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Appunti di Chimica

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Appunti di Chimica

LA MATERIA

La materia è tutto ciò che ha massa e occupa uno spazio. La materia, sin dall'antichità, poteva essere considerata in due modi:
continua = sempre divisibile;
discontinua = a un certo punto non si può più dividere.
Democrito definì l'atomo come la porzione di materia non più divisibile. Il suo atomo è diverso dal nostro; bisogna aspettare il 1800 per avere una teoria atomica: quella di Dalton , che si basa su 4 principi:
1. La materia è costituita da atomi
2. Gli atomi sono indivisibili (errato)
3. Le sostanze semplici hanno atomi tutti dello stesso tipo
4. Le trasformazioni della materia non sono altro che l'unione e la divisione di atomi.
La materia può presentarsi sotto 3 aspetti  O STATI DI AGGREGAZIONE: solido, liquido, gassoso. Sulle stelle esiste lo stato di plasma. I solidi hanno volume e forma propria, i liquidi hanno volume proprio ma la forma del recipiente e i gas non hanno forma e volume propri.

SISTEMI E MISCUGLI
MISCUGLIO = insieme di sostanze diverse con proprietà chimico fisiche diverse.
Es: l'aria è un miscuglio di diversi gas; acqua + alcool formano un miscuglio (soluzione); una roccia è un miscuglio di minerali.
SISTEMA = uno o più corpi che per un dato fenomeno si comportano come un tutt'uno.
FASE = una parte di un sistema con proprie caratteristiche chimico fisiche.
I sistemi possono essere:
OMOGENEI, se sono costituiti da una sola fase,
ETEROGENEI, se sono costituiti da più fasi. Es : l'aria è un sistema omogeneo dal punto di vista fisico ma non da quello chimico, l'acqua minerale è un sistema omogeneo fisicamente ma non chimicamente.

Un elemento semplice è un sistema omogeneo sia fisicamente sia chimicamente.
I sistemi omogenei possono essere definiti MISCUGLI, SOLO FISICAMENTE. ES: olio e aceto che rimangono separati sono un sistema eterogeneo; acqua e olio si definiscono come EMULSIONE = 2 liquidi che non si mescolano; acqua e farina si definiscono come SOSPENSIONE = un liquido e un solido che non si mescolano.

Esistono sistemi di separazione che permettono di dividere le varie parti di un miscuglio o di un sistema:
DECANTAZIONE = è un sistema che serve per separare le fasi di una sospensione
CENTRIFUGAZIONE = si usa per le sospensioni ma anche per le emulsioni
DISTILLAZIONE = è un metodo che può separare le emulsioni, le soluzioni e anche la parte liquida di una sospensione. Si basa sull'evaporazione di liquidi che vogliamo separare. Dato che ogni liquido ha un diverso punto di ebollizione, lo si sfrutta per la loro separazione.

SOLUZIONI COLLOIDALI = sono miscugli che non si possono definire né omogenei né eterogenei, perché sono di solito costituiti da una fase in cui ne è presente un'altra le cui particelle hanno dimensione compresa tra 1 µm (10 -6 m) e 1 nm (10 -9 m) sono dette particelle colloidali. Se queste particelle avessero una dimensione superiore al
µm allora si parlerebbe di sospensione, se fossero inferiori al nm si parlerebbe di soluzioni. Le particelle colloidali possono essere di 3 tipi:
1. Aggregati di atomi ( oro colloidale)
2. Aggregati di molecole (S colloidale)
3. Macromolecole ( proteine)





Ci sono 3 tipi di soluzioni colloidali:
1. SOL: liquido + particelle colloidale solide, es: brodo di carne, albume uovo
2. GEL : solido + parti colloidali liquide I sol possono trasformarsi in gel e viceversa cambiando la temperatura: brodo in gelatina e albume cotto; in alcuni casi i processi sono reversibili, altre volte no
3. AEROSOL : gas + liquido o solido. Es: nebbia o smog.
In un sistema colloidale le particelle sono visibili grazie all'effetto TYNDALL : consiste nel far attraversare la soluzione colloidale da un fascio di luce e osservare tutto ortogonalmente rispetto al fascio luminoso. Nella parte illuminata si distinguono delle particelle in movimento: le particelle colloidali sono dotate di un moto detto BROWNIANO, disordinato che permette a queste di rimanere in sospensione.






