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LE SEDI RURALI - TIPI D'INSEDIAMENTO RURALE, LE "CASE SPARSE" E GLI AGGREGATI ELEMENTARI, IL VILLAGGIO, CENTRO DI VITA RURALE

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le sedi rurali


tipi d'insediamento rurale

Case sparse, nuclei, centri

I gruppi umani hanno inserito sulla crosta terrestre le costruzioni proprie al loro genere di vita sfruttando quanto di utile offriva l'am­biente circostante ed utilizzando le tecniche acquisite nel corso della loro evoluzione culturale.

Si dà il nome di insediamento ai diversi modi di abitare degli uo­mini: ne è concreta espressione il com­plesso degli edifici costruiti per abitazioni e per altri usi.

Mentre i superstiti gruppi di pastori nomadi si spostano con i loro accampamenti di tende, le popolazioni sedentarie hanno un insediamento stabile, che può essere accentrato, oppure sparso, o nella forma intermedia di nuclei



Si distingue come insediamento rurale quello della popolazione che vive in camna, come insediamento urbano quello della popola­zione che vive in città: tuttavia fra la camna e la città esiste una gamma di forme intermedie, semi-rurali o semi-urbane. Lo studio dell'insediamento rurale è inseparabile da quello delle strutture agrarie, tanto stretti sono i rapporti che legano i tipi d'insediamento con i sistemi di coltivazione e le forme di conduzione.

In rapporto alle influenze di fattori sia fisici che umani, le case si distribuiscono in vario modo e si vengono ad avere diversi tipi d'inse­diamento. Gli estremi teorici sono rappresentati dalla dispersione to­tale (cioè da case isolate e distanti l'una dall'altra) e dall'accentramen­to assoluto (cioè dalla agglomerazione di tutte le case in un'unica lo­calità); in pratica si ha una serie continua di livelli intermedi, con pre­valenza ora dell'accentramento in villaggi (insediamento accentrato) e ora della dispersione in case sparse (insediamento sparso

Nel mondo rurale, le case sparse sono quelle situate ognuna sul fondo rustico da cui trae sostentamento la famiglia di contadini che vi abita.

I censimenti distinguono la popolazione dei centri, delle case sparse e dei 'nuclei': un nucleo è formato dall'aggregazione di alcune case rurali riunite in gruppo. I nuclei, che costituiscono una forma intermedia tra l'accentramento e la dispersione, possono essere di tipo agricolo o avere altre funzioni. Possono anche diventare veri e propri centri, quando si evolvono fino ad assumerne i requisiti.

Per centro s'intende un gruppo di case che sia un polo di vita organizzata sul piano sociale, cioè che esplichi funzioni di pubblico interesse. Queste funzioni co­munitarie esercitano una certa attrazione entro il raggio delle case sparse nei dintorni, e hanno sede in alcuni elementi caratteristici. Il centro rurale corrisponde al villaggio

L'insediamento rurale è il miglior indicatore del processo storico di occupazione del suolo: il villaggio, il nucleo, la casa isolata sono rappresentativi delle entità che vi abitano (collettività, gruppo di famiglie, famiglia singola), ma anche delle forme di utilizzazione del suolo.

Le due chiavi d'analisi dell'insediamento rurale sono l'accentra­mento e la dispersione. Il concetto di dispersione è relativo, vale in funzione delle condizioni e delle tecniche di collegamento. In real­tà, tra l'accentramento assoluto e la dispersione al massimo grado esiste una serie di situazioni intermedie.

Accentramento e dispersione esprimono il tipo di rapporto instau­rato dagli uomini con il territorio attraverso la loro organizzazione sociale. I gruppi umani hanno realizzato propri modelli d'insediamento: più che risposte di adattamento alle condizioni ambientali, sono il risultato del modo di produzione e del sistema socio-politico. L'insediamento accentrato corrisponde ad un'organizzazione sociale forte, tiene gli uomini vicini tra loro e risponde al loro bisogno di assistenza reciproca, di protezione e di sicurezza. Nell'insediamento sparso, l'individualismo e il desiderio d'indipendenza prevalgono sulla coesione sociale: i legami sono allentati, i contatti sono episodici.

