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the Puritan Mind

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La teologia puritana era di stampo calvinista e comprendeva la predestinazione e il patto tra Dio e la comunità dei santi visibili, definita da Cartwright e Perkins come il patto di salvezza promessa ad Abramo da Dio esteso alla comunità dei cristiani.

I puritani credevano che, in virtù di tale patto, se il fedele avesse avuto fede in Cristo e nella Sua opera, si sarebbe salvato e che ogni individuo deve vivere in modo coerente la propria fede per poter ricoprire il ruolo a lui assegnato nella società secondo le proprie capacità.

Secondo i puritani la chiesa doveva essere svincolata dal potere politico in quanto Crsto è il solo capo della chiesa; essi affermavano perciò la necessità che l'autorità suprema risiedesse in un gruppo di 'anziani' eletti direttamente dai fedeli e la libertà da parte di ogni uomo di aderire o no ad una religione.



La loro spiritualità era basata sulla valorizzazione dell'interiorità e della morale; inoltre essi si opponevano con forza alle feste e alle rappresentazioni teatrali che avevano caratterizzato l'epoca elisabettiana (sotto il Protettorato di Oliver Cromwell in Inghilterra vennero chiusi tutti i teatri e i luoghi di divertimento.).

Il punto principale del Puritanesimo era la suprema autorità di Dio sulle questioni umane, particolarmente nella chiesa, e specialmente come espresso nella Bibbia. Questa visione li condusse a ricercare la conformità individuale e collettiva agli insegnamenti biblici, e ciò li condusse ad inseguire la purezza morale fino al più piccolo dettaglio così come la purezza ecclesiastica al più alto livello.

A livello individuale, I Puritani enfatizzarono che ogni persona avrebbe dovuto essere continuamente riformata dalla grazia di Dio per combattere contro il peccato insito nell'uomo e fare ciò che è giusto davanti a Dio. Una vita umile ed obbediente sarebbe adatta ad ogni Cristiano.

A livello del corpo ecclesiastico, i Puritani credevano che il culto della chiesa avrebbe dovuto essere strettamente regolato da ciò che è comandato nella Bibbia (principio regolativo del culto). I Puritani condannavano come idolatria molte pratiche di adorazione, che i loro avversari difendevano con la tradizione, ignorando l'antichità di tali pratiche o il fatto che la loro adozione fosse ampiamente diffusa fra i Cristiani. Come alcune chiese Riformate nel continente Europeo, le riforme Puritane erano caratterizzate da pochissimi rituali e decorazioni e da un'evidente enfasi sul sermone. Essi eliminarono l'utilizzo di strumenti musicali nelle loro pratiche di culto, per diverse ragioni teologiche e pratiche. Fuori dalla chiesa comunque i Puritani erano abbastanza appassionati della musica e la incoraggiarono in alcuni casi.

Un'altra importante distinzione era l'approccio Puritano alle relazioni fra chiesa e stato. Essi si opponevano all'idea Anglicana della supremazia del monarca nella chiesa (Erastianismo), e, come Calvino affermavano che l'unico capo della Chiesa celeste o terrena è Cristo (non il Papa o l'Arcivescovo di Canterbury). Comunque, credevano che i governi secolari fossero responsabili davanti a Dio (non attraverso la Chiesa, ma a fianco di essa) e che avessero il compito di proteggere e ricompensare la virtù, inclusa la "vera religione", e punire chi sbagliava - una politica che si può descrivere più come di non-interferenza piuttosto che di separazione fra chiesa e stato. I Congrezionalisti, una parte del movimento Puritano più radicale dei Puritani Anglicani, credevano che il Diritto Divino dei Re fosse eresia, un credo che venne ancora più sostenuto durante il regno di Carlo I d'Inghilterra.

Altre importanti opinioni dei Puritani:

un'enfasi sullo studio privato della Bibbia

il desiderio di educazione e illuminazione per le masse (specialmente perché i fedeli potessero leggere la Bibbia da soli)

il sacerdozio universale

la percezione del Papa come Anticristo

la semplicità nel culto, l'esclusione di paramenti sacri, immagini, candele, ecc.

alcuni approvavano la gerarchia ecclesiastica, ma altri cercarono di riformare la chiesa episcopale sul modello presbiteriano. Alcuni separatisti Puritani erano presbiteriani, ma la maggior parte era congrezionalista.

