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Il Quartiere



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Il Quartiere



Il titolo ha un forte valore simbolico poiché, per 'quartiere', l'autore indica un gruppo unito da ideali comuni, cui fanno parte i ragazzi protagonisti, visto come rifugio da un mondo esterno che fa paura a degli adolescenti che iniziano a vedere la realtà con occhi da 'adulti', nonostante abbiano ancora un cuore da 'bambini'.

Per intreccio si intende un racconto in cui i fatti non avvengono in sequenza temporale ma ci sono dei flashback o dei richiami a fatti ancora non esplicitamente avvenuti, ed è il caso di questo romanzo. La storia è basata sull'intrecciarsi di legami d'amore tra i protagonisti e la forte amicizia che li tiene uniti nel periodo del passaggio dall'adolescenza all' età adulta, momento della vita particolarmente carico di speranze e di ideali, che poi si scontrano con la realtà quotidiana che ci si trova ad affrontare e con cui, per sopravvivere, bisogna scendere a compromessi. Nella fabula, invece, tutti gli eventi sono collocati nella narrazione nell'esatto momento in cui avvengono.



Il romanzo è stato scritto negli anni intorno al '35, periodo in cui l'opposizione al fascismo non poteva ancora esprimersi in maniera attiva e concreta, quindi il clima che si respira è di rassegnata sopportazione al regime.

L'autore racconta la vita di alcuni adolescenti che, in quanto tali, iniziano a scontrarsi con la realtà del mondo degli adulti, pur non facendone ancora parte. I valori che emergono nel gruppo sono l'amicizia, l'amore e la solidarietà in cui il filo conduttore è la speranza di un futuro migliore e il desiderio di poter combattere la propria condizione sociale.

Il rapporto tra il quartiere e il mondo esterno porta quasi sempre a vedere il 'fuori' come qualcosa di negativo ad esempio nel caso di Gino, che, allontanandosi dalla 'tana' perde i suoi valori, mentre all'interno, gli altri ragazzi sono protetti da ciò che considerano familiare e in cui sono cresciuti.

La maggior parte del romanzo è descritta dall'interno del quartiere, vi sono pochissimi allontanamenti, come ad esempio quello di Gino (che morirà suicida), di Carlo (che morirà in guerra), di Olga (portata via dalla madre) e di Giorgio (che finirà in carcere come il padre in quanto rivoluzionario). La visione è nettamente dal basso, questo perché, nonostante i sogni e le speranze, le condizioni socio-economiche dei protagonisti sono umili.

Per 'storia dei grandi' si intende l'insieme degli eventi storici dell'intera società, mentre la 'storia minima' è quella dei singoli. Le due 'storie' sono strettamente collegate poiché la prima è determinante nei confronti della seconda. Il contesto politico-sociale in cui si vive influisce in gran parte sulle ideologie e i valori presenti in un gruppo, specialmente negli adolescenti, che sentono molto l'ascendenza dell'ambiente che li circonda.

Nella narrazione non emerge un vero e proprio protagonista, ma lo è tutto il gruppo e ogni componente è trattato da pari in confronto agli altri, mentre è possibile individuare un antagonista (ma in maniera relativa) in Gino. I rapporti che ci sono tra le due parti non sono di lotta, anzi, Giorgio, cerca di aiutare l'amico a tornare sulla strada giusta, tuttavia senza riuscire nel suo intento. Nonostante le differenti strade prese, i ragazzi sono cresciuti insieme, credo sia per questo che il legame che li unisce è molto forte e la lettera che Gino scrive a Giorgio dal carcere ne è la prova. Comunque io ho avuto la netta sensazione che i 'buoni', pur essendo profondamente contrari al comportamento preso dall'amico, non perdono mai il rispetto per lui e non lo giudicano.

Il tema simbolico principale che ho riscontrato nel romanzo è quello della crescita e dei valori ad essa relativi. L'intero racconto è focalizzato sui valori presenti in un gruppo di ragazzi, durante il regime fascista, e su come questi li portino ad agire (uno dei quali è sicuramente la libertà, per cui Giorgio, per paradosso, finirà in carcere), Ciò che emerge è che durante questa fase di passaggio chiamata adolescenza, secondo me, è normale avere degli ideali che si caricano di speranze utopistiche, destinate, purtroppo, a rimanere tali.



Nel romanzo si possono distinguere due 'miti', uno dal punto di vista dei protagonisti: Gino, che rappresenta, in un certo modo la trasgressione, infatti è stato l'unico ad aver avuto il coraggio di separarsi da quel gruppo cui faceva parte per affrontare il mondo esterno, da solo per giunta. I ragazzi hanno avuto sempre un po' soggezione del loro amico, vedendo in lui una persona che non ha paura di divertirsi e non si accontenta delle semplici cose come loro. Mito, questo, che comunque cadrà non appena confesserà, con la lettera, che il suo non era coraggio ma semplicemente debolezza. Da parte sua, invece, Gino (come un po' tutto il gruppo)  vede come punto di riferimento Giorgio, una persona che, in nome dei suoi ideali ha fatto molte rinunce e non è mai sceso a compromessi con la sua coscienza.

I protagonisti, nella loro crescita, cercano di trovare uno stile di vita in cui riconoscersi e che non vada contro gli ideali in cui credono. Lo fanno confrontandosi e sostenendosi l'uno con l'altro.

Secondo me non si può dire che il libro abbia un lieto fine, infatti l'unità che costituiva il gruppo di partenza è divisa dai vari eventi che si succedono, prima l'allontanamento di Gino, poi la morte di Carlo, la partenza di Olga e infine la cattura di Giorgio.

L'autore con questo romanzo, credo voglia raccontare il suo quartiere e la sua vita, poiché tutto ciò di cui parla in qualche modo lo sente dentro, è parte di lui. Descrive quella che poteva essere l'adolescenza e quali erano i valori che emergevano in un contesto socio-politico così difficile in cui il fascismo si opponeva a ogni minima espressione di libertà. Credo che sia riuscito a spiegare perfettamente lo stato d'animo, le paure, le speranze i desideri di un ragazzo, per cui il futuro non prospetta niente di certo.

L'autore usa un linguaggio molto semplice in cui, opposta alla complessità ideologica degli argomenti trattati, si uniscono armoniosamente l'azione, i dialoghi e le descrizioni, di paesaggi o di eventi precedenti, senza che ci sia un elemento che prevalga rendendo pesante la lettura











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