LEGGE DELLA CONSERVAZIONE DELLA MASSA O DI LAVOISIER (fine 1700)
La materia si trasforma e non può essere né creata né distrutta. Per Lavoisier la massa dei reagenti deve essere uguale alla massa dei prodotti.
LEGGE DELLE PROPORZIONI DEFINITE E COSTANTI O LEGGE DI PROUST (1799).
Due elementi si combinano secondo un rapporto in peso definito e costante; il rapporto è definito da numeri piccoli.
Cu + S     CuS :solfuro rameico.
Il rapporto atomico è 1:1, ma questo Proust non lo sapeva e il rapporto tra i pesi notando che per ottenere un composto omogeneo il rapporto tra i reagenti doveva essere 2:1. Questo è il rapporto tra i pesi atomici.
LEGGE DI DALTON (DELLE PROPORZIONI MULTIPLE) (1803)
Questa legge anticipa la teoria atomica: quando 2 elementi si combinano formando + di un composto, una stessa quantità di un elemento si combina con quantità multiple del secondo. Il rapporto di combinazione è espresso da numeri interi e piccoli. Dalton lavora ancora con i pesi perché non conosce ancora gli atomi. I numeri sono sempre interi perché gli stomi si combinano interi.
LEGGE DI GAY-LUSSAC (1809)
Questo studioso francese si occupava dei gas; questa è una legge volumetrica. Quando 2 gas si combinano lo fanno secondo volumi che stanno tra loro e il prodotto di reazione in rapporto semplice.
1l O + 2l H    2l H2O (GAS)
1  :    2    : 2

1l N  + 3l H 2l NH3
1  :   3  :   2

1l H + 1l Cl 2l HCl
1 :    2   :    2

LEGGE DI AVOGADRO (1811)
Avogadro è uno scienziato italiano che fu il primo ad introdurre il concetto di molecola e aggiunse che i gas hanno molecole biatomiche. Volumi = di gas diversi contengono lo stesso numero di molecole nelle stesse condizioni di temperatura e pressione. Questo spiega la legge di Gay-Lussac.
1 O2 +2 H2   2 H2O
Avogadro non venne creduto finché dopo circa 50 anni Cannizzaro nel 1858 ripropose il concetto di molecola. Per molecola si intende la più piccola parte di una sostanza, semplice o composta, che mantiene le caratteristiche chimico-fisiche di quella sostanza. Le molecole di sostanze semplici (H2 ,S8) sono formate da atomi =.


PESI E MASSE DI ATOMI E MOLECOLE.
L'unità di misura è la 12a parte del 12C (12 = n massa =n + p), che pesa 1 Dalton ( il 12C = 12 Dalton). 1 D = UNITà DI MASSA ATOMICA (u).
1 D=1,66 * 10 -24 g  peso di un nucleone.
Protoni e neutroni presi singolarmente pesano di più che presi all'interno di un nucleo(misure prese singolarmente :p = 1,007 u, n = 1,008 u).
Ar     peso atomico o massa atomica relativa : rapporto tra il peso dell'elemento                  considerato e la 12a parte del 12C.
Mr peso molecolare o massa molecolare relativa :sommatoria delle masse atomiche                               relative degli atomi della molecola.
Nelle tavole periodiche viene espresso un n° medio: ogni elemento chimico in natura si presenta i forme diverse, chiamate ISOTOPI, ogni elemento ha in media 2/3 isotopi.
Gli isotopi però hanno tutti le stesse caratteristiche chimico-fisiche.
11H 2H 3H il numero al piede è z, cioè il numero atomico degli e- o dei p; il numero in alto è quello di massa. il prozio è la maggior percentuale, il deuterio è poco presente e il trizio è presente solo in tracce .
126C 98,892%    136C 1,108 %  146C tracce  
Ar =12,011 media aritmetica ponderata.
Il peso di una mole corrisponde a Ar o M*Na (numero Avogadro) espressi in g. la mole è una unità di misura della quantità di sostanza. La massa molare si misura in g/mole.
M= massa molare.
VOLUME MOLARE (soprattutto per i gas) è il volume che occupa una mole di qualsiasi gas in condizioni normali, cioè alla temperatura di 0° C e alla pressione di 1 atm.
V = 22,414 l. Es: se prendo una mole di H (cr. 2 g) o di O (cr. 32 g) entrambi occupano lo stesso volume.