Oltre a promuovere l'educazione laica, per i puritani era molto importante che i pastori fossero colti e a passo con i tempi, che potessero leggere la Bibbia nelle versioni originali in greco, ebraico e aramaico, che conoscessero la tradizione della chiesa antica e moderna e i saggi degli eruditi che erano molto spesso scritti in latino. Perciò molti dei loro ecclesiastici intrapresero studi rigorosi alle università di Oxford o di Cambridge prima di ricevere l'ordinazione. I loro passatempi consistevano nel discutere la Bibbia e le sue applicazioni pratiche, così come la lettura dei classici come Cicerone, Virgilio e Ovidio. Essi inoltre incoraggiarono la composizione di poesie di argomento religioso, sebbene evitassero la poesia erotico-religiosa, ad eccezione del Cantico dei Cantici, che consideravano poesia di altissimo livello, senza alcun peccato, regolatoria per il loro piacere sessuale e, in particolar modo, come un'allegoria di Cristo e della Chiesa.

Cenni sulla poesia metafisica


La poesia metafisica caratterizzò la letteratura del 1600 ed è una singolare ed elaboratissima mescolanza di passioni e di pensiero in cui le emozioni sono espresse in modo intellettuale, con raziocinio e concettismo. Proprio a questo riguardo le furono mosse delle critiche da John Dryden che ne rifiutava il modo cerebrale e manierisitico di esprimere i sentimenti. Particolare della poesia metafisica è l'uso di un linguaggio urato, legato alla nuova sensibilità dell'epoca e al nuovo sapere scientifico. Questo stile si manifestò sia nella poesia amorosa (John Donne e Andrew Marvell) sia in quella a carattere religioso (George Herbert, Henry Vaughan e Richard Crashaw) I poeti metafisici erano un ampio gruppo di poeti britannici che in comune avevano l'interesse per questioni metafisiche e il metodo di investigazione di tali questioni. Questi poeti non formarono mai un movimento o una scuola, anzi, molti di loro non si conoscevano nemmeno e non avevano mai letto le opere degli altri. Il nome 'metafisici' fu adoperato solo molto tempo dopo da Samuel Johnson, che, nella stesura del suo dizionario, riprese il termine usato da John Dryden nel commentare la poesia di Donne.


JOHN DONNE

Attento ai mutamenti della sua epoca - diviso tra la scienza di Copernico e Keplero e la filosofia di Bacone e Calvino - fu il primo a citare Galileo in un proprio componimento, Ignatius his Conclave del 1611.

Cresciuto in una famiglia che professava il cattolicesimo, Donne studiò dal 1584 a Oxford e, successivamente, a Cambridge; viaggiò per l'Europa e nel 1595 accomnò il conte di Essex nelle spedizioni inglesi a Cadice e alle isole Azzorre.

Ritornato in patria, divenne segretario del barone Ellesmere Egerton, di cui sposò clandestinamente nel 1601 la nipote Anne More; iniziò a questo punto la sua attività letteraria. Suoi primi lavori furono canzoni satiriche e sonetti, che costituiscono il corpus giovanile della sua opera e sono apprezzabili soprattutto per il loro stile realistico e sensuale.

Le nozze clandestine con Anne More non giovarono alla sua reputazione, cosa questa che influenzerà notevolmente la sua successiva produzione letteraria.
Contestualmente, si avvicinò all'anglicanesimo affrontando da un punto di vista differente dubbi e tematiche politico-sociali, ma anche scientifiche e filosofiche, del suo tempo.

Tra mille difficoltà finanziarie, sull'orlo della disperazione (e forse anche del suicidio), sebbene fosse ormai diventato un predicatore affermato (molti suoi lavori saranno raccolti nel 1624 nelle sue Devotions) e per due volte (1601 e 1614) membro del parlamento, prese i voti e fu ordinato decano della chiesa anglicana dal re Giacomo I d'Inghilterra.

