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THE TRAGEDY OF KING LEAR - PERSONAGGI PRINCIPALI DELL'OPERA, RIASSUNTO DELLA TRAGEDIA RE LEAR, COMMENTO ALLE OPERE DI SHAKESPEARE

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THE TRAGEDY OF KING LEAR Nella sua follia, egli ordinava ai venti di spingere la terra nel mare col loro soffio o di sollevare le onde del mare fino a sommergere la terra, finchè non rimanesse più alcuna traccia di animale ingrato come l'uomo.


PERSONAGGI PRINCIPALI DELL'OPERA

RE LEAR : Era un personaggio cauto e tranquillo di bell'aspetto anche se anziano . A causa di due delle sue tre lie impazzisce ed è costretto a vagare solo con i suoi sudditi più fedeli.

GONERILL : era ala lia primogenita di Lear, quindi la più grande e perciò la prima ad essere data sposa . Il suo carattere era molto egoista ed avaro .

REGAN : Era la secondogenita di Lear , il suo carattere è molto simile a quello di Gonerill.

CORDELIA: Ultimogenita di Lear fu l'unica delle tre lie a voler bene a suo padre , infatti fu l'unica a star vicino a Lear nel suo lungo declino .



DUCA DI ALBANY: Uomo con pochi scrupoli e anche marito di gonerill . Esso trama la morte di un amico del re non sapendo che alle sue stesse spalle si tramano dei loschi piani .

DuUCA DI CORNOVAGLIA: Marito di Regan è un uomo di bell'aspetto .

MATTO DI CORTE: Personaggio che appare molto spesso sempre a seguito di Lear . Il suo ruolo nella tragedia è quello di essere come una coscienza terrena per il re . Di aspetto era molto stravagante e scherzoso . I suoi discorsi , anche se a prima vista potevano sembrare privi di alcun senso , risultavano sempre pieni di saggezza .

CONTE DI KENT: In principio amico stretto del re viene cacciato , a causa di un litigio da Lear stesso . Kent rimane lo stesso sempre fedele al suo re continuando lo stesso a servirlo sotto mentite spoglie . Il suo aspetto era rassicurante , maturo , intelligente e colto .


RIASSUNTO DELLA TRAGEDIA RE LEAR

Re Lear è un re buono e generoso ha tre lie: Gonerill , Regan e Cordelia. In seguito al loro matrimonio Lear decide di rinunciare al trono e dividere il regno tra Gonerill e Regan , diseredando invece la lia Cordelia che , in grave disaccordo con il padre , pensa che la sua scelta sia quella di un vecchio pazzo , che si priva del potere finendo vittima dell'ingordigia e dell'egoismo delle due sorelle maggiori . Cordelia sarà scacciata dal regno , ma pur lontana , con l'aiuto del matto e del re di Francia, suo marito, si interesserà sempre della sorte del padre. Le due sorelle eredi e regine si mostrano molto dolci e cortesi con il padre , ma nel momento in cui Lear , essendo ormai molto vecchio , rinuncia a tutti i suoi poteri di re , esse gli negano anche i privilegi regali lasciandolo solo e incompreso. Solo pochi servitori gli restano fedeli e continuano a servirlo , e tra questi un vecchio amico di Lear che lo segue sotto mentite spoglie a causa di un litigio. Lear , ormai abbandonato a se stesso , decide di vagare con la sua piccola scorta per i boschi perché vuole stare lontano dalle sue lie senza cuore. Il tempo passa e Lear, seguito costantemente dal suo fedele matto che diventa la voce della sua coscienza , inizia a perdere il lume della ragione e impazzisce. Sottoposto a privazioni, vaga per le sue terre mentre l'unica che lo può consolare è sua lia Cordelia. Così accade: Cordelia si ricongiunge al padre ma trova la morte insieme al matto mentre a Lear non resta che piangere disperatamente per aver compreso il torto fatto alla lia prediletta che veramente lo aveva sempre teneramente amato.


