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La pena di morte oggi: una questione controversa

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La pena di morte oggi:

una questione controversa.



"Ogni individuo ha diritto alla vita, alla libertà e alla sicurezza della sua persona". Questo è un articolo della Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo.

Come si può dire che gli uomini hanno diritto alla vita se circa la metà degli stati usano ancora la pena di morte? Essa viene addirittura preparata formalmente ed è da considerare un omicidio premeditato, da parte dello Stato, di un essere vivente che pensa, ha un'anima e dei sentimenti. Questo avviene tramite sedia elettrica, fucilazione, iniezione letale o con la camera a gas. Nel passato erano molto diffuse, come tecniche di morte, la ghigliottina (di cui è stata promotrice la Francia), il rogo (per i condannati di eresia) o l'impiccagione.

Come può uno Stato vietare l'omicidio quando poi si comporta allo stesso modo? Di certo non migliora la situazione: non può convincere la popolazione che non è giusto fare qualcosa se poi anch'esso fa lo stesso errore. Per questo la pena di morte non può diminuire la violenza o la criminalità, perché è la legge stessa che dà agli uomini un esempio di atrocità e di assassinio.

Sarebbe ora di abolire questa legge inumana in tutto il mondo e al suo posto applicare pene diverse com'è avvenuto nel 1786, per la prima volta, in Toscana. Forse i lavori forzati non sarebbero il metodo migliore per la rieducazione del condannato, nonostante gli venga imposto di fare qualcosa di utile per la società.

Di certo non è giusto liberare gli assassini dopo solo qualche anno passato in galera (come succede in Italia) solo perché le nostre carceri straboccano di detenuti, ma sarebbe molto più utile e sicuro sentenziare l'ergastolo in modo che il condannato sappia che passerà il resto della sua vita chiuso in una stanza a pensare al male che ha fatto e che non c'è nessun rimedio che possa farlo uscire.



E se venisse condannata una persona innocente? Sarebbe sicuramente più facile liberare un condannato dall'ergastolo piuttosto che far resuscitare un morto. E che errore atroce sarebbe uccidere qualcuno che non ha commesso niente di male!

La Costituzione Italiana, fino a qualche anno fa, aboliva la pena di morte, fatta eccezione per le leggi militari di guerra. Ad essere contrari alla pena di morte, sono soprattutto la maggior parte dei paesi europei mentre sono favorevoli in prevalenza stati americani, africani e arabi. Il dato preoccupante è dato dai cinquantaquattro paesi del mondo che la applicano ancora e la Cina è lo stato che detiene il record di condanne a morte: tremila all'anno. Ma c'è di peggio: qualche anno fa, in merito all'omicidio in Arkansas di quattro ragazze e un'insegnante da parte di due bambini di circa dodici anni, nel Texas è stata proposta una legge che avrebbe abbassato l'età minima per la condanna di morte addirittura ad undici anni per poi essere applicata raggiunti i diciassette anni. Ma con che coraggio si può anche solo pensare di condannare a morte un bambino? Avrà sbagliato, e su questo non ci sono dubbi, ma rimane pur sempre un bambino. Con questo non voglio dire che non deve essere punito, ma semplicemente non bisogna esagerare.

La vita è un diritto per cui niente e nessuno può privarcene e tanto meno non si può punire un omicidio con un altro omicidio.




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