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IL 1° CAPITOLO DEI PROMESSI SPOSI



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IL 1° CAPITOLO DEI PROMESSI SPOSI


RIASSUNTO:

Il romanzo inizia descrivendo il paesaggio, lungo le rive del lago Como che proseguono fino a restringersi formando il fiume Adda. Attorno al lago circondato dai monti, c'erano i campi dei contadini, le case, i boschi che arrivavano fin su ai monti. Lecco era una di quelle terre, a quel tempo un grosso borgo incamminato a diventare una grossa città. Lungo una delle stradicciole che percorrevano i monti veniva percorsa da don Abbondio che pronunciava il suo ufizio e tra un salmo e l'altro chiudeva il libro, a testa china e la mano che destra fungeva da segna libro mentre l'altra era piegata dietro la schiena. Lungo la strada c'era un bivio la strada di destra portava su al monte l'altra andava fino giù al torrente. Come era solito fare don Abbondio alzò la testa arrivato al bivio, e vide due uomini uno dirimpetto all'altro, i loro vestiti facevano capire da dove venivano: portavano una reticella verde al capo, due lunghi mustacchi arricciati in punta, una cintura di cuoio lucido, da essa spuntavano due pistole, un coltellaccio inserito in un taschino degli ampi calzoni, un corno pieno di polvere da sparo, penzolante sul petto e infine uno spadone,  si facevano conoscere come i bravi. Si notava benissimo che aspettavano qualcuno e quel qualcuno era proprio don Abbondio non ne fu contento. Lesse un altro dei versi nel suo libro affrettò il passo e quando fu tra i due uomini si fermò un di loro salutò don Abbondio, esso chiese se i signori avevano bisogno. L'altro bravo rispose che non si doveva fare, perplesso don Abbondio rispose che cosa non si doveva fare, il bravo completò la frase dicendo che domani il matrimonio tra Lorenzo e Lucia non si doveva celebrare. Don Abbondio tornò a casa e difficilmente ne parlò con la sua serva Perpetua, poi andò a letto.




COMMENTO:

Già nel primo modulo c'è la sa dei bravi, allora erano i servi del padrone don Rodrigo. Nella loro descrizione si vede che era gente che non scherzava, armati fino ai denti. Don Abbondio era un prete si era fatto prete non per vocazione ma per i soldi che a quei tempi scarseggiavano, poi perché i preti erano molto autonomi e almeno avevano qualcosa da mettere sotto i denti ogni giorno. Don Abbondio non aveva un cuor di leone, ma aveva capito che in quei tempi un animale senza artigli e zanne era come un pesce fuor d'acqua, cioè se non eri dalla parte del più forte facevi presto a ritrovarti ad un metro e mezzo sotto terra.






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