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POSITIVISMO, IL REALISMO E IL VERISMO

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POSITIVISMO

E' la filosofia della scienza, del reale, di quel periodo mentre prima c'era l'dealismo. Tutto ciò che è sicuro, che si può vedere, toccare.


IL REALISMO E IL VERISMO

Il verismo è, in Italia, il realismo più preciso (con regole come in una scuola) che si ha soprattutto nelle novelle e nei romanzi. Il verismo italiano prese molti spunti dal naturalismo francese con gli scrittori Flaubert, Maupassant, e soprattutto Emil Zola. Il naturalismo rappresenta la realtà naturale in modo scientifico, quasi fotografico, quindi in modo impersonale, oggettivo e studia soprattutto la vita delle classi più umili, il loro ambiente i caratteri fisici ereditari. Lo scrittore usa molto il dialetto, però il verismo italiano non deriva solo da quello francese, perchè riprende già alcuni aspetti oggettivi del romanticismo (realistici, Manzoni) e poi in Italia, a differenza della Francia, vi è la questione sociale e quella meridionale e l'importanza delle regioni italiane; infatti il nostro verismo viene pure chiamato - provincialismo - appunto perchè parla delle varie province come quelle siciliane, per esempio. Ancora, a differenza del naturalismo francese, il nostro verismo è più umano, molto più morale e non rappresenta così spesso i casi di varie malattie ereditarie come quello francese.

In questo periodo il romanzo verista viene chiamato -sperimentale- appunto perchè era scritto in modo documentato e scientifico. Il verismo si rivolge maggiormente alle classi più umili come aveva fatto il Manzoni, ma mentre i suoi personaggi erano guidati dalla fede, nel verismo per la nuova mentalità materialistica, nata con la filosofia del positivismo che si ha in questo periodo, l'attenzione degli scrittori si rivolge agli ambienti popolari più disperati credendo che in questi ambienti ci fosse maggiore verità. Il famoso concetto di impersonalità del verismo nasce contro il soggettivismo (introduzione dell'autore, che parlava di sè) della letteratura romantica, perchè la narrazione di un fatto non deve essere falsato dai giudizi dello scrittore; i personaggi dei romanzi per essere più reali e più veri devono parlare la loro lingua anche se rozza e dialettale.



Certamente questa impersonalità non può essere assoluta perchè lo scrittore è sempre presente nella scelta dei fatti e nel modo come parla approfondisce la storia di un personaggio. L'amore del vero e dell'utile e di una lingua viva, modellata sul dialetto fiorentino, era già sentita dal Manzoni. In Italia i principi del naturalismo francese furono fatti conoscere dallo scrittore siciliano Capuana, che fu anche teorico del verismo.

Capuana diceva che gli scritti devono essere come un documento umano, puro. A differenza del naturalismo francese non dava molta importanza all'ereditarietà (malati, alcolizzati) ma diede molta importanza ai problemi italiani del tempo: il problema economico (miseria), sociale (nord e sud) e i problemi regionali, ma in Italia non ci fu mai un'aperta polemica (denuncia) sociale come in Francia, perchè da noi lo scrittore non era il rappresentante di una determinata classe sociale ma parlava in modo staccato e lontano da situazioni esistenti da tanti anni. I maggiori scrittori veristi furono: Matilde Serao (Napoli), Grazia Deledda (Sardegna). Il più grande scrittore verista italiano fu Giovanni Verga.





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