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INTRODUZIONE

Riproduzione assistita Modalità di riproduzione operata dall'uomo per ottenere, in ambito zootecnico, individui con particolari caratteristiche e, in ambito medico, per superare ostacoli naturali che impediscono la fecondazione fisiologica in coppie che desiderano un lio. La riproduzione assistita comprende diverse tecniche, che possono essere di primo e di secondo livello.





TECNICHE DI I LIVELLO

Le tecniche di primo livello sono di esecuzione piuttosto semplice e prevedono che l'incontro della cellula uovo con lo spermatozoo (fecondazione) avvenga nella sede naturale, ossia all'interno delle tube di Falloppio. Tali procedure comprendono il monitoraggio dell'ovulazione mediante ecografia, in modo da individuare con certezza il momento in cui la fecondazione può avvenire, e la IUI (inseminazione in utero), con la quale il seme maschile viene deposto all'interno dell'utero: gli spermatozoi possono quindi risalire normalmente fino alle tube.

Questa procedura, comunemente conosciuta come "inseminazione artificiale", permette di superare ostacoli come l'impotenza, o disturbi dell'apparato riproduttore femminile che, pur producendo normalmente le cellule uovo, impediscono la risalita degli spermatozoi lungo il collo dell'utero fino alle tube. Disturbi di questo tipo possono comprendere il vaginismo (malattia che comporta contrazioni spastiche della vagina e, quindi, contrasta la risalita dello sperma), e la mancanza di secrezione di muco cervicale (che permette il movimento del flusso di spermatozoi).

Utilizzando spermatozoi congelati si ottiene una gravidanza in circa il 60% dei casi, mentre lo sperma appena raccolto ha un tasso di successo molto più alto, di circa il 90%. Questi metodi non sembrano aumentare il rischio di anomalie congenite nel feto.

L'inseminazione artificiale rappresenta la prima tecnica di riproduzione assistita, ed è stata applicata inizialmente nella zootecnia. Negli allevamenti,permette di controllare la paternità dei piccoli e, quindi, di garantire le caratteristiche dell'allevamento stesso; inoltre, lo sperma di maschi particolarmente pregiati (di solito, tori e stalloni) può essere conservato (mediante congelamento) ed essere usato per il miglioramento genetico di altri allevamenti.

TECNICHE DI II LIVELLO

Altra tecnica di primo livello è il trasferimento endotubarico di gamete (GIFT), con la quale gli spermatozoi e gli ovuli, precedentemente prelevati dai due individui interessati, al momento opportuno vengono inoculati nelle tube.

Si tratta di procedure più laboriose, nelle quali la fecondazione avviene all'esterno del corpo femminile. Il trasferimento endotubarico di zigoti (ZIFT) consiste nel fare incontrare spermatozoi e cellule uovo in vitro, in modo che avvenga la fecondazione e si formino zigoti da inserire successivamente nelle tube; l'embrione quindi prosegue normalmente il suo sviluppo e discende nell'utero, annidandosi nella sua parete.

L'iniezione intracitoplasmatica di spermatozoi (ICSI) si basa sulla inoculazione in vitro del nucleo di uno spermatozoo nel citoplasma di una cellula uovo; si ottiene uno zigote che viene quindi impiantato direttamente nell'utero.


La tecnica più diffusa è tuttavia la fecondazione in vitro (FIV o FIVET).



Fecondazione in vitro (FIV)

Con la fecondazione in vitro, o FIV, si fanno incontrare spermatozoi e cellule uovo in vitro, e, avvenuta la fecondazione, si fanno sviluppare gli zigoti in embrioni formati da circa otto cellule destinati all'impianto nell'utero. È detta anche FIVET (Fecondazione in vitro e trasferimento dell'embrione). Questa tecnica è stata impiegata per decenni nelle ricerche sullo sviluppo animale; dal 1978 è stata applicata con successo alla riproduzione umana, se la fecondazione nelle vie naturali risulta impedita: in particolare, in caso di occlusione o alterazione delle tube, dovuta ad esempio alla malattia infiammatoria pelvica o a interventi chirurgici; in presenza di endometriosi o di difetti della motilità o del numero degli spermatozoi.



Preparazione e prelievo degli ovuli

Prima del prelievo degli ovuli, la donna deve sottoporsi a una terapia di induzione dell'ovulazione, a base di ormoni (soprattutto gonadotropine), che serve ad aumentare il numero dei follicoli ovarici nei quali maturano le cellule uovo. Contemporaneamente, vengono prescritti ormoni che agiscono sull'ipofisi e ne sopprimono l'attività sull'ovulazione, in modo che le ovaie siano "controllate" soltanto dai farmaci e dai dosaggi prescritti: in tal modo si evita che alcuni ovuli maturino precocemente. In questa fase esiste la possibilità che insorga la sindrome da iperstimolazione ovarica, in forme lievi o gravi, che determina un ingrossamento eccessivo delle ovaie, e sintomi vari tra cui nausea, vomito, e la modificazione della permeabilità dei vasi capillari, con conseguente ascite (accumulo di liquido nell'addome).