COMMENTO ALLE OPERE DI SHAKESPEARE

La grande fortuna scenica che il Re Lear ha avuto in Europa e nel mondo negli ultimi decenni costituisce la più evidente e decisa smentita del giudizio romantico e post-romantico sulla 'irrapresentabilità dell'opera'. In realtà , lungi dall'essere poco teatrale , essa può ben dirsi l'opera più teatrale di Shakespeare , ciò nel senso che in essa il linguaggio del drammaturgo raggiunge la sua più alta , e specifica, intensità ed espressività . Nel dramma , composto attorno al 1605 dunque quando era più profonda la sua riflessione sull'uomo e sulla sua condizione , Shakespeare crea un linguaggio , volendo esplorare e conoscere il movimento e le ragioni della vita , ha così approfondito le proprie risorse e qualità da aver bisogno , del proprio elemento naturale , il teatro. Ha detto Giorgio Strehler in una intervista a proposito del suo Lear del 1972 : ' E' una tragedia che si inteatra . Tutte le cose del testo che ho capito , le ho capite giorno per giorno ,sulla scena '. Ed era giusto perché nel Re Lear la parola , pur caricandosi d'eccezionale intensità è , più che in ogni altra opera shakespiriana è legata all'azione scenica . La parola , cioè , pur 'poetica ' è più che mai elemento di quel più vasto tessuto , fatto di parole e azione movimenti scenici e recitazioni che l'immagine teatrale . Più che altro Shakespeare crea , qui , un linguaggio teatrale il cui segno precipuo è quello di una totalità espressiva . Se questa' totalità ' è congeniale al Novecento assai più che al Settecento e all'Ottocento , ancor più congeniale il Re Lear risulta al nostro secolo in quanto, il linguaggio qui, non è solo strumento ma oggetto di rappresentazione . In tutto il teatro Shakespeariano al dramma dei personaggi s'intreccia quello del drammaturgo che s'interroga in un periodo di crisi quale è quello tra 500 e 600 , sulla validità stessa delle parole che usa , percependo e analizzando e tentando di sanare la frattura verificatasi tra la parola e la cosa , nel re Lear tale dramma raggiunge una delle tappe decisive del suo percorso e il problema del linguaggio diventa componente centrale dell'opera . ' Noi dobbiamo accettare il peso di questo tempo triste . Dire ciò che sentiamo e non ciò che conviene dire ' , afferma Edgar alla fine della tragedia . Ma per giungere a questa consapevolezza , a questa distinzione tra la parola ' falsa ' e la parola ' vera ' , occorreva passare attraverso la violenza e il dolore , la follia e la morte . Nel momento in cui , abdicando , Lear separa il nome di Re dalla sostanza in cui esso si invera, egli commette la colpa che determina la sua caduta . Il linguaggio , invece di illuminarlo , lo fa cieco . L'incapacità di distinguere rende possibile l'inganno crudele che su di lui esercitano le lie Regan e Gonerill , così come , nell'intreccio secondario in cui la vicenda di Lear specularmente si riflette , Gloucester si fa ingannare dalle parole di Edmund . E vanamente quanti stanno accanto al vecchio re tentano di fargli ' leggere' il significato del mondo . Non ci riesce Cordelia . Neppure Kent . E nemmeno il matto , il prodigioso fool di questo dramma la cui azione è una azione tutta linguistica , tesa a far recuperare al re ( con la dissacrazione , l'ironia , la beffa , i giochi verbali ) il senso vero della parola . Lear si chiude nel proprio linguaggio e adesso consegna la sua sfida agli uomini , alla natura , agli dei . Non di forza , però , i suoi discorsi impetuosi e ruggenti sono espressione bensì d'impotenza , inadeguatezza , fragilità . Le sue parole non modificano il reale , la tempesta dilaga e contro di essa le parole di Lear nulla possono , rimangono , mero preludio alla follia da cui viene aggredito e le scene della follia a metà del dramma , sono anzitutto una rappresentazione della distruzione della parola , e tantopiù che la deflagrazione del linguaggio di Lear è accomnata dai discorsi del fool e di Edgar . Se l'emergere di Lear della follia alla conclusione dell'opera , è anche il suo riacquistare la parola vera , il suo imparare a leggere l'alfabeto