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TACITO



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TACITO

Le notizie sulla sua vita le ricaviamo dalle sue opere e dalle testimonianze dell'amico Plinio il giovane. Si suppone che nacque tra il 55 e il 60 d. C. Vide dunque gli ultimi anni e la caduta di Nerone. Nel 78 d. C. Tacito sposò la lia di Giulio Agricola, che l'anno prima era stato console.Il giovane oratore fu questore, edile, pretore sotto Vespasiano e Domiziano. Fu anche membro del collegio sacerdotale dei quindecemviri. Ritiratosi dalla vita politica negli ultimi anni di Domiziano, fu consul suffectus nel 97 d. C sotto Nerva, preconsole in Asia verso il 112 sotto Traiano. Nel 100 aveva sostenuto con l'amico Plinio gli africani nel processo contro il Mario Prisco ricordato da Giovenale.Con ogni probabilità morì dopo il 117.

Delle sue opere abbiamo due monografie: L'"Agricola" e la "Germania"; e due capolavori "Historiae" e gli "Annales".

Anche se venne citato e ammirato da molti ( ad esempio da Plinto il Giovane, dall'imperatore Tacito, da Tertulliano e da Ammiano Marcellino), la sua fortuna fu scarsa forse per il suo ambiguo atteggiamento di fronte al regime imperiale.Nei secoli del Medioevo sembra quasi ignorato. La sua fortuna come storico cominciò a diffondersi a partire dalla fine del 500. Il 600 viene considerato come il secolo del "tacitismo": gli annales diventano il manuale del perfetto statista.




Il compito che si propone Tacito(nelle historiae e negli annales) è quello di spiegare come funziona la macchina dell'impero, quali sono le forze che lo sostengono e come si sia potuti arrivare alle aberrazioni del dispotismo di Domiziano.

HistoriaeàNarrano i fatti dal 69 al 96 d. C. a partire dalle guerre civili per la successione di Nerone e dal decennio di Vespasiano fino all'uccisione di Domiziano. Restano i libri dal 1° al 5° con ampia lacuna finale, sugli anni 69-70. Nel complesso dovevano essere quattordici libri.

(Tacito ammette l'opportunità del principato nel superiore interesse della pace. Questo equivoco nasce dal considerare la pace come dono elargito dal potere assoluto, inconciliabile quindi con la libertà; quasi che non potesse esistere la pace nella libertà, che è l'unica vera pace e che viene riconquistata  giorno dopo giorno attraverso l'eloquenza dei suoi assertori. )

Manifesta l'intenzione di riservare alla vecchiaia la cura di trattare di questi imperatori che permettono di esprimere le proprie opinioni. L'incerto equilibrio tra l'autorità dell'imperatore e la libertas( di pensiero e di espressione) secondo lui dipende dalla personalità dei singoli principi.La colpa è anche del servilismo della nobilitas, come ceto sociale gravato di particolari responsabilità. Personalità del principe e servilismo coinvolgono problemi psicologici e morali più che strettamente politici ed economico-sociali. L'arte di Tacito acquista qui maggior complessità e robustezza . Vuole capire i motivi di scoraggiamento per offrire una spiegazione equilibrata, fiduciosa nella sopravvivenza della res Romana. L'orrore per i delitti compiuti in nome della ragion di stato prevale sulla consolazione che può venire da quei casi ammirevoli di forza morale(bona exempla) e in ogni speranza degli dei è vana.Tacito parla del fatum , della fortuna e degli dei, ma non ha fede né nella religione tradizionale né nella provvidenza stoica, ma si serve di questi come simboli del limite che frena l'azione dell'uomo. Il suo interesse è rivolto al problema politico del potere e delle garanzie di libertà necessarie per liberare l'arbitrio degl'imperatori.

Si serve di fonti storiografiche.Ha attinto nozioni da Aufidio Basso e Plinio il vecchio e da Coniano, Rufo, Rustico.Per inserire i fatti nella loro dimensione ambientale sono riportati anche i rumores, cioè le dicerie che correvano nell'alta società romana.

In questa opera spiccal'atteggiamento moralistico,penoso dei destini dell'impero, l'interesse psicologico. Lo stile è teso e vario.

Indaga nell'animo dei personaggi in maniera più sottile rispetto a Sallustio.L'interesse etnografico è vivo( Es: Guerra di tito in Palestina in cui sono schizzati i riti e la storia degli Ebrei).L'assedio di Gerusalemme da parte di Tito e la guerra contro civile termina la parte nota della Historiae. Nei libri mancanti il problema doveva essere quello dell'involuzione della dinastia flavia.


Annalesà vanno dal 14 al 68 d. C. a partire dalla morte di Augusto e dal regno di Tiberio fino all'uccisione di Nerone . Restano i libri dal 1° al 6°fino al 37 d.C. anche se del 5° non rimane quasi nulla; e i libri dal 11° al 16° dal 47 al 66 d.C, lacunosi al principio e alla fine. Nel complesso dovevano essere sedici libri. E' qui radicale il pessimismo dello scrittore.Le vittorie di Traiano contro i Parti e i Daci permettono a Roma di estendere il suo dominio, ma l'autorità e le sue tendenze assolutistiche ne vengono rafforzate. Il crollo della tirannide di Nerone alla fine degli annales non sembra permettere più illusioni. Nel futuro tacito vede solo la decadenza di roma.per questo ha idealizzato nel presente la virus primitiva dei germani e idealizza i secoli remoti di Roma.Le antiche leggi sono il simbolo della superiorità morale e politica.



L'idealizzazione del passato spiega il ricorso ad elementi tradizionali, presagi e divinazione.

