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La donna nel tempo

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La donna nel tempo



La condizione della donna e' sempre stata caratterizzata da una situazione di inferiorità sia su piano sociale che giuridico e politico Questa discriminazione a danno della donna. viene giustificata per lo più da una sua pretesa inferiorità fisica.


Nel mondo miceneo secondo quanto si può dedurre dai poemi omerici la donna, pur sottoposta all'autorità dei marito era in grande considerazione e godette dì una libertà impensabile nell'età successiva. Il suo normale destino era il matrimonio, riceveva dal padre una dote e lo sposo, che non poteva rifiutare il contratto matrimoniale prevedeva che facesse un dono, che ella avrebbe potuto tenere con se nella nuova famiglia. Il suo precipuo dovere era quello di provvedere al buon andamento della vita domestica controllare il lavoro delle schiave allattare i li e provvedere alla loro educazione nei primi anni di vita. Godeva anche, di molta libertà e poteva uscire di casa senza il marito purché accomnata da un'ancella.




Della donna greca abbiamo notizia solo di quella ateniese. Essa viveva praticamente reclusa, se sposata usciva dì casa soltanto nelle feste religiose in occasione dì un matrimonio o dì un funerale; ma se in casa giungeva improvvisamente un uomo qualsiasi a far visita, doveva subito ritirarsi nel gineceo se nubile non poteva neanche girare per casa. La sua capacità giuridica era pressappoco nulla fino a 14 anni era sotto la giurisdizione del padre e in seguito doveva avere un tutore, sia il padre, il fratello o il marito non poteva fare testamento e solo in casi sporadici poteva essere citata come testimone in un processo

però poteva diventare sacerdotessa e se mamma allattare e allevare i li: proprio come la donna micenea. Diverse erano le etere (termine con cui venivano indicate le cortigiane) superiori alla media greca per cultura e raffinatezza del gusto, prive degli scrupoli moralistici che tenevano le donne relegate in casa intente ai lavori domestici, le etere avevano una intensa vita di relazione. Furono famose Aspasia comna dì Pericle, Frine ritratta da Prassitele e difesa in un famoso da Iperide Gliceria amata da Arpalo che edificò una statua in suo onore, Leonzio la comna dì Epicuro e una sua omonima a‑nata dal poeta Ermesianatte che le dedicò dei versi.


In Etruria da quanto si conosce dalle efi di coppie di sposi sulle tombe, che l'archeologia ci ha tramandato, si può pensare che la società etrusca tenesse in grande considerazione la donna e il matrimonio.


La donna romana godette di maggiore libertà rispetto a quella greca. Essa svolse, sempre un ruolo importante nella famiglia, non solo come mamma e custode della casa, ma spesso anche come confidente e consigliere del marito e riceveva inoltre una istruzione regolare. Però anche qui era sottoposta all'autorità del marito.


L'avvento del cristianesimo, non modifica la condizione giuridica della donna, pur assegnandole un ruolo fondamentale in seno alla famiglia che viene a ricostituirsi come nucleo fondamentale della vita associata la sottomissione al marito era ancora vigente, ma il cdsfianesímo almeno la sottrasse all'unifficazione del rìpudio.


Nel IV secolo comìnciarono a diffondersi i movimenti spirituali femminili e sì afferm.ava una nuova immagine della donna accanto a quella tradìzíonale di madre e dì sposa la donna vergine. Nella Orria età medievale questa nuova spiritualità femminile ha portato alla nascita di moltissime istìtuzionì monastiche.


Con l'arrivo dei Longobardi diventa oggetto del querriero, è sottoposta alla tutela, (mundio o mundeburdio) del padre, o del fratello, passando sotto quella del marito dopo le nozze queste erano org anizzate e decise senza che fosse stato pr evisto il suo consenso e assimilate .ad un atto di comoravendita.