La teoria di Dalton non riusciva a spiegare i fenomeni elettrici della materia:
1- elettrizzazione per strofinamento
2- la conducibilità elettrica delle soluzioni
3- le radiazioni emesse dalla materia.

1 il termine elettricità deriva da electron che significa 'ambra', infatti già gli antichi greci sapevano che se si strofinava l'ambra essa attraeva piccoli pezzi di sambuco. Questo processo consiste nella elettrizzazione del materiale, cioè lo strofinamento fa trasferire degli elettroni che nel caso dell'ambra, dell'ebanite e del polietilene vanno a caricare questi materiali negativamente (gli elettroni passano dal panno alla bacchetta). Il vetro, se caricato, si carica positivamente perché cede elettroni. In un pezzetto di carta le cariche negative vengono attratte dalla parte dell'oggetto elettrizzato (si parla di elettrizzazione per induzione). Questo fenomeno verrà studiato da Coulomb e si scoprì che cariche di segno opposto si attraggono e segni 0 si respingono. Lui stesso scoprì la forza elettrostatica, con cui particelle cariche si attraggono e respingono.
L'unità di misura della carica elettrica è il Coulomb.

CAMPO ELETTRICO: campo all'interno del quale agiscono forze elettriche.
Si può vedere l'effetto unendo due piastre metalliche parallele unite a un generatore di corrente elettrica continuo (batteria). Un polo  fa essere una piastra  e viceversa. Se immetto tra le piastre una particella carica essa verrà attirata dalla carica opposta, secondo le LINEE DI FORZA, internamente perpendicolari alle piastre e esternamente incurvate, e sono tangenti punto per punto alla forza. 

2 anche le soluzioni possono condurre la corrente elettrica se però in essa sono già presunte delle cariche elettriche sotto forma di ioni: questi studi furono compiuti da FARADAY; anche lui come Coulomb non riuscì a trovare dove fossero queste cariche.

3 ci sono molti elementi chimici che emettono delle radiazioni, cioè sono radioattivi. Il primo ad accorgersene fu BEQUEREL (si dice avesse lasciato dei sali di uranio sopra una scatola contenente delle lastre fotografiche; quando sviluppò queste lastre si accorse che erano rimaste impresse anche dove non erano state emesse alla luce: dedusse che dall'uranio uscissero delle radiazioni simili a quelle della luce ma più penetranti. Gli studi sulla radioattività furono portati avanti dai coniugi Curie, i quali scoprirono i raggi a, ß, γ, rispettivamente attirati dalla piastra T, dalla  e non attirati dalle cariche.
a: sono nuclei di elio, He++ , sono poco penetranti e vengono schermati da un foglio di carta, però ionizzano i gas.
ß:Sono gli elettroni, sono un po' più penetranti e per schermarli serve un foglio di alluminio e ionizzano poco i gas.
γ:non hanno carica né massa ma sono molto penetranti, per schermarli occorre una lastra di Pb molto spessa o una parete di calcestruzzo (sono più potenti dei raggi x).

