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PRODUZIONE DI BENI E SERVIZI

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PRODUZIONE DI BENI E SERVIZI


E' il risultato dell'attività economica delle unità residenti consistente nel produrre beni e servizi nel corso di un periodo determinato (SEC).


La produzione comprende:

la produzione di beni, considerati per convenzione tutti destinabili alla vendita. Comprende anche i beni autoconsumati o reimpiegati nel processo produttivo, i beni di investimento prodotti per uso proprio e i beni ceduti ai dipendenti quale retribuzione in natura. Comprende anche l'attività 'sommersa', ovvero quella per cui non sono rispettati gli obblighi fiscali o contributivi. Potrebbe comprendere anche l'attività 'illegale' ma non è misurata in Europa (solo il contrabbando di sigarette).



la produzione di servizi destinabili alla vendita (da unità i cui redditi vengono per il 50 per cento almeno dalla vendita di servizi)

i servizi bancari inputati (che non hanno un prezzo diretto)

produzione di servizi non destinabili alla vendita di amministrazione pubbliche, istituzioni private senza scopo di lucro, di collaboratori familiari dipendenti (sono esclusi i servizi prodotti da membri della famiglia)


Esistono diversi criteri di misurare la produzione, che dipendono dal trattamento dei diversi tipi di beni utilizzati nel processo produttivo.

I principali sono:

produzione totale, data dall'insieme di tutti i beni e servizi prodotti dall'impresa

produzione vendibile, pari alla produzione totale meno i reimpieghi interni, ovvero i beni prodotti dall'impresa per essere riutilizzati nel circuito produttivo. Es. impresa meccanica che fabbrica bulloni, che in parte sono utilizzati dall'impresa stessa. E' quindi il complesso dei beni destinati a essere posti sul mercato. Questa può essere valutata al costo dei fattori (ovvero pari al costo dei beni intermedi più di quanto viene redistribuito ai fattori, e  comprensivo delle imposte dirette) o ai prezzi di mercato, comprensivo di imposte indirette, contributi alla produzione e margini commerciali e di trasporto.

valore aggiunto (lordo) o prodotto lordo. È dato sottraendo dalla produzione vendibile il valore dei beni e servizi intermedi acquistati da altre imprese e impiegati nel processo produttivo.

Valore aggiunto netto o prodotto netto, dato dal valore aggiunto lordo a cui viene sottratto il deprezzamento dei capitali fissi utilizzati per il processo produttivo (ammortamenti).


Il valore aggiunto misura la capacità dell'impresa di 'aggiungere valore' ai beni e servizi acquistati nel corso del processo produttivo. La somma del valore aggiunto di tutte le unità operative di un paese determina quindi il Prodotto interno lordo (pil), che è una misura del prodotto finale realizzato in un'economia con la creazione di nuove risorse. La semplice somma della produzione totale o della produzione vendibile porterebbe infatti a delle duplicazioni, per cui il prodotto totale dipenderebbe da quanto è 'spezzettato' il processo produttivo (ovvero dalla sua integrazione verticale).



Tre osservazioni:

il prodotto netto sarebbe più indicato a misurare il livello di attività produttiva del paese, perché tiene conto anche del logorio del capitale fisico e del suo invecchiamento. Viene però poco usato perché è difficile misurare con esattezza questo logorio (gli ammortamenti corrispondono spesso a criteri contabili o fiscali).


Il PIL calcolato come somma del valore aggiunto viene valutato al costo dei fattori. La sottrazione dei servizi bancari imputati (per il calcolo del valore aggiunto) avviene a livello aggregato e non disaggregato, perché non esistono informazioni sufficienti


Il prodotto nazionale lordo è dato dal prodotto interno lordo a cui si aggiunge il saldo dei redditi netti dall'estero, ovvero di redditi di fattori residenti ma prodotti all'estero (es. rimesse emigrati ecc.)


Consumi finali


Beni e servizi utilizzati per soddisfare i bisogni della collettività

Sono interni (spese dei residenti e non residenti sul territorio nazionale) o nazionali (dei residenti anche se temporaneamente all'estero)

Sono individuali se consumati dai singoli soggetti. Consumi individuali sono anche gli autoconsumi, i redditi in natura, i fitti urativi delle abitazioni. I consumi sono collettivi se prodotti dalla PA. Tutti i servizi della Pubblica Amministrazione sono consumi collettivi (finali) anche se in parte dovrebbero essere considerati come consumi intermedi delle imprese. Questo crea una duplicazione nel PIL.

Tutti i consumi vengono registrati al momento dell'acquisto, anche se vengono consumati successivamente

Problema dei beni di consumo durevole.

