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Appunti, Tesina di, appunto latino

Liceo scientifico Francesco Severi



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Liceo scientifico Francesco Severi

Frosinone

La sconfitta(Nep., Hannibal VI; VII)

Da qui richiamato vincitore per difendere la patria amministrò la guerra contro Scipione suo lio(di Scipione), il quale una prima volta presso il fiume Rodano, una seconda presso il po' e una terza presso il Trebbia era fuggito. Con lui, esaurite le risorse della patria, per il momento bramò di pacificare la guerra, per riprendere le ostilità in seguito, dopo essersi reso più forte. Si incontrò in colloquio ma non si incontrarono le condizioni. Pochi giorni dopo questo fatto , presso Zama combatté con quello stesso; battuto -incredibile a dirsi- giunse Adrumento dopo due giorni e due notti, che era lontano di circa 300'000 passi. Allontanatosi qui, dal campo di battaglia con lui in fuga da Numidia, gli tesero un agguato; lui non solo fuggì ma uccise anche gli agressori. Adrumento riunì dopo la fuga i rimanenti e con poche leve in pochi giorni radunò un nuovo esercito. 

L'esilio e la morte di Annibale (Nep., Hannibal XII)

Mentre in Asia avvenivano queste cose, accadde che, con la caduta del regno di Prusia gli ambasciatori cenarono a Roma presso l'ex console Flaminio, e li essendo il discorso caduto su Annibale, uno tra essi disse che era nel regno di Prusia. Il giorno dopo Flaminio riferi la notizia al senato. I senatori, poiché ritenevano che con Annibale vivo non sarebbero mai stati liberati da insidie, mossero verso Birinia, tra questi c'era Flaminio, a chiedere al re che non mantenesse presso di se il più grande nemico ma che glielo consegnasse. Prusia non osò negare nulla a quelli per non essere contrario alle leggi dell'ospitalità. Annibale si trovava sempre nella stessa località, nel fortino che gli era stato dato in dono dal re, ed egli aveva talmente edificato che aveva in qualsiasi parte dell'edificio un'uscita, temendo evidentemente che capitasse quello che accadde. Là, essendo arrivati i legati dei Romani e avendo circondato la sua casa con una folla , uno schiavo spiando dalla porta disse ad Annibale che davanti appariva un'armata. Egli gli ordinò di fare un giro di tutte le porte  e di riferirgli rapidamente se da tutte le porte era bloccato allo steso modo. Il servo velocemente avendo detto a tutti quele fosse la situazione e avendo mostrato le uscite occupate, si rese conto che ciò non era stato fatto a caso, ma che era lui ad essere cercato e che non doveva conservare la vita più a lungo. Per non lasciare la memoria della virtù all'arbitrio altrui assunse del veleno, il quale aveva l'abitudine di portare sempre con se.








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