Dal 1617, anno in cui morì la moglie, la sua poesia si farà sempre più cupa, privilegiando temi funerei e pessimistiche considerazioni esistenziali.

Opere principali

Anatomia del mondo (successiva al 1610) - Scritto in morte della quindicenne Elizabeth Drury. Si affaccia nel poeta la tematica della morte.

Bianathos (Illustrazione del paradosso o tesi, che l'omicidio di sé stesso non è così essenzialmente colpa, da non poter mai non esser tale) - È il tentativo di Donne di liberarsi dall'ossessione del suicidio.

Duello di morte (Death's Duel) - La sua poetica si fa sempre più cupa e in questo caso risulta essere quasi una orazione funebre su sé stesso; pubblicata postuma nel 1632.

Sonetti sacri (Holy Sonnets) - Poesie di carattere sacro pubblicate postume nel 1633.

Viaggio nell'anima (The Progress of the Soule) - Poemetto incompiuto composto nel 1601 dopo la condanna a morte del conte di Essex. Porta lo stesso titolo di un piccolo poema analogo che fa parte della Anatomia del mondo. Sono arrivati ai nostri giorni cinquantadue strofe, ognuna di dieci versi giambici.

Devotion

Nessun uomo è un'isola

Nessun uomo è un'isola,

completo in sé stesso;
ogni uomo è un pezzo del continente,
una parte del tutto.

Se anche solo una zolla
venisse lavata via dal mare,
l'Europa ne sarebbe diminuita,
come se le mancasse un promontorio,
come se venisse a mancare
una dimora di amici tuoi,
o la tua stessa casa.

La morte di qualsiasi uomo mi sminuisce,
perché io sono parte dell'umanità.
E dunque non chiedere mai
per chi suona la campana:
suona per te.

(J.Donne)

Sempre in oscillazione tra natura raziocinante e appassionata poetica visionaria - non disgiungibile dal pensiero medievale, in bilico tra nuova scienza, Rinascimento e Riforma, cattolicesimo e protestantesimo, amore umano e divino - l'arte di Donne è tesa a risolvere dialetticamente, appunto attraverso la forza dei versi, il proprio (e altrui) conflitto intellettuale e morale.

In questo senso, particolarmente alta risulta la sua capacità di concentrare con un linguaggio talvolta aspro ed attraverso brevi, laconici procedimenti analogici citazioni letterarie e bibliche, immagini assimilate attraverso la scienza, la filosofia e la teologia filtrate attraverso l'osservazione della realtà quotidiana.

La raccolta di liriche amorose di John Donne (1572-l631), i Songs and Sonnets (Canzoni e Sonetti), ha ben poco in comune con le grandi sequenze di sonetti elisabettiane di cui è in parte contemporanea. Imitando i modelli continentali, in primis Petrarca, la sequenza, o ciclo, di sonetti si era fondata su una serie di convenzioni ben identificate: filosofiche (l'amor cortese e/o il neoplatonismo), tematiche (l'essere dedicata ad un'unica donna, il cui nome o pseudonimo era spesso nel titolo), formali (l'essere composta in toto o prevalentemente di sonetti in senso stretto), e così via.

La raccolta Songs and Sonnets disattende le aspettative del lettore plasmato da questo tipo di testo: non esiste al loro centro una donna unica, la quale sia insieme oggetto della rappresentazione e dell'emozione (la lei, she, che viene scritta e amata) e prima destinataria dichiarata del discorso amoroso (il tu o voi, thou o you, a cui s'indirizzano scrittura e amore).

Simmetricamente, all'altro polo il soggetto della comunicazione amorosa (l''io'), I, che scrive ed ama) si pluralizza, tanto da esprimere atteggiamenti anche fortemente contradditori fra loro, dall'idealizzazione di stampo neoplatonico alla misoginia, dal realismo del coinvolgimento sensuale più completo agli accenti mistici, dal cinismo del libertino ai toni straziati dell'amore costretto alla partenza.