Nell'età cavalieresca, nonostante l'idealità cortese la posizione gíurídíca della Gonna non subi sostanziali modificazioni. Gli statuti comunali, ne limitavano ì diritti patrimoniali. Bisogna aspettare la tarda etá comunale per ve dere che e le vengono rese possìbilì un'evoluzìone íntellettuale e sociale, e in questo periodo sì hanno grandi ure femminili da Chiara di Assisi e Caterìna da Siena a Vittoria Colonna e Giulia Gonzaga. Ma sotto il profilo gìuridico la sua condìzíone rìmase ìnvaríata e s'aggravò nell'età successiva dominata dai soffocante moralismo controriformismo venne sottratta alla cultura e relegata ìn mansioni domestiche.


Dobbiamo aspettare XVIII secolo perché comincino a serpeggiare idee favorevoli alla sua formazioni culturale. Inizia ad avviarsi anche alle discipline scientifiche. Le grandi rivoluzioni quella francese e quella americana la portano al riconoscimento dei diritti civili pur lasciandola ancora senza quelli politici. Il codice napoleonico assicura la parità giuridica della donna nubile, all'ìnterno della famiglia invece, ripristinava la piena sottomissione al marito. Tuttavia ora vedeva aprirsi davanti spazi ampi dì intervento sociale, campo preferito è, qello dell'educazione, in Francia e in Gran Bretagna soprattutto, ma anche in Italia si hanno ure femminile che arse dall'ardore romantico e risorgimentale hanno svolto opera dì educatrici fra le tante si ricordano Matilde, Calindri, Amelia Calanio e Anna Ricasoli.


Durante la metà dei XIX secolo cominciano a concrefizzarsi le prime vere conquiste sociali Il cod ce, del 1865 sancìsce l'alienebilità della dote, la reciprocità degli obblighi economici dei coniugi e la corresoonsabìlítà nei confronti de.- li ottiene l'accessibilità agli studi superiori, in Italia la prima donna si è laureata nel 1877. Negli Stati Unítí una legge del 1840 dava alla donna sposata la piena disponibilità dei suo: guadagní e dei suo: beni In Italia una legge uguale venne promulgata solo nel 91 g.


Intanto allo scoppio della prima guerra mondiale, in dodici stati della Confederazione americana veniva riconosciuto alla donna il diritto politico poco dopo lo stesso -dato anche dalla Danimarca Paesi Bassi URSS e Islanda

riconoscimento venìva accordato nel 1918 seguirà la Gran Bretagna, che tuttavia riserva tale diritto solo alla donna che ha, compiuto ì trent'anni Ne' periodo fra le due guerre sia ìn America che nel resto d'Europa veniva riconosciuto anche il diritto dì voto, in Italia si. dovrà aspettare il 1945.


Da questo momento i movimento dì emancipazione della donna si fa più agguerrito anche in Italia, e, di conseguenza il: processo ci equiparazione si fa più celere. Nel 1956 viene ammessa nelle corti d'assise e, nei tribunali dei minorenni, come giudice popolare; nel 1980 ottiene il libero accesso, a tutte le cariche pubbliche, tranne, quelle militari e diplomatiche la piena parità giuridica ne' lavoro viene ottenuta nel 1962, tuttavia nell'ambito familiare è ancora vigente la discriminazione dei 'diritto di famiglia'. Solo nel

1977 una riforma generale ha finalmente abolito ogni discriminazione mentre risale al 1979 la prima nomina ad ambasciatore e alla presidenza della Camera dei Deputati.


Più tempo passa e più vediamo la donna prendere possesso di posti dì comando che una volta non si sarebbe mai sognato di poter avere. La donna schiava e sottomessa all'uomo non esiste più. Essa ha preso e prende sempre più coscienza di sé e delle sue rifiuta una vita che fino a qualche anno fa accettava con naturalezza.


La ura della casalinga come 'nostra madre' o 'nostra nonna', che tutto dedicava alla famiglia, che viveva per la famiglia va sendo, il suo posto viene preso da una donna nuova che ha innumerevoli interessi oltre quelli domestici.