PRINCIPALI PARTICELLE ATOMICHE
PARTICELLA CARICA MASSA SIMBOLO*
ELETTRONE - 1/1836 u E-  0-le
PROTONE + 1,007 u P  11p 
NEUTRONE NESSUNA 1,008 u n  10n 

*il simbolo in alto indica la massa, quello in basso la carica.





DALTON considerava l'atomo come una piccolissima particella di materia indivisibile.
THOMSON 'modello a panettone' considerava l'atomo come una sfera di materia positiva inframmezzata da piccole particelle negative.
RUTHERFORD 'modello etario' in cui i neutroni e i protoni stava no nel nucleo e gli elettroni come pianeti in moto più o meno circolare. riuscì a dimostrare che l'atomo è essenzialmente vuoto e la materia è concentrata nel nucleo (fece un'esperienza con un foglio d'oro molto sottile  bombardandolo con raggi alfa e osservò che il 99% di essi attraversava la lamina e se passavano molto vicino agli altri elettroni venivano deviati per uguaglianza di cariche). Calcolò anche il rapporto tra la dimensione del nucleo e quella dell'atomo:1/10 000.Gli elettroni si muovono intorno al nucleo senza cadervi sopra perché alla forza elettrostatica di attrazione del nucleo si contrappone la forza centrifuga dovuta al loro movimento. Questo modello, secondo la fisica classica, non era corretto, perché una particella carica, dotata di moto accelerato, tenderebbe a perdere energia sottoforma di luce e quindi in una frazione di secondo cadrebbe sul. Questo non succede nucleo perciò qualcosa n!
on va bene, infatti si inventerà una nuova fisica.






Sin dal 1660 si svilupparono 2 correnti di pensiero: una affermava la natura corpuscolare della natura (tra cui c'era Newton), cioè che fosse materia, l'altra affermava la sua natura ondulatoria. Oggi si sa che ha entrambe le nature; se la consideriamo come un'onda è molto simile a un'onda meccanica.
   CRESTA O MAX
 
M   
P
I
E                       DIREZIONE DI
Z                       PROAZIONE         

A    MINI O AVVALLAMENTI

   LUNGHEZZA D'ONDA, distanza tra 2 creste (lambda)
 t    PERIODO , intervallo di tempo che interrompe tra 2 max.
    FREQUENZA, numero di max che passano nell'unità di tempo; si misura in Hertz 
          o vibrazioni al secondo.

La velocità delle onde luminose è prossima a 300 000Km/s.

       siccome
  
LA LUNGHEZZA D'ONDA E' INVERSAMENTE PROPORZIONALE ALLA FREQUENZA.

La luce visibile, quella bianca, rappresenta solo una parte di tutte le radiazioni elettromagnetiche che esistono, prodotte dalle stelle. L'insieme di tutte le radiazioni prendono il nome di SPETTRO SOLARE.


RAGGI CORMICI RAGGI
  RAGGI X UV LUCE BIANCA INFRAROSSI MICRO ONDE ONDE RADAR ONDE RADIO
 -l4 m
v=1022 -6 m
v=104 1 nm
v=106

Questo spettro fu scoperto da Maxwell ma prima di lui Newton aveva scoperto che la luce bianca è formata da 7 radiazioni diverse monocromatiche (fece passare un fascio di luce attraverso un prisma di vetro che le fa subire 2 rifrazioni: in uscita la luce si apre a ventaglio e si divide in 7 colori). I colori sono : rosso, arancioni, giallo, verde, azzurro, indaco, violetto. Il rosso ha la radiazione meno energetica , il violetto è il più energetico (da lambda=o,7nm a 0.4). I 7 colori si chiamano anche spettro della luce bianca, infatti per rispetto si intende l'analisi di luce visibile fatta dal prisma di vetro.
Esistono diversi tipi di spettro:
   EMISSIONE                      ASSORBIMENTO