Manca anche l'omogeneità metrica fra un componimento e l'altro: ciascuna poesia raggiunge autonomamente una propria specifica, irripetibile saldatura di forma e contenuto, in perfetta simmetria con la pluralità (di soggetti ed oggetti, e di relazioni tra essi) che è cifra tematica della raccolta.

Doppio Donne, fra prediche e libertinaggio

È lo stesso Donne, in una lettera del , a distanziare drasticamente il attuale,

l'influente predicatore Dr. Donne, dal brillante e libertino Jack Donne, autore di poesie profane

ed di un'immorale difesa del suicidio (Biathanatos).

La scrittura del secondo Donne si fonda su premesse che, smentendo il primato dell'apparire

sull'essere, caratteristico della tradizione aristocratica, fanno dell'interiorità un valore assoluto.

In realtà la ricerca poetica di Donne nel suo insieme implica una progressione ragionevolmente

lineare e graduale: dall'atteggiamento libertino delle elegie e dei primi Songs and Sonnets alla

celebrazione dell'amore, poi alla sua assolutizzazione e privatizzazione - negli ultimi Songs and

Sonnets - con conseguente svalutazione del mondo e delle altre esperienze che esso può offrire,

sino a reincludervi l'amore stesso (The Anniversaries), arrivando dove lo scetticismo sconfina del

misticismo.

Che una notevole continuità moderi l'apparente antagonismo fra i due Donne è d'altronde evidente:

tutti gli elementi che s'indicano come tipicamente metafisici (dal wit all'enunciazione drammatica,

al conceit, alla complessità ed eterogeneità delle immagini) sono presenti anche nella poesia sacra,

dove l'io spesso interpella Dio esattamente nei medesimi modi e con gli stessi toni diretti e bruschi

che caratterizzano il rivolgersi dell'amante all'amata nei Songs and Sonnets.

E se i Songs and Sonnets più tardi - ad esempio The Canonization - fanno dell'amore una religione,

gli Holy Sonnets (Sonetti Sacri) pongono Dio come l'Altro di un vero e proprio rapporto d'amore.

Tema centrale degli Holy Sonnets (pubblicati quasi tutti fra il 1633 ed il 1635, e composti probabilmente

dal 1609 al 1617) è il rapporto tra il singolo cristiano, che prende coscienza della propria abiezione,

e un Dio inabilmente altro, irraggiungibile da qualunque slancio intellettuale o emozionale,

e proprio perciò destinatario ideale di raffinate argomentazioni o d'apostrofi passionali:

«Take mee to you, imprison mee, for I / except you enthrall me, never shall be free,

/ nor ever chast, except you ravish mee»

(IT

«Prendimi a te, imprigionami, perché io / tranne che tu mi soggioghi, non sarò mai libero, / né sarò mai casto, tranne che tu mi usi violenza»


Per quanto in alcuni componimenti si sottolinei l'indispensabilità dell'incontro dell'io con una tu o lei ben precisa perché si possa effettivamente innescare la reazione amorosa - insieme col discorso - è caratteristica dell'insieme dei Songs and Sonnets una centralizzazione non dell'oggetto, ma dell'esperienza dell'amore (al di là della diversa modalità, spiritualizzazione platonizzante, frustrazione petrarchesca, carnalità ana, secondo cui essa si realizza di volta in volta).

La realtà dell'amore è agli occhi dei due amanti immersi nel loro privilegiato hic et nunc l'unica effettivamente tale; e rispetto ad essa tutte le altre esperienze e gli altri rapporti vissuti prima dell'incontro che ha dato accesso a questa nuova sacrale pienezza dell'essere si rivelano ora, a posteriori, nulla più di segni vuoti, meri presagi o profezie di ciò che, annullandoli, li ha investiti del loro vero senso.
Al tempo stesso, l'universo completo ed autosufficiente generato dagli amanti tra di loro è assolutamente separato, privo di qualunque relazione con ogni altro mondo, ogni altra sfera d'esperienza umana, e il discorso d'amore è intraducibile nei termini di qualsiasi altro discorso.

