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L'INFLUENZA SOCIALE - Psicologia delle minoranze attive

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L'INFLUENZA SOCIALE


fine '800 : Tarde e Le Bon evidenziano come nel gruppo prevalgono l'emotività e la   

suggestione, a discapito degli aspetti individuali più razionali. Essi oppongono cioè la

razionalità individuale all'irrazionalità prodotta dal gruppo.


1935: esperimento di Sherif con l'effetto autocinetico; questo esperimento dimostra che le



persone, quando sono poste di fronte a uno stimolo ambiguo e non strutturato, sviluppano

comunque una struttura di riferimento interna e stabile rispetto alla quale valutano lo stimolo.

Tuttavia, non appena si scontrano con le differenti valutazioni prodotte dagli altri, esse

abbandonano velocemente questa struttura di riferimento e si adeguano a quella degli altri.


Anni '50 : anche a causa del desiderio di comprendere come fosse stata possibile l'adesione in massa del popolo tedesco al nazismo, riprende quota l'interesse della psicologia sociale per il tema dell'influenza sociale.

Asch, allievo di Kurt Lewin, realizza dal 1951 al 1956 una serie di famosi esperimenti sul conformismo, consistenti nella valutazione della lunghezza di vari segmenti, da confrontare con un segmento campione. Questa valutazione è eseguita in gruppo, nel quale sono presenti i complici dello sperimentatore. Questo esperimento dimostra come sia difficile sostenere, all'interno di un gruppo, un'idea deviante da quelle altrui. La spinta al conformismo non proviene però da una suggestione, come sostenevano Tarde e Le Bon, ma da una scelta ragionata e cosciente


1955: Deutsch e Gerard distinguono l'influenza tra informativa e normativa;

influenza informativa : è quella in cui uso il giudizio altrui per avere sicurezza sul mondo in cui vivo, cioè alla domanda su quale è il mondo in cui vivo, rispondo adottando il punto di vista della maggioranza, perché ciò è rassicurante;

influenza normativa : è quella in cui mi adeguo alle idee della maggioranza per un  mio bisogno di appartenenza, per rispondere a domande riguardanti la mia identità


Negli anni '60 '70, Moscovici osserva che i lavori sull'influenza sociale realizzati a partire dal

contributo di Asch, pur con sfondi teorici diversi, convergono sul paradigma dipendenza -

controllo sociale e sul paradigma pressione verso il conformismo. Il modello di influenza

sociale che ne deriva si organizza fondandosi su alcune proposizioni:

l'influenza sociale è distribuita in modo diseguale e viene esercitata secondo una modalità unilaterale

la funzione dell'influenza sociale è quella di mantenere e rinforzare il controllo sociale

le relazioni di dipendenza determinano la direzione e la rilevanza dell'influenza sociale esercitata in un gruppo

gli stati di incertezza e il bisogno di ridurre l'incertezza determinano le forme prese dai processi d'influenza

il consenso che l'influenza è tesa a raggiungere è basato sulla norma dell'obiettività

tutti i processi di influenza sono visti nella prospettiva del conformismo, e il conformismo è considerato sottofondo comune di questi processi

Moscovici definisce il modello fondato su queste proposizioni come modello funzionalista

dell'influenza sociale


1976 Moscovici: " Psicologia delle minoranze attive "

L'influenza sociale non è solo della maggioranza nei confronti di una minoranza, ma anche viceversa, come le rivendicazioni degli studenti, delle donne , dei neri e dei gay stanno a dimostrare. Moscovici introduce quindi quello che lui chiama modello genetico dell'influenza sociale. Vengono introdotte alcune distinzioni:

minoranza nomica: è portatrice di idee contronormative, che afferma e promuove nella società

minoranza anomica: è portatrice di idee contronormative, ma non le afferma e non le promuove nella società

minoranza ortodossa: si muove nell'ambito di ciò che è ritenuto giusto, non fa controproposte, ma vuole radicalizzare le norme vigenti

minoranza eterodossa: fa una reale proposta contronormativa, alternativa a quella vigente