 CONTINUI      A RIGHE                   A RIGHE
luce bianca gas incandescenti                  gas freddi
          (striscia nera con righe colorate)   ( striscia colorata con righe nere)


Qualsiasi materiale portato ad elevata temperatura comincia ad emettere luce.
- Gli spettri di emissione continui sono prodotti da tutti i corpi solidi , liquidi o gassosi portati ad alta temperatura e ad alta pressione.
- Ho uno spettro a righe di emissione quando ci sono sostanze trasformate in vapori ad alta   temperature ma a basse pressioni. In queste condizioni ogni elemento chimico emette una luce colorata che analizzata corrisponde a un numero preciso di righe nello spettro.
- E' sempre a righe ed è dovuta a gas freddi che vengono interposti fra 1 sorgente di luce bianca e il prisma di vetro. Il gas assorbe le radiazioni dalla luce bianca .

Le righe di emissione e di assorbimento dello stesso elemento si trovano nella stessa posizione e nello stesso numero e quindi costituiscono una carta di identità dell'elemento stesso. Anche per lo studio delle stelle ci si basa sullo spettro della luce che emettono.
Ogni radiazione ha una propria energia che dipende dalla frequenza e dalla lunghezza d'onda (in modo inverso). Un tempo si pensava che così come la luce arriva in modo continuo così anche l'energia ad essa associata arrivasse in modo continuo. Negli spettri però (in particolare di emissione a righe) si può vedere che non sempre arriva la luce e quindi nemmeno l'energia. MAX PLANCK, nel 1900, per spiegare questi spettri introdusse la teoria quantistica, e disse che dato che la luce non arriva in continuazione sarà un fenomeno discontinuo e così pure la sua energia. Considerava la luce discontinua così come la materia. Introduce il concetto di quanto di energia, una quantità piccola e definitiva in cui può essere divisa l'energia, e formulò anche la legge dell'energia di un'onda.


E = h * v

  
  Frequenza
Costante di Planck

Einstein nel 1905 introdusse ulteriormente il concetto di quanto di luce, cioè il FOTONE, che è una particella di luce e in particolare avvalorò la teoria corpuscolare della luce, cioè che la luce si comporta come la materia (si dimostra con l'EFFETTO FOTOELETTRICO.)

          UV   e-  
             
           +   +    +   +        
Lastra metallica     +    +   +    +

Una lastra colpita da UV si carica positivamente perché la luce manda via e-, perciò la luce ha materia corpuscolare. LA LUCE HA NATURA ONDULATORIO-CORPUSCOLARE. Einstein arrivò a far corrispondere E e materia con la legge E = m * c2