Oggi la donna ha propri contatti sociali che le danno più consapevolezza delle sue forze dei suo valore.


Il sociologo americano Robert Monson ha posta in evidenza come nella nostra epoca, la crisi della famiglia, la sconvolgente evoluzione della società, il progresso tecnico e lo spirito scientifico che dominano il nostro tempo, hanno spostato l'educazione della famiglia alla scuola, facendole assumere maggiore importanza a detrimento del prestigio della famiglia. In effetti la famiglia può assolvere benissimo compito di istruzione e di educazione in una società statica, ma non è più in grado dì assolvere il proprio compito in una società che cambia rapidamente. Ma questo processo dì emancipazione della donna e proprio indipendenza? Le apparenze ingannano! Oggi la donna e schiava del 'doppio lavoro', quello casalingo e quello che presta fuori. Allora che cose bisognerà fare per renderle giustizia? A mio avviso bisognerebbe prolungare la permanenza dei bambini a scuola ed estendere il ruolo dì questa; bisognerebbe creare una rete di ristoranti economici per sgravarla almeno del lavoro della cucina, occorrerebbe affidare la pulizia degli alloggi a squadre formate appositamente ,creare impianti di lavaggio collettivi ecc. La situazione non è certo confortante per le nostre donne! In Russia ad esempio, il 78% dei medici sono donne, come lo sono il '70% degli insegnanti e il 32% dei giudici; e ancora, il 32% del 'genti sesso" esercita la professione di ingegnere. Da noi, in Italia le donne che lavorano rappresentano appena il 5% dei funzionari direttivi e solo il 24% è alle dipendenze dello Stato. L'unico settore in cui la donna italiana domina è la scuola, ma anche qui non sì possono fare considerazioni positive. Molte volte sono ragioni pratiche che la spingono all'insegnamento perché le permette dì avere più tempo per la famiglia e per la casa. Quindi parlando di emancipazione della donna non si può affermare che, sia una libera scelta.


Questo cambiamento nella vita della donna, come abbiamo visto, si è maturato negli anni gradualmente.Quali le cause? Come ha potuto questa autentica rivoluzione essere portata avanti senza essere contrasta? Come ha potuto l' uomo veder sfumare il suo dominio sulla donna senza reagire? Sì è trattato, a mio avviso, di un processo sociale che trova le sue origini, le sue cause e i suoi presupposti nella crisi della famiglia e nella trasformazione della società.


La crisi della famiglia è senza dubbio dì origine sociale. Qualche tempo fa la famiglia aveva solide fondamenta, perché il nucleo familiare assicurava ai suoi componenti protezione e sicurezza. Oggi in questo mondo dominato dalla tecnologia, in cui il successo del singolo dipende dalle sue capacità, dalla sua intelligenza e dalla sua abilità, i legami con la famiglia vengono privati di ogni significato. Bisogna anche riconoscere che ieri la base economica della famiglia era data dalla proprietà oggi la famiglia vive di reddito dì lavoro. La giovane donna sa che può rendersi indipendente e vivere una propria vita, della famiglia era data dalla proprietà, oggi la famiglia vive di reddito di lavoro. La giovane donna sa che può rendersi indipendente e vivere una propria vita diventando operaia o impiegata, sa che la industrializzazione della società le permette di non essere più legata alla condizione domestica arcaica su cui poggiava il rapporto tradizionale con la famiglia.


Inoltre c'è da ricordare che un tempo la famiglia svolgeva anche una sua funzione sia nell'istruzione che nell'educazione.


Oggi l'evoluzione della società è sconvolgente. Il progresso tecnico e lo spirito scientifico dominano il nostro tempo . Una volta la scoperta era del tutto casuale e la società ne sentiva le conseguenze senza sconvolgimenti improvvisi. Oggi la ricerca scientifica lavora per creare nuove condizioni dì vita e nella nostra società non solo la somma deve conoscenze aumenta con rapidità enorme, ma la loro diffusione è quasi istantanea.