Il prelievo dell'ovulo si effettua di solito con una cannula inserita per via transvaginale, e guidata attraverso una sonda ecografica: si tratta di un intervento breve, di circa 15 minuti, eseguito in anestesia locale. In qualche caso si rende necessario intervenire con laparoscopia, tecnica chirurgica comunque poco invasiva.



Fecondazione autologa o eterologa

Una volta recuperati gli ovuli, questi vengono posti in uno speciale liquido ricco di nutrienti; quindi, a essi viene unito per circa 18 ore dello sperma opportunamente preparato. Se questo è fornito dal partner si parla di fecondazione autologa; se proviene da un donatore anonimo, la fecondazione si dice eterologa.



Impianto dell'embrione






Dopo circa 40 ore, se la fecondazione è avvenuta, si producono embrioni che vengono trasferiti nell'utero della madre entro cinque-sei giorni dal momento della fecondazione. Gli embrioni possono essere formati da sole 2-4 cellule, oppure 6-8 cellule, o addirittura essere più sviluppati e trovarsi allo stadio di morula (se di cinque giorni) o di blastocisti (se di sei giorni). La blastocisti è una sorta di sfera cava di cellule, e rappresenta uno stadio normale delle prime fasi dello sviluppo embrionale; quando la fecondazione avviene naturalmente, nelle tube, è proprio la blastocisti che comincia a discendere verso l'utero per annidarsi nella parete. La tecnica per fare procedere in vitro lo sviluppo embrionale fino allo stadio di blastocisti è acquisizione piuttosto recente.

Per favorire l'avvio della gravidanza, alla donna generalmente vengono praticate iniezioni quotidiane di progesterone. La probabilità di gravidanza è di circa il 20% per ciclo di fecondazione in vitro.



La legge 40/2004

Nei diversi paesi non vi è uniformità legislativa riguardo al numero di embrioni che possono essere impiantati nell'utero materno e al destino degli embrioni non impiantati perché in numero eccessivo (sovrannumerari) e pertanto conservati in azoto liquido (crioconservazione). In Italia, la riproduzione assistita è stata regolamentata con la Legge 40 che, fin dalla sua pubblicazione nel febbraio 2004, ha sollevato notevoli contrasti tra esponenti politici e della società civile, scienziati, personalità laiche e religiose, ed è stata oggetto di un referendum abrogativo nel giugno 2005. L'esito della consultazione, invalidata dal mancato raggiungimento del quorum, non ha portato a modifiche della legge.

Tra i punti più significativi, vi è la possibilità di accedere alle tecniche di riproduzione assistita solo per le coppie eterosessuali, purché in età potenzialmente fertile e i cui partner siano entrambi in vita; queste coppie devono però dimostrare con adeguata documentazione medica la propria infertilità. La legge non permette l'accesso alla riproduzione assistita a coppie che, pur essendo fertili, desiderano utilizzare questa procedura perché uno dei due partner è portatore di una malattia infettiva che potrebbe trasmettersi al partner (ad esempio, epatite C oppure sieropositività HIV). ½ è poi l'obbligo di utilizzare solo sperma del partner, dunque è vietata la fecondazione eterologa; vi è divieto di affidare la gravidanza a donne "donatrici" di utero (ossia, è vietata la pratica del cosiddetto "utero in affitto"). È obbligatorio l'impianto contemporaneo degli embrioni sviluppati, che non devono essere in numero superiore "a quello strettamente necessario a un unico e contemporaneo impianto, comunque non superiore a tre"; non è permesso ridurre il numero dei feti mediante aborto selettivo, nel caso che tutti gli embrioni impiantati sopravvivano.

Inoltre, vige il divieto di effettuare l'indagine genetica prima dell'impianto e la eventuale selezione degli embrioni (alcuni dei quali potrebbero essere malformati), che devono essere comunque impiantati; tuttavia, è possibile eseguire un aborto terapeutico qualora nel feto si constatino anomalie che pregiudicano la sua salute o quella della madre. La crioconservazione e la soppressione degli embrioni sovrannumerari è anch'essa vietata; solo se, per motivi di salute della donna, non è possibile procedere subito all'impianto, si può effettuare una conservazione temporanea, fino alla data del trasferimento degli embrioni.







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