Indice di accentramento e indice di dispersione

Sul piano quantitativo o statistico si è provato a sinte­tizzare la distribuzione degli insediamenti con un indice. La semplice percentuale degli abitanti nei centri rispetto al totale della popolazione di un'unità geografica non può essere un buon 'indice di accentramento' poiché non rivela la differenza tra una popolazione accentrata in un solo centro e una pari popolazione raccolta in parecchi piccoli centri; allo stesso modo la percentuale di popolazione sparsa non può essere un fedele 'indice di dispersione' in quanto non rileva la differenza tra abitanti in case isolate e abitanti in piccoli gruppi di case.

Meno impreciso è un indice di dispersione che tiene conto non soltanto della popolazione sparsa, ma anche del numero delle località:

Indice = Popolazione delle località x numero delle località

Popolazione totale del Comune

Gli indici possono riuscire utili per un inquadramento pre­liminare, ma presentano l'inconveniente di ridurre ad un'espressione quantitativa ciò che è per natura qualitativo: non possono sostituire la descrizione e l'esplicazione dei tipi d'insediamento alla luce dei fattori d'ordine fisico e umano.

Accentramento e dispersione in rapporto alle influenze naturali e culturali

Tra le condizioni naturali che aiutano a spiegare i diversi tipi d'in­sediamento c'è la disponibilità di acqua. Se il sottosuolo è ricco di falde idriche poco profonde, l'acqua è facilmente attingibile in molti punti e ciò favorisce la dispersione delle case rurali. Dove l'acqua scarseggia, la popolazione si concentra attorno alle singole sorgenti; oppure, se la falda è profonda, la popolazione si raccoglie attor­no ai pozzi.

Un altro fattore fisico che può influenzare l'insediamento è la con­urazione dei rilievo: se il rilievo è accidentato, c'è tendenza a vivere compatti, con le case addossate l'una all'altra e spesso sviluppate in altezza per non rubare spazio alle colture.

Questi fattori fisici non sono determinanti in assoluto, dato che l'uomo è capace di vincere la natura e di operare delle scelte. Il villaggio agglomerato tradisce la preoccupazione del mutuo aiuto e della difesa collettiva in caso di bisogno. Ancor più nettamente difensivo è il villaggio rotondo, con le case di­sposte a cerchio attorno ad uno spiazzo centrale.

Per via più diretta influisce sull'insediamento la struttura della società rurale. Quando c'è una proprietà agricola familiare, la famiglia abita sul terreno che coltiva; di mano in mano che la famiglia si mol­tiplica viene edificata un'altra casa accanto alle precedenti e si forma un nucleo. I primi insediamenti sedentari furono opera di grup­pi familiari o di clan.

Dove prevalgono le colture intensive che richiedono molto impegno di lavoro, si hanno proprietà piccole o la divisione delle più grandi in poderi condotti a mezzadria, e le famiglie abitano sulla terra che coltivano, sia per la necessità di continue cure che per la sorveglianza dei prodotti. Il latifondo e le colture estensive conducono all'inse­diamento accentrato. La popolazione è raccolta in villaggi quando i terreni sono coltivati in comune.

Lo smembramento delle 'terre collettive' e dei latifondi ha dato origine a una dispersione intercalare: i nuovi proprietari hanno intercalato le loro case in un paesaggio di antico insediamento accen­trato.

Nelle zone di bonifica si può instaurare l'appoderamento e la di­spersione di case coloniche, o il connubio di centri e case sparse.

La polarizzazione funzionale e l'organizzazione gerarchica dei centri abi­tati sfociano nella nozione di 'sistema di popolamento': ogni centro appare come elemento di un sistema economico e sociale e si situa in una rete di flussi.

È difficile stabilire un sistema unico di classificazione degli inse­diamenti rurali. I criteri di base sono legati a tre coppie di indicatori: sito e posizione, forma e struttura, origine e sviluppo. Gli schemi classificatori offrono uno strumento idoneo a ridurre la complessità e a realizzare un certo ordine nel quadro delle sedi rurali.


le "case sparse" e gli aggregati elementari

La struttura delle case rurali

La casa isolata tipica è quella posta all'interno del podere coltivato dalla famiglia contadina che la abita. La casa isolata è diffusa soprattutto presso le società rurali più avanzate, dove nell'economia agricola prevalgono le colture in­tensive che richiedono molte cure e comportano il frazionamento in proprietà fondiarie di piccola estensione, o l'appoderamento delle proprietà più grandi.

La struttura della casa può manifestare qualche adattamento al substrato natu­rale, ma è soprattutto una concreta pressione del tipo di organizzazione agricola e del patrimonio cultura­le degli abitanti, di cui riflette le tecniche, le abitudini e il folclore.

