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PROMESSI SPOSI A.MANZONI - TRACCIA DI LAVORO CAPITOLO XXI



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PROMESSI SPOSI  A.MANZONI


TRACCIA DI LAVORO CAPITOLO XXI


SINTESI


La vecchia si reca subito alla Malanotte, riferisce al Nibbio gli ordini del padrone e invita Lucia a seguirla per infonderle coraggio. Giunto alla presenza dell'Innominato, il Nibbio dice che tutto si era svolto secondo gli ordini, ma che Lucia l'aveva mosso a una grande compassione. Non appena ode tali parole, l'Innominato manda il servitore a dormire e si reca dalla ragazza. Arrivato nella sua stanza la vede rannicchiata per terra con vicino la vecchia; Lucia inizia a supplicarlo di lasciarla libera, con la famosa frase 'Dio perdona tante cose per un'opera di misericordia', ma l'Innominato la esorta ad avere coraggio: le assicura che l'avrebbe rivista il giorno seguente e la lascia con la vecchia. La giovane si rifiuta di mangiare e di dormire; allora la donna ne approfitta per mettersi lei stessa nel letto. Poco dopo, mentre Lucia prega, le viene in mente che sarebbe stata esaudita più efficacemente se avesse fatto un sacrificio, così promette di rinunciare a Renzo per essere solo della Vergine e, più tranquilla, si mette a dormire. Anche l'Innominato vorrebbe comportarsi nel medesimo modo, ma trascorre una notte molto agitata: riflette riguardo Lucia, la quale è stata l'unica a vederlo commosso e per scacciare tale pensiero, medita sulla sua vita passata. Questa non è la soluzione migliore, perché si sente sempre più responsabile e pentito dei crimini commessi: decide di spararsi, ma il dubbio di un'altra vita di cui aveva sentito parlare da bambino lo fa rinunciare. Proprio in quel momento gli vengono in mente le parole della ragazza, le quali gli infondono un po' di speranza e decide così di liberare la fanciulla. All'alba avverte uno scampanio e molta gente allegra per le strade; immediatamente invia un bravo che dormiva nella stanza accanto per informarsi riguardo tale allegria.




DESCRIZIONE DEL TESTO


Le parti in cui si può dividere il modulo sono essenzialmente due e consistono, la prima nell'arrivo di Lucia al castello dell'Innominato; mentre la seconda nella descrizione della notte trascorsa al castello sia da parte dell'Innominato stesso, sia da parte di Lucia.


Il ritmo narrativo della prima parte è caratterizzato da sequenze di scena, alternate a fasi di sommario. Questa particolare tecnica narrativa adottata da Manzoni, permette al lettore di comprendere molto bene la situazione negativa che si sta delineando: tale effetto è reso molto bene soprattutto grazie alle parole di Lucia riportate attraverso discorsi diretti liberi e legati.


La seconda sequenza del modulo è caratterizzata da due sequenze parallele, in quanto all'interno di queste viene descritta la notte trascorsa dall'Innominato e la notte di Lucia al castello di quest'ultimo.


L'intero modulo è caratterizzato da un tipo di narratore onnisciente, quale è Manzoni. Egli, infatti, è a conoscenza di tutti gli avvenimenti e dei pensieri dei personaggi presenti nel modulo.


Ritengo che un'eventuale analogia tra la notte dei due personaggi del modulo e la notte trascorsa da Renzo nelle vicinanze del fiume Adda, consista nel cambiamento sostanziale dei personaggi in questione e nel timore che li caratterizza durante la notte.


Nel modulo ventunesimo la notte ricopre una funzione importantissima, fondamentale direi, in quanto pone l'Innominato di fronte ai suoi crimini passati e lo fa riflettere riguardo alle parole che Lucia ha pronunciato, facendo scattare in lui qualcosa che lo porterà alla successiva conversione; per cui è possibile affermare che la notte svolge un'importante funzione demarcativa all'interno della storia.


LUOGHI


Nel modulo ventuno vi sono sia luoghi esterni sia spazi interni. I primi sono rappresentati dalla strada necessaria per giungere al castello dell'Innominato. Gli spazi interni, invece, appaiono quando viene citata la stanza destinata a Lucia all'interno del castello e nel momento in cui viene introdotta la camera in cui l'Innominato risiede.