Investimenti lordi


Gli investimenti costituiscono i beni acquisiti nell'anno che sono destinati a generare reddito per periodi successivi

Gli investimenti netti accrescono lo stock di capitale fisico dell'economia

Sono formati da due aggregati: investimenti fissi lordi e variazione delle scorte


Investimenti fissi lordi: riguardano beni durevoli e riproducibili a produttività differita. Non considerano i beni improduttivi, come le spese militari, che sono inseriti nella pubblica amministrazione. Non considerano i beni immateriali, come i brevetti. Non considerano terreni e giacimenti. Comprendono invece le variazioni dello stock di animali con destinazione economica. Comprendono anche i servizi incorporati negli investimenti, come le spese commerciali o di trasporto.


Variazione delle scorte: aumento netto del capitale circolante dell'impresa.


Redditi da lavoro dipendente


Costo sostenuto dagli imprenditori per la remunerazione del fattore capitale, mediante versamenti in denaro o in natura.


Il costo del lavoro comprende le retribuzioni lorde e i contributi sociali effettivi e urativi a carico del datore di lavoro (contribuzione differita)


Le retribuzioni lorde (al lordo delle imposte dirette trattenute alla fonte e dei contributi sociali a carico del datore di lavoro) comprendono tutti gli emolumenti, escluse le spese per trasferta, sport e ricreazione.

Il sistema SEC è un sistema dei conti integrato: questo significa che vengono utilizzate definizioni e convenzioni contabili omogenee per misurare i diversi stadi del circuito economico


Lo schema SEC è contabilmente basato sul metodo della partita doppia (ogni posta è registrata in uscita per l'operatore che la origina e in entrata per quello che la riceve). Ciascun conto registra quindi operazioni in entrata e in uscita, che si bilanciano dando origine a un saldo contabile che viene riportato nel conto successivo, assicurando la coerenza e il concatenamento dei conti.


Per ogni conto il SEC definisce le seguenti regole:

tutte le operazioni sono registrate in entrata e in uscita per lo stesso importo;

le operazioni vengono registrate nel momento in cui si verificano, indipendentemente dai tempi e dalle modalità di amento delle prestazioni sottese;

le operazioni sono attribuite ai soggetti che effettivamente le realizzano (eccezioni: contributi sociali, spese sanitarie)

le operazioni sono registrate al lordo, ovvero senza tenere conto di eventuali compensazioni.

I conti possono essere attribuiti all'economia nazionale, alle branche, ai settori istituzionali. Il SEC si basa su 7 conti:


Conto Saldo

Di equilibrio dei beni e servizi   Nessuno

Della produzione  Valore aggiunto (pil)

Della distribuzione del val. agg.  Risultato di gestione

Del reddito  Reddito disponibile

Di utilizzazione del reddito Risparmio

Della formazione di capitale Accreditamento o indeb.

Finanziario    Saldo attività/passività finanz.




Nota:

non tutti i conti sono riferibili ai settori istituzionali e alle branche, mentre invece sono tutti costruibili per l'intera economia nazionale. In particolare:

il conto di equilibrio dei beni e servizi è in genere costruito solo per l'economia nazionale. Viene costruito a livello di branca nel caso della tavola delle interdipendenze settoriali.

i primi tre conti sono riferiti in genere alle branche

gli altri ai settori istituzionali

per il settore istituzionale 'resto del mondo' il SEC prevede tre solo conti: 'il conto delle operazioni correnti', il conto della formazione di capitale', 'il conto finanziario'.


(rapporto conti e fase del circuito economico: tab. CdI p.69)
Conto di equilibrio dei beni e servizi


X  + M + Inn = V + C + If + Is + E


X    = produzione totale (costo fattori)

M   = importazioni di beni e servizi

Inn  = imposte indirette nette

V    = consumi intermedi

C    = consumi finali

If = investimenti fissi lordi

Is    = variazione delle scorte

E    = esportazione di beni e servizi


E' un conto in equilibrio per definizione, nel quale le risorse disponibili (produzione e importazioni) sono confrontate con gli impieghi (consumi intermedi e finiali, investimenti, esportazioni).


E' calcolato ai prezzi di mercato. Questo è il motivo per cui alla produzione (calcolata al costo dei fattori) vengono aggiunte le imposte indirette nette.

Conto della produzione


Y + V = X + Inn


Y    = PIL (prodotto interno lordo) ai prezzi di mercato



Questo conto confronta la produzione con l'ammontare dei costi necessari per ottenerla.


La differenza tra produzione e costi intermedi produce per branca il valore aggiunto, pari alla remunerazione dei fattori produttivi (capitale, lavoro, impresa). La somma dei valori aggiunti per branca produce il pil ovvero il risultato finale dell'attività produttiva, l'aumento di ricchezza prodotto.