L'entità degli edifici rustici e la loro collocazione rispetto all'abitazione vera e propria danno luogo a vari tipi di case rurali che si possono ricondurre a due categorie principali: le forme unitarie (con abitazione e rustico in un unico fabbricato) e le forme complesse (con più edifici separati).

Una tipologia basata sugli aspetti formali può servire soltanto come prima ipotesi di lavoro. Un passo avanti è l'esame delle dimore come riflesso di determinate attività economiche: cioè una classificazione basata non tanto sui materiali usati o sulle forme esteriori, quanto sulla struttura interna in rapporto alle funzioni da svolgere nel quadro operativo dell'azienda agricola.

Forma e struttura della casa sono ugualmente dipendenti dalla necessità di adeguare gli edifici dell'azienda agraria a una determinata economia e ad un dato am­biente fisico, come all'influsso storico di stili architettonici, di idee costruttive e decorative, che riflet­tono elementi ed avvenimenti della storia delle regioni e delle nazio­ni. Quello economico e quello etnografico sono due punti di vista inscindibili e necessari per lo studio dell'abitazione rurale.

Le forme unitarie, con abitazione e rustico sotto un unico tetto, sono le più economiche e si inseriscono in aziende di limitata estensione. La più semplice, la casa unicellulare, ha un solo vano. La casa ad elementi sovrapposti ha il rustico a pianterreno o al se­minterrato, l'abitazione al piano superiore. La casa ad elementi giustapposti, che sotto lo stesso tetto accoglie l'abitazione e stalla-fienile adiacenti, esige un più ampio suolo edificatorio e una maggior superficie di copertura. La giustapposizione è data dal­la saldatura di due blocchi in un unico corpo di fabbrica.

Laddove l'allevamento ha un peso notevole, le case presentano forme complesse (articolate in più edifici). L'insieme di tutti gli elementi può dare luogo a due tipi strutturali: la casa a corte e la casa ad elementi separati. La casa ad elementi separati presenta l'abitazione, la stalla-fienile e le altre costruzioni variamente collocate in uno spiazzo. La casa a corte risulta dalla disposizione degli edifici intorno ad uno spiazzo quadrilatero, cui si accede attraverso un unico portone.

Al di là delle differenza esteriori, si devono riconoscere differenze sostanziali nelle motivazioni che hanno presieduto alla genesi e alla vita delle diverse forme di casa rurale.

Distribuzione e densità delle case

Le case isolate sono sparliate senza alcun ordine, e questo gli vale la denominazione di case sparse. Talvolta, esse tendono ad infittirsi in particolari luoghi o ad allinearsi lungo assi d'attrazione.

Un esempio di regolarità è l'armonico allineamento delle case lungo i reticoli di strade nelle aree di centuriazione romana. Altri esempi di distribuzione regolare sono offerti dalle zone di recente bonifica: case allineate a distanza fissa lungo le strade, e più fitte presso i crocicchi.

La densità delle case è molto varia: essa cresce col crescere dell'intensità delle colture e col diminuire dell'estensione delle aziende; è quindi massima nelle aree ad elevata intensità colturale. Meno produttiva è la terra, più grande deve essere la superficie a disposizione di ogni famiglia.

Gli aggregati elementari

Un gruppo di poche case senza luogo di raccolta o funzione attrat­tiva non costituisce un centro, ma un aggregato, che i censimenti demografici distinguono col nome di nucleo

Tra gli elementi che portano alla for­mazione di nuclei va considerata la tradizione latina della divisione ereditaria della proprietà: la fattoria si trasforma in un agglomerato di case a mano a mano che le successive generazioni costruiscono le case. Si dà anche il caso di vecchi centri che vengono parzialmente ab­bandonati e decadono al livello di nucleo. A sua volta un nucleo può svilupparsi fino ad acquistare i caratteri di centro.

Il progressivo abbandono dei vecchi borghi sommitali è spesso avvenuto per l'attrazione degli assi di traffico di fondovalle e per il richiamo verso regioni industriali.

Si distinguono nuclei agricoli e nuclei di strada: si tratta di tipiche forme intermedie tra la dispersione e l'accentramento.


il villaggio, centro di vita rurale

La ricerca di un sito favorevole

Un 'centro' è un agglomerato di case che sia un nucleo di vita socialmente orga­nizzata, in modo da svolgere funzioni di interesse pubblico. La distribuzione dei centri è connessa alla distribu­zione della popolazione. Alcuni centri che, grazie alla posizione favo­revole, forniscono servizi specializzati in un raggio più vasto, tendono ad ingrandirsi progressivamente.