La minoranza può esercitare un'influenza sulla maggioranza attraverso il suo stile di

comportamento. Deve enunciare una propria posizione ben definita sul problema in questione

e rimanervi fedele, opponendosi alle pressioni esercitate dalla maggioranza. La minoranza deve

mantenere cioè una coerenza, che deve essere diacronica ( stabile nel tempo ) e sincronica

( di tutti i suoi membri ). Moscovici fa un esperimento anch'esso basato sulla percezione, ma

questa volta il complice è uno solo, che mantiene un atteggiamento coerente, inserito nel

gruppo di soggetti sperimentali. L'influenza cioè non è basata su una relazione di potere, ma

nasce dai significati emergenti dall'insieme di comportamenti dei soggetti minoritari in

occasione degli incontri tra i soggetti e i loro interlocutori. Moscovici sposta quindi l'influenza

sociale dalla fonte alla relazione fonte - target.


1982 Mugny si chiede: quando il comportamento della minoranza viene percepito come

coerente, e allora produrrà influenza sociale, e quando il comportamento viene percepito come

rigido, e allora non produrrà nessuna influenza? Per Mugny bisogna passare da una dinamica

diadica ( maggioranza e minoranza ) a una dinamica triadica ( popolazione, minoranza e

potere).La minoranza dovrà allora, per esercitare influenza, mantenere uno stile di negoziato

rigido con il potere, e flessibile con la popolazione. L'innovazione portata dalla minoranza si

realizza non tanto nelle norme fattuali, che sono sempre frutto di una negoziazione, ma nel

cambiamento di mentalità, simbolico, che il comportamento rigido della minoranza ottiene sul

potere. La rigidità deve essere sulla legittimazione di un principio che la minoranza vuole far

valere, la flessibilità subentra successivamente, a risultato ottenuto, nella negoziazione reale.


1978 Moscovici si interroga sulle differenze tra gli effetti prodotti da un'influenza minoritaria e quelli prodotti da un'influenza maggioritaria. Nel 1980 Moscovici e Personnaz realizzano un esperimento in cui ai soggetti sperimentali erano mostrate delle diapositive "blu", che un collaboratore dello sperimentatore denominava sempre "verde". Tuttavia, invece di usare un test di colore per misurare la modificazione percettiva successiva all'interazione sociale, , i ricercatori hanno usato l'after effect cromatico, basato sul fenomeno per cui, fissando uno schermo bianco dopo aver fissato una luce colorata per alcuni secondi, si percepisce il complementare del colore precedentemente fissato.


Influenza maggioritaria    Influenza minoritaria

1) condiscendenza 1) conversione

2) acquiescenza  2) internalizzazione

3) pubblica 3) privata

4) diretta 4) indiretta

5) cosciente 5) latente

6) immediata  6) differita


Moscovici si interessa poi ai processi sottostanti l'influenza sociale: alla basa della influenza

maggioritaria c'è un processo di confronto sociale, nel quale il soggetto confronta la propria

idea con quella degli altri e considera con la massima attenzione ciò che gli altri dicono, in modo

tale da far coincidere le proprie opinioni con quelle degli altri. Alla base dell'influenza

minoritaria c'è un processo di validazione, un'attività cognitiva che mira a comprendere perché

la minoranza rimanga coerente alla propria posizione. La Nemeth invece propone invece di

spostare l'attenzione dalla posizione di maggioranza o minoranza all'argomento in discussione.

L'influenza maggioritaria favorisce un pensiero convergente, mentre l'influenza minoritaria

favorisce un pensiero divergente.


- Sia la maggioranza che la minoranza non sono nei fatti realtà granitiche, ma al loro intero interno

variegate e complesse, quindi bisogna fare distinzione, quando si parla di influenza sociale, di

bersaglio in-group e di bersaglio out-group.





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