Nello schema contabile italiano questi due conti vengono sommati ottenendo il conto economico delle risorse e degli impieghi:


Conto economico delle risorse e degli impieghi


Y + M = C + If + Is + E


Questo conto ha tre pregi:

elimina produzione e consumi intermedi

mostra che il PIL è pari alla domanda finale interna e estera

viene usato dall'Istat per calcolare rapidamente il PIL senza avere informazioni dettagliate sulla produzione e i consumi intermedi

Conto della distribuzione del valore aggiunto


Y + Cp = RLD + Id + RLG


Cp  = contributi alla produzione

RLD=    redditi interni da lavoro dipendente

Id    = imposte dirette

RLG=    risultato lordo di gestione


Questo conto registra la distribuzione funzionale o primaria del reddito, ovvero mostra come il valore aggiunto viene ripartito tra i fattori di produzione - lavoro, capitale, impresa- sotto forma rispettivamente di salari e stipendi; interessi, rendite e dividendi; profitti.


In realtà, la mancanza di dati e la difficoltà di distinguere i tipi di reddito che si riferiscono a un'unica persona (es. artigiani, commercianti, liberi professionisti), determina che sottraendo dal PIL i redditi da lavoro dipendente (conosciuti) si calcola a saldo il risultato lordo di gestione, che comprende la remunerazione degli altri fattori.


Nota: il Pil può essere quindi calcolato in 3 modi differenti:

come somma delle produzioni meno i consumi intermedi (lato produzione)

come somma della domanda finale (lato domanda)

come somma della remunerazione dei fattori (lato fattori)




Conto del reddito


RLD + RLG + Ii + RLDdrm + RLGdrm + Tdrm =

Yd + RLDarm + RLGarm + Cp + Tarm


Yd     = reddito nazionale lordo disponibile

Ii    = Imposte indirette

RLDdrm= redditi da lavoro dipendente dal resto del mondo

RLDarm= redditi da lavoro dipendente al resto del mondo

RLGdrm= redditi da capitale e impresa dal resto del mondo

RLGarm= redditi da capitale e impresa al resto del mondo

Tdrm= trasferimenti correnti dal resto del mondo

Tarm= trasferimenti correnti al resto del mondo


In questo conto ogni settore istituzionale, autonomo nelle decisioni sull'allocazione del proprio reddito da attività, decide di redistribuirlo (distribuzione secondaria) in modo volontario o coatto. Tra le entrate vi sono quindi i redditi ricevuti, da altri operatori e dal resto del mondo; tra le uscite trasferimenti di reddito da lavoro dipendente, interessi, dividendi, trasferimenti unilaterali. Il saldo è il reddito disponibile per consumi o risparmio.

A livello aggregato, i flussi tra operatori residenti scompaiono e rimangono solo i flussi con il resto del mondo (e la pubblica amministrazione)

E' importante notare che questo è un conto nazionale, che riguarda quindi gli operatori residenti indipendente-mente da dove hanno prestato la loro opera. A livello nazionale abbiamo quindi come saldo il reddito nazionale lordo disponibile, che misura l'ammontare delle risorse correnti che gli operatori residenti possiedono per usi finali.

Conto della utilizzazione del reddito



Yd = C *+ S


S = risparmio nazionale lordo

C*  = consumi finali nazionali


Anche in questo caso il riferimento è agli operatori nazionali. I consumi qui considerati sono quelli nazionali, al netto del saldo con i consumi dei non residenti in Italia e dei residenti all'estero. Il saldo è il risparmio nazionale, che entra nel conto della formazione di capitale. (tabella p.88)

Conto della formazione del capitale


S + Tke = If + Is + Tku + An+ B


Tke = trasferimenti in conto capitale dal resto del mondo

Tku = trasferimenti in conto capitale al resto del mondo

An   = acquisti netti di terreni o di beni immateriali

B = accreditamento (+) o indebitamento (-) del paese con il resto del mondo


Il saldo del conto misura la capacità del paese di finanziare gli investimenti con il proprio risparmio


Un saldo positivo significa che la capacità di risparmio del paese supera le capacità di investimento proprie e che quindi si riversa all'estero, sotto forma di impieghi nel resto del mondo. Viceversa un saldo negativo indica una necessità di finanziamento degli investimenti con debiti contratti all'estero.


Come fonti di finanziamento, al risparmio nazionale si sommano i trasferimenti in conto capitale dal resto del mondo e anche le operazioni di vendita di terreni e beni immateriali, che rientrano nella distribuzione del patrimonio.



Il conto finanziario


Registra le modificazioni delle attività e passività finanziarie detenute dagli operatori istituzionali e dalla nazione. La variazione delle attività finanziarie nette riflette l'indebitamento o l'accreditamento del paese (perché quelle interne nel paese si consolidano tra di loro):


Ofa + B = Ofp


Ofa = operazioni finanziarie attive

Ofp = operazione finanziarie passive


Il problema che il saldo delle attività finanziarie in genere non coincide con quello calcolato nel conto della formazione del capitale, a causa delle diverse fonti statistiche utilizzate. Per questo si ricorre a una posta di rettifica detta 'errori e omissioni'.





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