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GIOVANNI VERGA



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Giovanni Verga


Una Peccatrice, Storia di una capinera, Eva, Tigre reale, Eros (1866-l875)

v   Precise costanti, situazioni tipiche:

Passione amorosa travolgente, "romantica" o contrastata o vissuta conflittualmente dai protagonisti, e comunque con approdi quasi sempre drammatici.

Tipologia femminile nella quale si incentrano bellezza, bizzarria e lussuria.

Società gaudente.

Mondo del teatro.



Duelli.

ura del giovane artista, poeta o pittore, in cerca di affermazione.

v   Intrecci piuttosto improbabili.

v   Narrazioni frequentemente artificiose che mirano all'effetto e a coinvolgere il lettore.

v   Presenza di uno "stile di parole", fatto di enfatizzazione, di ricerca di effetti, di vistosità di toni e di tinte.

v   Lingua intessuta, a livello lessicale, di voci toscane o toscaneggianti e caratterizzata, a livello sintattico, da un periodare complesso e spesso ridondante, funzionale ad esprimere toni di facile patetismo sentimentale.


E' per questo che, nel designare l'itinerario della produzione verghiana, molti critici parlano di "conversione". Ma nel primo Verga sono presenti anche:


v   Valorizzazione dei modesti ma sereni affetti familiari.

v   Frequenti e progressivi segni di un distanziamento dell'autore rispetto alla materia trattata, vengono cioè superati certi coinvolgimenti, certe complicità emotive.

v   Risentita posizione polemica contro la società contemporanea (che è seria e prova antipatia per tutto ciò che è positivo).

v   Riflessione sul ruolo dell'artista in un contesto storico-sociale che si avviava a profonda trasformazione.


Nedda, Primavera e altri racconti Rosso Malpelo Vita dei campi I Malavoglia Mastro-don Gesualdo    (1874-l889)

v   Dibattito critico sulle motivazioni del cambiamento:

Luigi Russo: parla di "mutato atteggiamento etico".

Sapegno: parla di "crisi semplicemente umana, di stanchezza e di nausea nei confronti di quella società di ricchi mondani, di femmine oziose e frivole".

Maisiello: parla di "disadattamento", di "estraneità ai miti progressivi dell'Italia ufficiale ed industriale".

v   Lingua: si accosta alle asciutte cadenze del "parlato" (proverbi in dialetto siciliano); lingua ibrida.

v   E' da notare che l'ideologia politica del Verga si limita ad una retorica concezione dell'unità e dell'onore nazionale, e ha messo in luce il fondo illiberale dello scrittore, nonché la sua tendenza maniaca a vedere in ogni agitazione sociale una minaccia per l'unità italiana.

v   Ma si ha l'impressione che tutto ciò sia causato da un profondo pessimismo dovuto alla consapevolezza del fatto che la società in cui vive è dominata da uno sfrenato egoismo, dalla rincorsa del successo a ogni costo che soffoca i sentimenti più genuini e spontanei. Inoltre egli è consapevole del fatto che ogni tentativo di cambiamento è tragicamente inutile, che l'inevitabile approdo del vivere è lo scacco, la sconfitta.



v   Artificio della regressione: impersonalità, eclisse dell'autore (persona anagraficamente determinata di cui possiamo ricostruire la vita, le caratteristiche, i rapporti sociali e culturali attraverso documenti, testimonianze, ecc.).

Verga concede a un personaggio del romanzo la funzione di narratore (designa la funzione di narrare; il narratore è cioè la "voce" a cui va assegnata l'enunciazione del racconto).

Questo narratore parla di quel mondo e di quei personaggi in maniera molto diversa da quella dell'autore Verga.

L'artificio della regressione adotta livelli, parametri di giudizio e di linguaggi "bassi", "regrediti" appunto rispetto a quelli che gli sarebbero propri.

v   Caratteristiche del narratore:

Si presenta come espressione di quello stesso mondo che descrive, è interno ad esso.

Ipotizza come destinatario del suo narrare un pubblico che o è quello che costituisce quel mondo o comunque lo conosce.

Non accenna mai alla sua funzione di narratore, non la commenta e non dialoga.