Per quanto riguarda il castello nobiliare, questo viene descritto come isolato da altre abitazioni ed è connotato negativamente rispetto al palazzotto di don Rodrigo dal quale distava sette miglia. Particolare attenzione meritano le inferiate alle finestre in quanto la luce della luna che le incontra provoca sul pavimento un effetto simile a quello delle sbarre di una prigione.


TEMPO


È possibile intuire che si tratta di un giorno festoso grazie agli abiti della gente allegra, ai loro richiami spensierati, che infondono felicità nell'animo, ai loro abiti, non sicuramente quelli indossati durante la settimana in occasione del lavoro quotidiano e attraverso i rintocchi delle campane.


L'importante analogia che può essere stabilita tra l'alba del mondo e l'alba dell'anima dell'Innominato è che quest'ultima finalmente ha subito un cambiamento portato dalla notte, durante la quale il malvagio uomo ha riflettuto parecchio sulle sue malvagità passate e sulle parole di Lucia 'Dio perdona tante cose per un'opera di misericordia", parallelamente all'alba del mondo esterno, nella quale è presente un clima di completa allegrezza e felicità.




Nel corso del romanzo dei promessi sposi è stato possibile incontrare quattro notti precedenti a questa, in cui la storia ha registrato avvenimenti importanti: la notte degli imbrogli, in cui Renzo, Agnese e Lucia fuggono dal paese attraverso i campi, evitando così la strada principale. Altra notte in cui è accaduto qualcosa di particolare è quando Renzo, giunto a Milano, si trattiene nell'osteria della Luna Piena: questo è il momento di maggior degrado morale del protagonista, il quale corre anche il pericolo maggiore, se non fosse stato per la folla paesana che prontamente interviene, salvandolo dalla minaccia del notaio criminale e dei birri al suo seguito. Un'altra occasione in cui la notte ha avuto importanza si è presentata quando i tre protagonisti, accomnati per l'occasione da Tonio e Geravaso, si sono presentati nella casa di don Abbondio per celebrare il matrimonio per sorpresa.






PERSONAGGI


Riguardo l'Innominato si può dire che il pensiero della morte lo riporta alla vita perché, rimembrando le sue malefatte passate e il discorso di Lucia in sua presenza, provocano in lui un pentimento e fanno scattare qualcosa che aprirà la strada alla successiva conversione.


Nonostante la situazione non sia per nulla piacevole, Lucia, quando è ormai l'alba, si concede a un sonno perfetto e tranquillo perché ha ritrovato un poco di speranza nella preghiera e qualcuno cui rivolgersi: la Vergine.


La vecchia donna ha un aspetto comico e grottesco, il quale però è in forte antitesi con la situazione che si è venuta a creare, poiché questa non è per nulla comica o divertente, al contrario, per Lucia la circostanza è molto spiacevole e pericolosa.


Il Nibbio può essere considerato un mediatore della futura conversione del suo padrone, in quanto è mosso a compassione da Lucia e riporta questo sentimento all'Innominato, il quale è toccato dalle parole del suo servitore.


FORME NARRATIVE


Prima fra le indicazioni di carattere narratologico è lo stile nominale di un discorso del Nibbio rivolto all'Innominato, volto a rendere la concitazione del resoconto; in seguito troviamo un ossimoro "rabbia di pentimento"; infine un climax riportato con un ritmo binario che rende l'affollarsi rapinoso dei ricordi, tramati di malvagità e di sangue, ormai respinti con l'orrore dell'animo "consapevole e nuovo".


Uno dei topoi letterari caratteristico del romanzo nero è sicuramente il rapimento messo in atto dall'Innominato. Un altro può essere riconosciuto nel castello che ospita il malvagio uomo e le vicende a lui collegate.


Il campo semantico cui ricorre Manzoni per rendere il travaglio interiore di Lucia e dell'Innominato è quello della guerra e questo può essere colto prestando attenzione ai termini introdotti dall'autore per descrivere tali sensazioni: "Imprese . pietà . terrore . " per quanto riguarda l'uomo; "prigione . terrori . morire . " invece sono da riferirsi a Lucia.








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