«What merchants ships have my sighs drown'd? / Who sais my teares have overflow'd his ground? / [] / Soldiers finde warres, and Lawyers finde out still / litigious men, which do quarrels move, / though she and I do love

«Quali navi di mercanti i miei sospiri hanno affondato? / Chi dice che le mie lacrime gli hanno allagato la terra? / [ . ] / I soldati continuano a trovare guerre, e gli avvocati a scovare / uomini litigiosi che intentano cause / benché lei ed io amiamo.»

The Canonization, vv. 11-l8

Donne proclama nella scrittura l'irriducibile autonomia del discorso amoroso, segnando una frontiera destinata a divenire definitiva nel giro di pochi decenni.

Contemporanee per composizione ai primi Songs and Sonnets, e dunque databili all'ultimo decennio del regno d'Elisabetta I, sono un gruppo d'elegie d'argomento amoroso e cinque satire. Quasi tutte le elegie si rifanno all'Ovidio degli Amores, esplorando relazioni governate da un erotismo privo di sensi di colpa, che esclude l'idealizzazione (eccetto nella nona, The Autumnall) ma non necessariamente l'affettività ed alterna distacco ed ironia agli accenti della passione.

Le satire, modellate in parte su quelle di Persio e di Giovenale, sono fra i primi componimenti del genere in Inghilterra. Attraverso toni di violenta derisione e sarcastico rifiuto si estremizza la distanza ideale tra oggetti dello sguardo - società e costumi cittadini del tardo Cinquecento - e punto d'osservazione, abbastanza lontani da costruire un'antitesi irriducibile.

Il pessimismo sociale emergente dalle satire s'approfondisce in anni più maturi nella visione del disordine e disfacimento universale tratteggiata dai due The Anniversares (Anniversari, 1611/12), scritti su commissione per commemorare l'aristocratica quattordicenne Elizabeth Drury, morta nel 1610.

Qui il motivo elegiaco, che viene sviluppato col linguaggio dell'iperbole e del panegirico su una base neoplatonica, serve da pretesto e cornice ad una serie di meditazioni concatenate sulla decadenza e disgregazione dell'universo e sul destino dell'anima in questo mondo e nell'aldilà.

La giovane Elizabeth personifica l'energia vitale che animava e manteneva funzionali e gerarchicamente ordinati oggetti, esseri, e fenomeni del mondo sublunare; ssa questa, le parti si scindono e della grande struttura non resta che una congerie di rovine prive di senso, una massa di ciarpame frammentario.
La morte fisica tuttavia determina l'apertura di un nuovo orizzonte: attraverso l'anima la morte collega il cielo e la terra, e con questo passaggio è possibile il recupero del mondo immutabile di perfezione ed unità perduto per la prima volta con la Caduta.

Di qui la parola poetica donniana s'avvia per la strada del misticismo: nascono i Divine Poems (1606?-l631?), che comprendono tra l'altro due serie di sonetti ed un piccolo gruppo d'inni e di meditazioni in dìstici pentametrici, a partire da eventi personali, sulla natura intrinsecamente paradossale dell'esperienza di un cristiano nel mondo.
Poiché la fine del primo decennio del secolo segna anche, con tutta probabilità, la rinuncia di Donne alla poesia amorosa, si sarebbe tentati di vedere lo snodarsi complessivo dell'itinerario poetico dello scrittore come marcato da un irreversibile passaggio di confine.

Rispetto al crescente scetticismo donniano degli anni precedenti, la conversione esistenziale e letteraria, più che una svolta, costituisce uno stadio ulteriore e più radicale nello scardinamento dei presupposti e delle certezze che governano normalmente l'esistenza individuale e sociale.
Se lo scetticismo cade infatti nell'insanabile contraddizione di presentarsi come una verità altrettanto forte (sia pure in negativo) di quelle che contestava, l'unica via d'uscita dall'impasse è nella rinuncia alla logica normale, nell'assunzione della follia, del paradosso e del rovesciamento di valori e prospettive come modalità inevitabili della condizione umana e della scrittura.



«Scendi, Urania, dal ciel, se veramente tale, o diva, ti appelli.