MODELLO ATOMICO DI NIELS BOHR (1913).
Il modello etario venne riproposto però Bohr si appoggiò alla fisica quantistica e disse che gli e-, come la luce, possiedono dell'energia in forma quantizzata, cioè precise e determinate quantità di energia. Arrivò a formulare il suo modello studiando lo spettro dell'H, che ha 4 righe. Il suo modello poggia su 2 postulati:
1-l'e- nello stato stazionario (naturale) non perde energia ma si limita a ruotare intorno al nucleo su orbite, o meglio, su livelli energetici (stati stazionari o quantizzati)
2-l'e- emette energia solo quando si sposta da un livello + esterno ad un + interno. Questa energia corrisponde esattamente alla differenza di energia tra i 2 livelli e corrisponde a una particolare luce. Fornendo energia (elettrica, ecc) ad un e- questo si allontana dal nucleo su un'orbita più esterna ma ci sta pochissimo e torna indietro liberando l'energia che gli aveva dato sottoforma di luce.
Le 4 righe dell'H sono 4 salti che fa l'e- . Gli e- , secondo Bohr, stanno su livelli circolari con energia crescente man mano che ci si allontana dal nucleo. Introdusse anche il NUMERO QUANTICO PRINCIPALE (n), assume valori tra 1 e 7 e indica le orbite, i livelli energetici possibili, la dimensione e la loro energia. Il raggio di ogni orbita è uguale a 53 * n2 pm.
I livelli vengono anche chiamati GUSCI e possono essere indicati dalle lettere (dalla k alla q). si può calcolare anche il numero massimo di e- presenti in un guscio. 2*n2 (2,8,18,32). Vale sempre il fatto che gli e- di valenza , cioè i più esterni, sono al max 2.
Il modello di Bohr era adatto solo per l'atomo di H dove c'è solo 1e-; negli atomi più complessi questo modello non è più sufficiente perché negli atomi più complessi gli e- hanno orbite diverse da quelle circolari. Un contemporaneo, SOMMERFIELD (1915) INTRODUSSE IL CONCETTO DI ORBITE ELLITTICHE O ANCHE Più COMPLESSE E INTRODUSSE ANCHE IL NUMERO QUANTICO SECONDARIO (l) e indica la forma delle orbite. l assume i valori compresi tra 0 e n-l (es: per n=1 l=0 l'orbita è circolare, per n=2 l=0 e l=1 orbita circolare + ellittica).
Introdusse inoltre il NUMERO QUANTICO MAGNETICO (m) che definisce l'orientamento delle orbite. Può assumere i valori tra -l e +l (per l=0 m=0 ha solo 1 orientamento, per l=1 m=-l,0,+1 le orbite ellittiche possono avere tre orientamenti).
PAULI, un suo allievo, nel 1924, introdusse il NUMERO QUANTICO DI SPIN (MS) che dà informazioni sulla rotazione dell' e- intorno al proprio asse.
Può assumere 2 valori: +1/2 e -l/2 (senso orario e antiorario), introdusse anche il PRINCIPIO DI ESCLUSIONE: 2 e- dello stesso atomo non possono avere tutti e 4 i numeri quantici uguali, al massimo 3. Se hanno i primi 3 = sono sulla stessa orbita ma hanno spin opposti.
Riprendendo la legge 2*n2 , possiamo affermare che dato che in ogni orbita ci sono al massimo 2 e-, nei gusci dal 2° in poi ci sono più orbite.

HEISEMBERG(1927)
E' un tedesco che elaborò il PRINCIPIO DI INDETERMINAZIONE : dato che l' e-   si muove ad
alta velocità su orbite ondulate è praticamente impossibile determinare contemporaneamente la posizione esatta e la velocità dell' e-. infatti per individuarlo si devono usare dei fotoni che influenzano l' e- quando lo incontrano, a causa del loro comportamento corpuscolare. Perciò è impossibile parlare di orbite.

SCHRÖDINGER(1626)
CONCETTO DI ORBITALE. Formulò un'equazione matematica in cui cercò di spiegare il comportamento dell'elettrone considerando entrambe le sue nature. Arrivò alla conclusione che l'elettrone occupa uno spazio intorno al nucleo, più ci si avvicina a ad esso, maggiore è la possibilità di trovare l'elettrone. Questo spazio si definisce ORBITALE o NUVOLA ELETTRONICA perché ci sono molti punti vicini. e una nuova lettera: Ψ (PSI) FUNZIONE D'ONDA. Ψ2  rappresenta la DENSITA' DI PROBABILITA' di trovare l'elettrone. L'orbitale è lo spazio in cui l'elettrone si trova con la massima densità di probabilità
(min 90%) in funzione della sua energia. Per gli orbitali valgono ancora i 4 numeri quantici e anche il principio di esclusione di Pauli.

n da 0 a 7 indica il livello energetico che, all'aumentare di n, aumenta di dimensione ed energia. Vale ancora la legge 2n2 per stabilire il numero massimo di elettroni(fino al 4° livello poi ci sono delle eccezioni).
l angolare da 0 a (n-l), stabilisce la forma dell'orbitale e corrisponde al sottolivello:
l=0 orbitale s, il più semplice   SFERICO
l=1 orbitale p , a CLESSIDRA
l=2 orbitale d, a quattro lobi , a FIORE
l=3 orbitale f, a otto lobi


