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Renzo Tramaglino - INFORMAZIONI GENERALI SUL PERSONAGGIO, CARATTERISTICHE PSICOLOGICHE



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Renzo Tramaglino


INFORMAZIONI GENERALI SUL PERSONAGGIO:

RUOLO: protagonista. Promesso sposo di Lucia Mondella. Ha circa vent'anni.

CORPO: si presenta, nel giorno delle sue nozze, vestito a festa, in un certo senso per mettere in mostra una sorta di sua virilità.

VISO: nessun'informazione. Di certo c'è solo la considerazione del narratore, il quale ci rivela indizi sulla condizione del personaggio e del suo volto, appresa la cattiva notizia di don Abbondio.

IMPIEGO: è filatore di tessuto (seta), professione a quanto pare, rispettata e discretamente redditizia.

FAMIGLIA: è orfano, ed ha ereditato dalla famiglia unicamente la professione di filatore di seta.

RISORSE FINANZIARIE: oltre al salario da operaio, possiede anche un appezzamento di terreno


CARATTERISTICHE PSICOLOGICHE:


Renzo appare fin da subito un uomo quieto, ma risoluto e molto sicuro di sé, caratterizzato da una certa aria di braveria.


Anche don Abbondio lo ritiene tale, e ne avrà un riscontro durante il suo colloquio col giovane, il quale non vorrà sentir ragioni sul rimandare il matrimonio e chiederà spiegazioni: all'inizio il curato riuscirà a tenergli testa grazie alla sua superiorità oratoria, ma alla fine desisterà, vinto dalla caparbietà del giovane.


Nonostante tutto, Renzo non è stupido, come don Abbondio crede, infatti, subito dopo il colloquio con il curato, non convinto della versione dei fatti, ed insospettito, torna da don Abbondio ad estorcergli informazioni, in buona fede, seppur utilizzando un fare minaccioso.




Venuto a sapere la verità viene assalito da mille pensieri, tra i quali persiste un'idea tormentosa, un'idea d'omicidio e di vendetta nei confronti di colui che ha reso impossibile la realizzazione del suo sogno e quello della sua amata: don Rodrigo.


Egli è preoccupato e si chiede che nesso vi sia tra don Rodrigo e la sua promessa Lucia, e alla fine del colloquio con la ragazza, viene a conoscenza di tutta la storia.


Alla confessione di Lucia, reagisce, come da carattere, impulsivamente e tornano a prendere spazio nella sua mente pensieri omicidi. La ura di Lucia lo calma e rincuora sempre, ma quando si sente tradito, oltre che dalla chiesa (don Abbondio), anche dalla legge (dott. Azzecca-garbugli), allora si fa spazio nella sua mente un sentimento perverso di vendetta, che riuscirà a calmare solo fra Cristoforo.

Seppur in Renzo è assente la ura paterna, fra Cristoforo riempie questa mancanza, consigliando il giovane sul da farsi, e aiutandolo a calmarsi, ogni qual volta è colto dalla sua furia omicida.


Oltre ad i tratti d'eccessiva impulsività, traspare una certa curiosità, manifestata all'inizio dell'avventura cittadina di Renzo a Milano, nel momento in cui finisce il romanzo borghigiano.


Ciò lo porterà ad acquisire un ruolo negli avvenimenti caratterizzanti il clima milanese, un insieme di rivolte ed insurrezioni popolari.


Non disprezza un buon vino come si può notare anche dal modulo quattordicesimo, nel momento in cui, alla locanda, inizia ad intrattenere i conviviali con discorsi un po' "invadenti", mosso dai fumi dell'alcol.


Un esempio della sua scaltrezza traspare nel modulo sedicesimo, quando richiede ad un passante la strada per Gorgonzola, ed in seguito all'oste la strada per l'Adda, dal momento in cui lui sa che tutte queste località hanno affinità con Bergamo.







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