I villaggi sono centri rurali, cioè abitati da comunità contadine, la cui vita è imperniata sull'utilizzazione del suolo. Possono essere classificati secondo diversi punti di vista. Sembra valido il metodo d'analisi in base a tre aspetti fondamentali - il sito, l'origine, la forma - che possono rispecchiare il suggerimento dell'ambiente fisico, ma si ricollegano soprattutto alle condizioni sto­riche e sociali, in cui le comunità rustiche si sono formate.

In pianura, l'elemento fisico da tener presente è l'acqua. I centri sono attratti dai corsi d'acqua; ma se questi sono instabili e la zona è facilmente inondabile, allora cercano i luoghi un po' elevati. Il centro di ponte, nel punto d'incrocio di un fiume con una strada, ubbidisce insieme al richiamo dell'acqua e della via di comunicazione. Il centro di confluenza sta nel cuneo delimitato da due fiumi confluen­ti, che costituiscono una buona difesa naturale.

I centri di pianura lontani dai corsi d'acqua sono attirati dagli assi di traffico (centri di strada) o da un incrocio di strade (centri di crocicchio

Più si accentuano le forme del rilievo, più è evidente la loro in­fluenza sul sito dei centri; in rapporto ad esse si possono avere i se­guenti tipi:

centri di fondovalle: sono marginali, appog­giati ad uno dei versanti per evitare i pericoli delle inondazioni o degli acquitrini.

centri di pendio: sorgono su pendio non troppo ripido e si av­vantaggiano della buona esposizione.

centri di ripiano o di terrazzo orografico: i terrazzi che accompa­gnano lateralmente le valli sono la sede preferita di molti villaggi di monta­gna grazie alla piccola superficie pianeggiante e alla buona esposizione.

centri di poggio o di cocuzzolo: occupano qualche dosso spor­gente dalle alluvioni del fondovalle o la sommità di colline argillose o moreniche.

centri di sella: sulla sella o valico tra due testate di valli che si voltano le spalle.

centri di sprone: sullo sprone roccioso all'estremità di una dor­sale o nel cuneo di confluenza di un solco vallivo in una valle maggio­re.

centri di dorsale: con le case in fila lungo la linea di cresta, che nei rilievi argillosi è più stabile dei fianchi soggetti a frane e smotta­menti.

La sovrabbondanza di acqua nelle regioni paludose può orientare la creazione di insediamenti sulle emergenze asciutte.

Da un punto di vista generale, in alcune re­gioni è più ricco di centri il fondovalle (paesaggio alpino) mentre in altre è stato preferito l'insediamento sommitale (paesaggio appenninico). Ciò è dovuto in parte all'ambiente fisico, ma soprattutto a ragioni storiche.

Risalire alle origini: la toponomastica

È interessante indagare come e quando i centri hanno avuto origi­ne. Per la conoscenza delle origini, oltre alle fonti storiche ed epigrafi­che, ci può aiutare la toponomastica. La geografia dei nomi delle località rispecchia la delimitazione di territori occupati da collettività omoge­nee, con una propria lingua e una propria cultura, o anche di territori ereditati da occupanti precedenti.

Elementi di coesione per formare un nucleo d'insediamento furono i legami di famiglia e di clan.

Nel Medioevo la diffusione deI Cristianesimo ha espresso toponimi col riferimento al culto.

Il bacino deI Mediterraneo, che da millenni ha conosciuto innume­revoli spostamenti di popolazioni, è un eccezionale serbatoio di con­centrazione di toponimi che sono altrettanti documenti testimoniali di migrazioni e conquiste e, nello stesso tem­po, dei modi di appropriazione e utilizzazione deI suolo: i toponimi mettono in evidenza le attività economiche, i tipi d'abitazione, l'influenza della religione.

Nei toponimi, sono spesso richiamati elementi geografici che aiutano a spiegare la scelta del sito.

Varietà di strutture

I villaggi presentano una forma 'allungata' oppure 'ammassata': la forma allungata è connessa a una strada, un fiume o un canale, sulle cui rive si allineano le case; la forma ammas­sata può avere una struttura spazieggiata e aperta, o compressa e chiusa; la struttura è regolare o irregolare a seconda che derivi da un piano prestabilito o da uno sviluppo spontaneo.