In polemica con Polibio e con cicerone, tacito afferma che il contemperamento di democrazia, oligarchia e monarchia è utopistico.

I primi sei libri sono dominati dalle sue incertezze, la sua falsità,la dissolutezza degli ultimi anni. Nell'undicesimo e dodicesimo libro il protagonista è Claudio, rappresentato come un debole, tradito da Messalina, soggiogato dal liberto Narciso e poi da Agrippina, che lo fa avvelenare. Gli ultimi quattro libri narrano le pazzie e le atrocità di Nerone.

I personaggi sono tragici, perché lo scrittore sente il destino dell'uomo e dell'impero. Mette a nudo gli egoismi, svela l'ipocrisia, insinua spesso interpretazioni ostili, frutto di sfiducia degli uomini.


Dialogus de oratoribusà è un dialogo alla maniera ciceroniana, che si immagina avvenuto durante il principato di Vespasiano, probabilmente nel 75 d.C. I protagonisti sono Curiazio Materno, oratore dedicatosi alla poesia tragica e tre oratori( Marco Apro, Giulio Secondo, Vistano Messala). Materno prende spunto dall'eloquenza per esaltere la poesia; Apro difende l'eloquenza contemporanea, Messala quella dell'età ciceroniana, superiore dal punto di vista politico, retorico e filosofico.L'opera, dopo una grande lacuna si conclude ribadendo il giudizio negativo sull'oratoria contemporanea: per Materno, portavoce dell'autore, la decadenza non deriva da scarsa preparazione dei giovani ma dalla mancanza di grandi contrasti civili e di ogni partecipazione popolare, per colpa del regime imperiale.La paternità di quest'opera fu messa in dubbio nel cinquecento perché lo stile qui è fluidi, armonioso, di stampo ciceroniano e la posizione dell'autore, nel dibattito sull'oratoria è analoga a quella di Quintiliano, cioè filociceroniana, mentre nelle opere sicuramente autentiche lo stile è rapido e incisivo, asimmetrico, sallustianeggiante.





















Le due monografie hanno in comune l'interesse etico-politico e la riflessione sulle sorti di Roma

Agricolaàè una biografia con elementi oratorii della tradizione economiastica.Può essere definita come Laudatio funebris. Tacito esalta il suocero sia come celebre generale che come onesto ed esperto uomo politico. L'ideale dello scrittore non è Catone Uticense, che si uccide per protesta contro la dittatura, ma l'uomo che, quando la corruzione e l'adulazione dilagano, accetta gravosi impegni pubblici mantenendosi fedele ai suoi principii di onestà e di efficienza amministrativa. Tacito si pone come difensore dell'oligarchia avversa alla "tirannide" imperiale.Accanto all'indagine storico-politica lo scrittore sviluppa un suo interesse etnografico, stimolato dall'ammirazione per l'eroica resistenza dei Britanni all'invasione romana. Dopo avere illustrato nel proemio il significato morale della ricerca biografica e il valore della libertà, Tacito espone la formazione e la carriera politico-militare di Agricola fino al consolato e all'assegnazione della Britannia, che gli dà occasione per un ampio excursus sull'isola, i suoi abitanti e la penetrazione romana.Vengono esaltate le doti civili e militari del personaggio. E presente anche il riconoscimento del valore e delle ragioni che spingono i nemici ad un'eroica resistenza.(Es: discorso di Calgaco, capo dei calcedoni della Scozia che nell' 83 organizzò una rivolta contro i -romani.Il procedimento del racconto è tipico della storiografia antica e la contrapposizione dei due punti di vista presenta drammaticamente il contrasto di fondo delle due parti in lotta.)Tacito conferma l'atteggiamento imperialistico dei romani che lui non condann, ma non gli impedisce di riconoscere la grandezza dei vinti. La scena si sposta a Roma dove Domiziano teme i successi del suo generale e cela la sua gelosia con manifestazioni di benevolenza. La sua morte inaspettata, dopo essersi ritirato a vita privata , fa pensare ad un avvelenamento voluto dal principe. Come nelle laudationes funebres, l'epilogo esalta le virtù dell'estinto.

Germaniaàtrattato di etnografia. Approfondisce il problema del rapporto fra Roma e le popolazioni semibarbariche del nord.  E' divisa in due parti. Nella prima parte Tacito descrive la regione e i suoi abitanti, i prodotti del suolo e l'origine della popolazione, la vita pubblica e la vita privata. La seconda parte esamina in dettaglio le caratteristiche particolari delle singole stirpi germaniche. Questa opera fa luce per la prima volta sui popoli tedeschi, che alla caduta dell'impero romano entreranno da protagonisti nella storia d'europa. Lo spunto e le fonti si notano neui moduli del Bellum Gallicum di Cesare. Filo conduttore dell'opera è l'ammirazione per la città incontaminata dei barbari di fronte alle contraddizioni e alla corruzione che minano l'impero. Il fatto che sia un'opera limitata ad una sola regione senza un proemio può far pensare che l'opera sia nata come excursus delle Historiae.


STILE DI TACITO

È in costante evoluzione.Dall'Agricola alla prima volta degli annales si accentua l'anticiceronismo. Negli ultimi libri invece è più tradizionale.

Il suo modello espressivo è Sallustio.

I personaggi e le situazioni sono descritte con battute.

I suoi scritti sono densi di artifici sintattici, come un uso frequente dell'asindeto e dell'ellissi. Il periodo ha un andamento tormentoso, paratattico, che rifugge dalla concinnitase predilige la variatio. Le forme retoriche sono ricche di phatos . La ricerca di maggiore espressività è ottenuta anche mediante arcaismi.






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