del mondo , questa comprensione coincide con la sua morte . Lear non potrà più valersi di tale conoscenza : non potrà , come vorrebbe , parlare con Cordelia . Cordelia è morta , uccisa dalla parola da quella di Edmund che ha inviato l'ordine fatale , ma prima ancora da quella di Lear . Il quale allora non può che morire a sua volta . La grande divaricazione , la grande frattura tra la parola e la cosa non può ricomporsi nel presente ma solo nel futuro , nel ' mondo nuovo ' di Edgar . Un'altra ragione , oltre che la centralità del problema del linguaggio spinge la cultura del 900 a rappresentare il Re Lear con tanta frequenza e con tanto impegno , ed è il riconoscimento di situazioni e problemi affini a quelli del nostro tempo . Forse il tema della ingratitudine filiale ci colpisce meno di quanto avvenisse nel '700 o '800, ma se ne individuiamo l'espresso e implicito problema generazionale , il rapporto tra i padri e i li , ecco che possiamo scorgervi una tensione particolarmente operante nella nostra società, che è ancora più vero della violenza : in un secolo come il nostro , che ha visto le più grandi tragedie collettive della storia , come non riconoscere le insidie che ci minacciano nei simboli di violenza che scandiscono il Re Lear ? Ed è vero altresì del tema del potere . L'angoscia e la solitudine , la disperazione e la follia , il senso del vuoto , dell'illusorietà, della precarietà della vita : tutto ciò che lacera la nostra coscienza , tutti i segni delle nostre contraddizioni , nevrosi e paure , trovano nel Re Lear una drammatica lancinante preurazione, tanto più efficace e dolorosa in quanto espressa in un linguaggio molto vicino a quello della drammaturgia contemporanea . Se nel Re Lear c'è una desolazione e una angoscia in cui l'uomo in assoluto può riconoscere la propria , e l'uomo del nostro tempo un'immagine della propria condizione , c'è anche il riconoscimento di alcuni fondamentali valori che possano dare un senso , e una ragione , alla vita . ' La maturità è tutto ' dice Edgar e la maturità , la ripeness , che Lear e Gloucester , Edgar, Kent e Albany , faticosamente conseguono è appunto la capacità di vivere e morire con la consapevolezza che l'esistenza non è , malgrado tutto , il gioco capriccioso degli dei di cui dice Gloucester e nemmeno il 'grande palcoscenico di pazzi ' evocato da Lear , ma un arduo, lento , doloroso e fin crudele cammino verso una verità che tutto contribuisce a oscurare . Un mondo crolla , qui , ed è il mondo medioevale e , insieme , il sistema ideologico e sociale ad esso legato con cui l'età elisabettiana si era sostenuta per decenni . Ma il Re Lear è anche il treno su cui Shakespeare , ridisegna una fisionomia dell'uomo , ritrova un ordine in base al quale vivere , e in base al quale costruire una tragedia . E il Re Lear è grande tragedia moderna perché quest'ordine non è fuori o al di sopra dell'uomo ; non è un ordine trascendente che è dato acquistare , come nel dramma medioevale verso un intervento soprannaturale . Nonostante l'uso frequente di immagini attinte all'esperienza religiosa , quest'ordine è laico, è umano , e l'uomo lo cerca nella propria coscienza e umanità . Certo , è un ordine fondato su quel dubbio che Amleto scopriva come essenza del vivere : precario , fragile . Ma alcuni valori ( la solidarietà , l'amore , la pietà ) si scorgono e vivono , tra le rovine , e alcuni personaggi li hanno riconosciuti e fatti propri , attraverso le proprie stesse colpe ed errori . Il palcoscenico , alla fine , è coperto di cadaveri ma Edgar , il lio di Gloucester resta sulla scena , accettando il proprio destino ,la propria condizione storica . Perché Edgar, estenuato dall'esperienza patita eppure fortificato da essa è appunto l'uomo moderno, consapevole dei propri limiti e della propria fragilità ma anche della possibilità di affrontare la realtà e di agire su di essa . E' il nuovo principe che , reso maturo dal dolore e dalla stessa degradazione , potrà durare un qualche precario equilibrio al ' mondo fuor di sesto ' .




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