Oltre l'Olimpo, ove l'ala di Pegaso non giunge, spinsi il forte mio vol,

la tua celeste voce seguendo

John Milton, Paradiso perduto , Libro VII



JOHN MILTON

Londra 9 dicembre 8 novembre ) - è stato uno dei maggiori scrittori e poeti inglesi

Il suo capolavoro è il poema epico Paradiso perduto (titolo originale: Paradise Lost), pubblicato nel quando - ormai cieco ed in povertà - ne vendette i diritti per dieci sterline. L'opera - costituita da dodici libri nei quali dà vita a quello che viene considerato un vero e proprio dramma cosmico - fu da lui effettivamente iniziata negli anni della produzione saggistica.

L'Areoitica (del ), appello carico di fervore con cui sosteneva la libertà di stampa, è invece la sua opera in prosa più conosciuta.

Milton scrisse anche ventiquattro sonetti (in parte pubblicati postumi) ed un breve testo didattico, il Trattato dell'educazione (Tractate of Education)


Biografia

Educato in un ambiente puritano, dopo aver conseguito la laurea al Christ's College di Cambridge, Milton avvertì insoddisfazione verso il clero anglicano; contestualmente, il crescente interesse per la poesia lo indusse a rinunciare a prendere gli ordini sacri. Vivendo con il padre, dal al nel Buckinghamshire, poté studiare, libero da ogni preoccupazione, i classici e la storia ecclesiastica e politica, specialmente su testi di Bembo Dante Petrarca e Tasso

Negli anni successivi viaggiò molto tra Francia ed Italia ma, al rientro in Inghilterra, in seguito allo scoppio della guerra civile, fissata la sua dimora a Londra, si dedicò all'insegnamento ed alla scrittura di trattati religiosi e politici.

Milton ricoprì anche cariche di Stato: quando l'Inghilterra fu attraversata dalla guerra civile ed egli appoggiò con i suoi scritti la causa parlamentare fu nominato nel segretario degli Affari esteri. Pochi anni dopo, nel , fu colpito da cecità e per proseguire a scrivere dovette ricorrere all'aiuto di un segretario. Dopo la restaurazione di Carlo II Milton venne incarcerato, perché simpatizzante di Oliver Cromwell; peró, si liberò con l'influenza del suo amico e studente Andrew Marvell (che successivamente fu anche poeta).

[modifica] Altre opere

Oltre al Paradiso perduto - assieme a cui pubblicherà la tragedia in cinque atti Sansone Agonista ispirato alle vicende bibliche di Sansone e Dalila, e al quale farà seguire nel il Paradiso riconquistato - la produzione letteraria di Milton annovera diversi importanti scritti. Risalgono al periodo compreso tra il ed il il Licida (o Lycidas), un'elegìa pastorale in 193 versi, scritta nel in memoria di uno studente di Cambridge, in cui il poeta affronta il tema della morte che - specialmente se prematura - giunge a spezzare aspettative ed ambizioni, e L'allegro e Il penseroso, due poemetti terminati di scrivere nel ma pubblicati solo una quindicina di anni dopo.

[modifica] I libelli

Al secondo periodo letterario di Milton - - risalgono invece i pamphlet che - già dalla loro pubblicazione - lo resero famoso e nei quali attacca l'istituzione episcopale e si pronuncia in maniera favorevole per un ritorno dello spirito della Riforma (Of Reformation Touching Church Discipline in England, del

Un altro di questi libelli - The Reason of Church Government Urged Against Prelaty, scritto e pubblicato fra il ed il , contiene accenni autobiografici di rilievo storico. La tematica del divorzio, che lo scrittore appoggiò intorno al , è invece affrontata in Dottrina e disciplina del divorzio (The Doctrine and Discipline of Divorce).

[modifica] Ultimi scritti

Negli ultimi trattati da lui scritti intorno al - Difesa del popolo anglicano (Pro populo anglicano defensio) e Trattato del potere civile nelle cause ecclesiastiche (Treatise of Civil Power in Ecclesiastical Causes) - Milton affronta temi più strettamente teologici pronunciandosi a favore di un'interpretazione assolutamente soggettiva delle Sacre Scritture - con suggerimenti per una effettiva riforma di governo.




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