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La violenza

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La violenza pare costituire l'argomento principale degli organi di informazione di massa, nonché l'oggetto di discussione tra le persone che quotidianamente studiano o lavorano.

Ma questo dipende dal fatto che oggi nel mondo ovunque c'è violenza.

Tale fenomeno sembra caratterizzare fin dall'origine la storia dell'uomo.

Lo stesso uomo primitivo, per sopravvivere ha dovuto praticare la violenza. La natura stessa è violenta, allorquando, ad esempio, gli animali si sbranano tra di loro, oppure un vulcano erutta provocando  migliaia di vittime. Questo è un dato di fatto di cui l'uomo deve farsi una ragione.

Ma l'uomo può farsi una ragione quando la violenza è necessaria per la sopravvivenza, oppure perché essa costituisce un evento assolutamente indipendente dalla volontà umana. L'uomo non deve farsi una ragione della violenza quando essa è gratuita, ossia praticata soltanto per il suo stesso fine, senza giustificazioni.

È questa la violenza che l'uomo deve contrastare e deve vincere. La storia, per esempio, è piena di guerre, espressione più elevata della violenza umana. Non esistono periodi storici in cui la guerra non è presente nella vita dell'uomo. Ma se nel passato non esistevano altri mezzi a disposizione dei popoli per far valere le proprie ragioni, oggi l'evoluzione dei tempi e della tecnologia propone molte altre procedure per raggiungere posizioni di equilibrio. Una di queste è la diplomazia: oggi infatti esistono numerose organizzazioni internazionali che consentono di superare i conflitti senza usare le armi. Si pensi all'Organizzazione delle Nazioni Unite, oppure alla odierna Unione Europea, che sempre si propone come mediatore nelle varie situazioni di crisi tra nazioni anche non appartenenti al Vecchio Continente.



Si tratta di strumenti che al giorno d'oggi rappresentano veri e propri vantaggi per evitare e prevenire situazioni conflittuali, perché superano gli interessi prettamente nazionali, proponendo valori e obiettivi comuni. Quindi, sul piano internazionale, oggi l'uomo può fare ricorso a istituzioni che un tempo non esistevano per prevenire la violenza.


Ma purtroppo oggi dobbiamo anche parlare di tipi di violenza molto più vicini alla nostra realtà.

Si tratta della violenza che caratterizza le nostre strade, le nostre scuole e ciò che sembra più preoccupante, le nostre famiglie.

In questi casi la violenza sembra gratuita, cioè portata senza alcuna ragione razionale, e quindi va assolutamente contrastata come tutte le altre, ma non dalle organizzazioni internazionali, bensì invece dalle istituzioni della nostra società come la famiglia, la scuola e gli organi di informazione.

La violenza gratuita è la più aberrante. Facciamo alcuni esempi. La violenza in famiglia, spesso non conosciuta perché è quella che non viene quasi mai denunciata in quanto è portata proprio dai propri familiari, ad esempio da un padre che non ha un lavoro che trova nelle persone più deboli a lui vicine occasioni per sfogare i propri fallimenti.

Poi, la violenza nelle scuole, il così detto bullismo, dove giovani senza scrupolo, facendosi scudo nel gruppo di amici in cui è inserito, trova modo di manifestare la propria povertà di idee portando violenza nei confronti di persone deboli fisicamente.

È un modo per affermare la propria personalità non avendo altro modo sotto il profilo umano, culturale o professionale.

E poi c'è la violenza psicologica, portata in ogni tipo di ambiente, scolastico, di lavoro o sociale, oggi definita con un termine inglese: il mobbing, concetto ancora oggi poco chiaro.


Questa violenza va contrastata più delle altre, perché non ha un fine. Per assurdo, la violenza è riconosciuta anche dalla nostra Costituzione o dalla nostra legge se essa è praticata per difendersi. Ma la violenza pura è contraria addirittura a quella che è insita nel mondo naturale di cui ho parlato prima, cioè di quella che nell'antichità era praticata per la inderogabile necessità di sopravvivenza.

Come fare: se la violenza è gratuita, essa non può essere riferita a niente e quindi se c'è questo anomalo tipo di violenza essa, oggi dipende dalla preoccupante assenza dei valori fondamentali del vivere sociale. Il Valore, con la V maiuscola, penso sia un punto di riferimento fondamentale per la crescita della persona ed il consolidamento del vivere civile. Quindi, per limitare la violenza, quella gratuita, occorre recuperare i valori che, da un lato, consentano ad un uomo di crescere, dall'altro permettano ad una persona di convivere.

Per far crescere una persona è fondamentale la famiglia, intesa come luogo teorico e pratico per indicare ad un bambino, adolescente come fare a considerare la vita nei suoi aspetti più sani e positivi, per proporre modelli da imitare e risultati da conseguire. È la famiglia quindi che deve essere messa in condizione di educare la persona che sta diventando adulta.

La scuola, da parte sua deve recuperare la funzione di istruire, cioè di fornire all'adolescente tutte le conoscenze, innanzitutto storiche, ma poi anche scientifiche ed umanistiche per dare il quadro completo di come l'uomo si è da sempre evoluto, con i suoi pregi ed i suoi immancabili difetti, ma sempre proponendosi come anello positivo della storia poiché unico essere vivente fornito di ragione.

Ma poi, al giorno d'oggi anche altri soggetti devono assumere consapevolezza dei propri ruoli sociali. Ad esempio gli organi di informazione, che dovrebbero amplificare gli aspetti positivi dell'agire umano piuttosto che amplificarne i lati negativi.

Infine tutte le Istituzioni, pubbliche e private, devono dialogare tra di loro, invece che polemizzare, proprio perché devono offrire modelli positivi alla fascia della società che ne ha più bisogno: i giovani.




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