La struttura serrata, con gli edifici contigui, le vie strette e scavalcate da archi, è tipica dei villaggi difensivi: il perimetro è segnato da una cerchia di case erette come un fortilizio.

Il villaggio a struttura spazieggiata è un mosaico di appezzamenti recintati in cui, oltre all'abitazione e al rustico, sono compresi piccoli orti e frutteti familiari. Lo si trova nelle zone dove esiste una dualità nell'economia agricola: da una parte il piccolo appezza­mento coltivato per il fabbisogno domestico; dall'altra le distese di seminativo semplice (dominio deI grande proprietario).

Per quanto riguarda la struttura, si distinguono alcuni tipi di vil­laggi caratteristici dell'Europa Centrale che hanno costituito la terminologia poi adottata a livello internazionale. L'Haufendorf (villaggio agglomerato) con le case dispo­ste senza alcun ordine all'ombra della chiesa o deI castello, ciascuna con il proprio orto in modo da formare un'agglomerazione fitta ma non compatta, denota uno sviluppo spontaneo, senza alcuna pianificazione. L'Haufendorf è il tipo di villaggio predominante ad ovest dell'antico confine tra Germani e Slavi (secolo IX) che correva lungo il corso dell'Elba e deI suo affluente Saale. Nella parte orientale, nelle regioni storicamente influenzate dal dominio slavo, prevalgono tipi di villaggi che denunciano una forma regolare, quindi un processo di pianificazione. L'esempio più semplice è lo Strassendorf (villaggio di strada): le case stanno affacciate sui lati di una strada rettilinea ed hanno sul retro i rispettivi orti familiari cinti da siepi. Il villaggio di strada è attribuito ad un'origine slava.

Un tratto pianificatorio si può scorgere nell'Angerdorf (villaggio-piazza), caratterizzato dalla presenza di un piazzale o un prato destinato alle feste e ai mercati. Il tipo più significativo è il Runddorf (villaggio rotondo), con le case disposte ad anello su più file concentriche intorno alla piazza.

Nei villaggi pianificati un certo geometrismo può emergere dalla regolarità della struttura interna e dal perimetro.

Si possono ricordare alcuni tipi tendenti alla dispersione:

villaggio a nuclei, formato da diversi gruppi di case distanziati tra loro;

villaggio a nebulosa, con case tutte staccate, anche se non di­stanti, senza formare agglomeramento.

Dalla fisionomia deI villaggio si può riconoscere la struttura della società rurale. Dove tutte le case si assomigliano, le condizioni economiche e sociali degli abitanti sono abbastanza uniformi. Un aspetto eterogeneo hanno i villaggi in cui si contrappongono le grandi fattorie dei padroni della terra e le modeste case dei braccianti, le case dei contadini e i palazzi dei notabili.

Le funzioni si evolvono

La vita dei villaggio è imperniata sull'attività agrico­la: tuttavia una parte della popolazione ricava i suoi mezzi di sostentamento da attività ausiliarie dell'agricoltura, soprattutto artigianali e commerciali.

Fino all'ultima guerra, nella vecchia Europa il paese è un microcosmo sociale. Nel dopoguerra, la camna se come am­biente sociale e si trasforma in quadro di produzione. La seconda guerra mondiale ha aperto la strada ad un cambiamento tecnologico che ha distrutto la costruzione muItisecolare di paesaggi rurali e di rapporti umani. L'esito è una camna senza uomini, monopolizzata da un piccolo numero di agricoltori conduttori di macchine e abbandonata dalle ure tradizio­nali. Col venir meno dell'antica policoItura familiare semiautarchica, l'artigianato rurale va sendo e il commercio si trasforma.

La dilatazione dei consumi ha condotto alla differenziazione dei villaggi con buona percentuale di attività non agricole dai villaggi rimasti legati alle risorse del suolo.

Si ha talvolta una certa dispersione delle iniziative industriali nella camna: o per la trasformazione di vecchie attività artigiane o per il decentramento di fabbriche dalle aree urbane congestio­nate. Lo sviluppo dei mezzi di trasporto ha fatto aumentare il numero dei 'pendolari', che abitano in paesi di camna e vanno ogni giorno a lavorare in città.

Industrie, commerci e servizi non sono uniformemente distribuiti nelle camne, ma caratterizzano dei cen­tri di mercato e di servizi, ciascuno con una propria area d'influenza.




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