La condizione tradizionale della donna poteva essere sopportata fino a quando essa era chiusa in famiglia.Quando la moderna industrializzazione le ha offerto innumerevoli possibilità di lavoro, la sua condizione con l'ingresso nel mondo del lavoro ha visto notevoli e continui cambiamenti e raggiungendo l'emancipazione voluta. Ma al momento può parlarsi di emancipazione, nel senso vero della parola? Possiamo dire, se guardiamo alla realtà delle cose, senza farci fuorviare dalle apparenze a volte ingannevoli che oggi la donna, almeno per il momento, nella, sua lotta, è ben lontana dal poter cantare vittoria. Oggi è schiava del lavoro, quello casalingo e quello che svolge nel processo produttivo. La

lontana dalla società non ha ancora assunto su di sé i compiti del lavoro familiare e la cura della casa, la preparazione dei pasti e tutti i compiti che rientrano nell'economia domestica sono svolti non come lavoro vero e proprio, ma sempre sotto l'etichetta di 'lavoro casalingo' dizione che ancora adesso ha il significato di negazione dei lavoro.


Ho detto che la donna è ben lontana dal cantare vittoria, ma sempre guardando alla realtà, sì può dire che la donna, oggi divide col marito la responsabilità della famiglia che una volta era comandata da un'autorità maritale, come abbiamo visto più su, ed ora è guidata da un'autorità parentale, nel senso che anche la madre partecipa del potere familiare quindi, anche se si può riscontrare un primato maschile nell'esercizio del comando in famiglia, non si può più parlare di esclusività. L'acceso alle carriere che si è visto iniziare nel 1979, ancora oggi, vede la donna scavalcata dall'uomo, per un incarico importante viene sempre preferito un uomo di pari grado e magari di capacità più limitate, solo perché ha il merito di essere uomo.


Questo stato di cose ha contribuito e contribuisce ad escludere li che non riescono a dare un senso vero alla vita e solo perché sono stati costretti a crescere senza la vicinanza della mamma, senza impregnare le narici e i pori dell'odore della donna che li ha messi al mondo;infatti hanno avuto una 'balia' di metallo con ure animate che non ha fatto niente per la loro educazione; sono cresciti senza sentire il calore del fiato materno, non hanno potuto contare sulla loro presenza attiva, e sono venuti su senza conoscere chi avrebbe dovuto guidarli, chi avrebbe dovuto insegnar loro il comportamento da tenere, senza il suono di quella voce che avrebbe dovuto far capire loro che cosa è bene, che cosa è male,che cosa è amore, che cosa e delusione, che cosa e gioia e che cosa è dolore; senza quella voce che avrebbe dovute, consolarli nei momenti dì tristezza, che avrebbe dovuto dividere con loro le prime gioie, le primissime scoperte amorose. Si non sono stati soli, ma può la televisione sostituire la mamma o il papà?In questo modo si sono trovato soli, incapaci di confidarsi con i genitori, e proprio perché è mancato loro il: contatto comunicativo con i propri genitori, è mancate la confidenza con essi.


La donna sarà veramente libera ed emancipata solo quando avrà capito che di fronte alla maternità, deve mettere da parte ogni ambizione carrieristica e dedicarsi interamente al lio, deve capire che il lio deve maturare aiutato dai genitori, soprattutto dalla madre, dovrà essere guidato quando sta per formare e realizzare la propria personalità, e poi potrà ricevere quella fiducia che gli è necessaria e della quale sicuramente non approfitterà. La più grande ambizione, per una donna madre dovrebbe essere quella do vedere il lio ben educato, con una personalità matura e formata in una società civile permeata di una sana moralità, merita più rispetto la donna che sa rinunciare ai suoi sogni per viverli con il lio e che sappia risolvere con dignità i suoi problemi che sappia responsabilmente affrontare le conseguenze che la rinuncia comporta, perché solo all'ora è veramente una donna libera ed emancipata.



Martinelli Michele II B












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