco posteriori ad Apuleio, ricercarono piuttosto nella novella il significato simbolico; mentre, critici più recenti, fondandosi su alcune analogie con le fiabe popolari, lo hanno considerato la novella come un 'tessuto di motivi popolari', sapientemente unificati da Apuleio. Ma bisogna riconoscere anche grande importanza agli influssi eruditi e mitologici, attingendo alla tradizione alessandrina, dove 'la mitologia ellenica ed ellenistica era sovrapposta ai miti orientali'.

Anche nella lingua e nello stile, mentre si fa interprete dei gusti dell'epoca, Apuleio resta originale. Egli riesce a fondere insieme il termine arcaico con quello popolare, ottenendo, così, una certa espressività nella forma e nel linguaggio; nel momento in cui, inoltre, usa espressioni popolari e tipiche del linguaggio comune, non dimentica gli effetti stilistici nuovi che la retorica e l'oratoria del tempo perseguivano. Da ciò le assonanze, le rime, la varia sonorità del suo linguaggio, la sua inesauribile capacità di invenzione stilistica e linguistica.

Apuleio raggiunse la fama e la gloria già in vita. Una statua gli fu eretta dai dignitari di Cartagine, un'altra, nella stessa città, gli fu dedicata da privati. La morte non oscurò il suo nome: per molti secoli, fino al Medioevo, egli fu, infatti, ricordato soprattutto per la presunta pratica delle arti magiche. Ai tempi di S.Agostino, che comunque non lo apprezzò, il suo romanzo era molto conosciuto, ma non sempre giudicato. Per esempio, alla fine del II secolo, come attesta Giulio modulino, la lettura dell'opera era additata come segno di superficialità letteraria.

Dal XIV secolo in poi, inoltre, l'opera incontrò sempre larga fortuna, trovando ammiratori entusiasti, quali Petrarca e Boccaccio, suoi imitatori e traduttori. Ma più in generale, le 'Metamorfosi' costituirono un vivaio di motivi e una fonte di temi per molti scrittori, fino anche al XVIII e al XIX secolo, poiché da esse dipendono racconti e romanzi picareschi, strutturati su una serie di personaggi come Pinocchio di Collodi e Gregor Samsa di Kafka. 





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