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Morte a Venezia

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Morte a Venezia:

breve relazione in cui si riscontrino le caratteristiche tematiche e narrative della narrativa del '900.


Gustav Von Aschenbach è un celebre scrittore tedesco che decide di allontanarsi dalla propria città poiché il lavoro iniziava a prendere una brutta piega.

L'istinto lo induce a dirigersi verso Venezia, città pittoresca ma anche sinistra, dove intende trascorrere alcuni giorni rinvigorendo il proprio spirito e cercando una nuova ispirazione.

Sulla spiaggia vede un ragazzo polacco di divina bellezza di cui cominciò ad invaghirsi a tal punto d'essere lieto di non poter tornare al proprio paese per un disguido.

Inizia a pedinarlo, a sognarlo e con il passare del tempo la sua passione diventa sempre più maniacale.

Scopre che fosse iniziata un'epidemia di colera,che le autorità italiane volevano tenere nascosta per non compromettere il turismo e di conseguenza gli affari; così pur avendo la possibilità di scappare e di mettere in guardia Tazio decide di tacere temendo un'eventuale separazione.

Il giorno in cui la famiglia dell'amato si preparava a partire, Gustav andò come di consueto sulla spiaggia con l'intento di vedere il ragazzo per l'ultima volta; per un attimo si illude di scorgere nel suo sguardo un lampo di complicità ma prima di potersi avvicinare si abbatte al suolo morto.

Il protagonista contrariamente al passato non è più un personaggio ben inserito nell'alta società, bensì si sente in contrasto con il mondo che lo circonda e soprattutto grazie alla propria diversità si sente escluso da esso.



Il viaggio di Gustav come ormai di consueto non è fine a se stesso ma ha un significato metaforico in questo caso riconducibile ad una fuga non da qualcosa di esterno ma piuttosto da se stesso.

Nel romanzo il  culto della bellezza in un certo senso giustifica la stessa presenza dell'adolescente che dal primo momento in cui entra in scena è descritto per questa propria caratteristica :''..e un ragazzo dai capelli lunghi, sui quattordici. Con stupore, Aschenbach notò che quest'ultimo era di una beltà perfetta. Il volto, pallido e graziosamente chiuso, incorniciato di capelli color miele, il naso diritto, la bocca vezzosa, un'espressione di gentile, divina serietà, ricordava le sculture greche dell'epoca d'oro, e alla pura perfezione della forma univa un fascino così unico e personale, ch'egli credette di non aver mai incontrato, né in arte né in natura, nulla di così compiutamente riuscito''.

La ricerca della perfezione è accomnata dalla paura di invecchiare riscontrabile anche nel ritratto di Dorian Gray anche se in questo caso le due entità sono portate avanti da due personaggi differenti; infatti da una parte c'è il ragazzo che rappresenta la grazia pura che però rischia di essere intaccata dall'avvento di un'ipotetica morte, mentre dall'altra c'è il protagonista ormai cinquantenne che mentre all'inizio del romanzo critica aspramente un suo coetaneo che si accomnava da ragazzi molto più giovani, in seguito si ritrova a cercare di curare il proprio corpo in maniera tale da poter sembrare più giovane e scampare dall'avvento della senilità.




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