E' caratterizzato da un'estrema disponibilità, da una grande capacità di avvicinamento ai personaggi al punto di inglobarne ottica e linguaggio.

v   Straniamento (definizione di Luperini): adozione di un punto di vista particolare, inusuale; presenta come normale ciò che è paradossale. Lo straniamento risulta essere una tecnica particolarmente efficace per sensibilizzare il lettore, per fargli prendere coscienza della disumana ingiustizia che vige nella società siciliana, descritta senza alcuna enfasi o polemica, ma in maniera sobriamente ed efficacemente °realistica".

v   Tecnica del discorso indiretto libero: non è isolato dalle virgolette, né dipende dai verbi del dire e del pensare; conura come un resoconto nel quale le parole e i pensieri dei personaggi siano riportati con la mediazione del narratore, dalla sua voce. Questa tecnica produce due risultati:

Esime il narratore da qualsiasi intervento o commento.

Fa emergere l'individualità dei personaggi.


La Sicilia

v   Realtà sociale siciliana:

La misera vita di pescatori e di braccianti.

Lo scontro di classe fra braccianti e "gentiluomini".

La trama di intrighi fra gentiluomini per il mantenimento del privilegio o per l'ascesa sociale.

Il sopruso verso chi è indifeso e socialmente inferiore.

La forsennata lotta per l'accumulazione della "roba".

L'omertà mafiosa fra gentiluomini e magistrati.

La protesta fallimentare dei braccianti.

L'usura.

Il contrabbando.

v   Diagnosi negativa dei meccanismi del potere.



v   Lucida demistificazione degli ingranaggi sociali.

v   Rifiuto della fiducia nel cambiamento e nel progresso (che è in realta durissima "lotta per la vita", di ascendenza darwiniana, che vede i deboli soccombere di fronte ai più forti e agguerriti. Non c'è per Verga speranza di riscatto o di cambiamento del naturale: ne consegue il rifiuto di ogni ideologia progressista), della trasformazione sociale che sconvolgerebbe la società agricolo-arcaica.

v   L'accettazione del darwinismo sociale si trasforma in pietoso e dolente rispetto per i "vinti", le vittime del progresso. Essi sono descritti come eroi, pur soccombenti, alle prese con le ferree leggi del determinismo economico e sociale; essi vengono rappresentati non insensibili alle lusinghe dei nuovi disvalori; sono contrassegnati dal tragico destino che li porta a scontrarsi con la lotta per la vita.


I Malavoglia

v   Rivoluzione linguistica: antiletteraria, ma dotata di forte impatto comunicativo. Importante la presenza del "foderamento" (ripetizione alla fine della frase di un'espressione già usata in precedenza), l'uso della "n'giuria" (soprannome) e del discorso indiretto libero.

v   Il mondo di Acritrezza ha una doppia prospettiva:

Veristica.

Mitica.

v   Proverbi = effetto di cristallizzazione, di fissità metastorica (e ideologica).

v   Punto di vista unico e sistema di valori e di culto unitario.

v   Fluida continuità del racconto.


Mastro-don Gesualdo

v   Cambiamento della lingua: essa diviene "borghese", si attenua la presenza del parlato, mentre si accentua l'espressionismo.

v   Molteplicità dei punti di vista

v   Voce narrante più solidale con l'autore, di cui esprime i valori e la cultura.

v   Ritmo narrativo frantumato, tecnica dell'ellissi.

v   Erosione e riduzione dei "miti" verghiani:

L'amore da sentimento vero e reale ad affare e rapporto condizionato da motivi di interesse e privo di qualsiasi autenticità.

L'ideale dell'ostrica, inteso come tenace attaccamento ai codici comportamentali ereditati dalla tradizione, si trasforma nell'ossessione della "roba", nella smania di arricchimento ad ogni costo, che non può non sacrificare anche la spinte più genuine e disinteressate.

L'etica del lavoro e del sacrificio si trasforma nell'alienazione.

La "religione della famiglia", intesa come sacro rispetto del nido familiare pulsante di affetti autentici, si sfalda progressivamente di fronte alle nuove tensioni che lo percorrono.

Anche la morte soggiace alle leggi dell'utile economico, è solitaria e priva di solidarietà. Nella società moderna gli uomini muoiono soli così come soli sono vissuti.

v   Fatica = dannazione, solitudine.






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