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Honduras

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Honduras


Repubblica (República de Honduras) dell'America Centrale.

Superficie: 112.088 km

Popolazione: 4.996.000 ab.

Capitale: Tegucigalpa.

Lingua: ufficiale lo snolo.

Religione: cattolica (95%).

Unità monetaria: il lempira.

Confini: a nord e a est è bagnata per 650 km dal Mare delle Antille, a sud confina col Nicaragua ed è bagnata dall'Oceano Pacifico (golfo di Fonseca), a ovest confina col Salvador e il Guatemala.

Ordinamento: Repubblica presidenziale.


GEOGRAFIA

Prevalgono le montagne e un solco (280 km) tra l'Oceano Atlantico (bassopiano di Sula) e l'Oceano Pacifico (golfo di Fonseca) divide il Paese in due parti; si hanno varie catene dirette da nord a sud, tra le quali si allungano valli percorse da fiumi ricchi d'acqua, per qualche tratto navigabili (principale l'Ulúa). Clima temperato dall'altitudine, con precipitazioni abbondanti nelle zone esposte agli alisei. Foreste rigogliose nelle zone più umide. Nella popolazione prevalgono meticci (90%) e amerindi di stirpe maya (10%); per il resto essa è costituita da negri, zambos, creoli ed europei. Gli abitanti si dedicano di preferenza all'agricoltura, ma solo il 16% della superficie è coltivato. Prodotti principali: banane (che costituiscono metà delle esportazioni, destinate agli USA), caffè e legname. Estrazione di argento, oro, piombo e antimonio. Poco sviluppata l'industria; scarse le vie di comunicazione.




STORIA

Cristoforo Colombo ne toccò la costa durante il suo quarto viaggio (1502). La conquista snola iniziata nel 1523 urtò contro la resistenza dei Maya. Venne incorporato nel vicereame della Nuova Sna (Messico), di cui seguì le vicende fino al 1823, quando divenne membro della Federazione delle Province Unite dell'America Centrale. Si dichiarò Stato indipendente e sovrano nel 1838. La vita politica dell'Honduras è stata segnata da lunghi periodi di dittatura e dalla continua ingerenza dei militari. Negli anni Ottanta la presenza di guerriglieri nicaraguensi contrari al regime sandinista e appoggiati dagli USA ha costituito un ulteriore elemento di destabilizzazione. Le elezioni presidenziali del 1985 segnarono la vittoria di José Simón Azcona del Hoyo, candidato del Partito liberale, che cercò di promuovere condizioni di maggior sicurezza nel Paese culminato negli accordi del vertice di Tela (agosto 1989). Nello stesso anno le elezioni vennero vinte da Rafael Leonardo Callejas del Partito nazionale. Nel 1990 i contras nicaraguensi hanno lasciato il paese. La violenza politica che ha continuato a funestare il Paese non ha però arrestato il processo di democratizzazione delle istituzioni e il regolare svolgersi delle elezioni legislative e presidenziali del 1994, che, vinte dal Partito liberale, hanno portato alla presidenza Carlos Roberto Reina.






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