  +En  l=3  f
l=2  d
l=1  p
n=4 l=0  s

l=2  d
l=1  p
n=3 l=0  s

l=1  p
n=2 l=0  s

n=1 l=0  s
   -En


Il numero dei sottolivelli corrisponde al numero quantico principale. Gli elettroni presenti nei vari orbitali prendono il nome dei vari orbitali, formato da n seguito dalla lettera che corrisponde al tipo di orbitale. Per il principio di Pauli in ogni orbitale ci sono al massimo due elettroni.





m NUMERO QUANTICO MAGNETICO va da +l a -l e indica l'orientamento degli orbitali.

per l=0 m=0 ha solo un orientamento

Per l=1 m=0
m=+1 ci sono tre orbitali diversi di tipo p disposti
m= -l.    secondo i tre assi sectiunesiani

Per l=2     m=0
m=+1 ci sono cinque orbitali diversi per forma
m= -l
m=+2
m=-2

per l=3 m=0
m=+1
m=-l   ci sono sette orbitali, alcuni = ma con
m=+2  orientamenti diversi.
m=-2
m=+3
m=-3

Il numero quantico di spin ms assume sempre e solo due valori:+1/2 e -l/2.
L'orbitale viene rappresentato anche con quando è pieno.



ORBITALI DI TIPO s.
Sono sferici, presenti in tutti i livelli( 1s7s), la differenza tra l'uno e l'altro sta nella dimensione e nell' energia.
ORBITALI DI TIPO p.
La loro forma è quella a clessidra, sono sempre presenti in triplette e sono presenti dal 2° al 6° livello. Sono tra loro isoenergetici.
ORBITALE DI TIPO d.
Hanno forme più complesse e variegate e hanno diversi orientamenti; sono presenti in quintetti e sono presenti dal 3° al 6° livello.(max 10 elettroni).



ORBITALE DI TIPO f.
Sono i più complessi, si trovano a gruppi di 7 e sono presenti nel 4° e nel 5° livello.
  
1s
2s 2p
3s 3p 3d
4s 4p 4d 4f
5s 5p 5d 5f
6s 6p 6d
7s

VARIAZIONE DI ENERGIA NEGLI ORBITALI
L'energia aumenta sia all'aumentare di n ma anche all'aumentare di l. In base all' Є degli orbitali si stabilisce anche l'ordine di riempimento. Infatti si riempiono prima i livelli con energia minore e l'energia si calcola: Є= n+l
FORMULA ELETTRONICA
Rappresenta la distribuzione nei vari orbitali degli elettroni di un elemento allo stato fondamentale. Per ricavarla bisogna tener conto delle seguenti regole:
1-gli elettroni occupano prima gli orbitali liberi con minore energia
2-un orbitale contiene al massimo due elettroni
3-se vi sono due elettroni, in uno stesso orbitale, per il principio di Pauli devono avere   ms opposto.
4-avendo a disposizione due orbitali isoenergetici, uno vuoto e l'altro semipieno, un  elettrone si andrà a disporre in quello vuoto con spin parallelo all'altro elettrone:   REGOLA DI HUND
    Esempio: Cripto, Z (numero elettroni) =36
    1s2, 2 s2 ,2p6,3s2,3p6,4s2,3s2,3d10,4p6



 NOME    SIMBOLO FATTORE DI MOLTIPLICAZIONE
Tera   T       1012
Giga   G       109
Mega  M       106
Chilo  k   103
Etto    h       102
Deca  da      101
Deci   d   10-l
Centi  c   10-2
Milli    m       10-3
Nano  n   10-9
Pico    p   10-l2
Femto f   10-l5
Atto    a   10-l8







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