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BEPPE FENOGLIO



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BEPPE FENOGLIO

(Alba, Cuneo 1922 - Torino 1963)


Nasce ad Alba il 1° marzo 1922 e trascorre l'infanzia nella città. Nel 1937 frequenta il liceo di Alba dove l'incontro con due insegnanti d'eccezione, (Leonardo Cocito e Pietro Chiodi) entrambi antifascisti e poi combattenti partigiani, avrà un ruolo determinante nella decisione presa dopo l'8 settembre 1943 di partecipare alla Resistenza armata. Ritornato fortunosamente ad Alba da Roma , dove si trovava come ufficiale, Fenoglio si arruola per un breve periodo nei gruppi partigiani comunisti 'Brigate Garibaldi' (i rossi), poi entra, rimanendovi fino alla fine della guerra, nelle formazioni autonome composte da cattolici, socialisti, repubblicani, liberali (gli azzurri).
Finita la guerra Fenoglio si trova di fronte alla necessità di trovarsi un lavoro e viene impiegato per la corrispondenza con l'estero in un'azienda vinicola che gli consentirà una certa libertà d'azione e soprattutto la possibilità di dedicare parte del suo tempo all'attività di scrittore.

Nel 1951 Fenoglio porta a termine 'La a del sabato', romanzo che gli viene rifiutato e che uscirà postumo nel 1969. Nel 1952 pubblica il suo primo libro per l'editore Einaudi, 'I ventitrè giorni della città di Alba' e comincia presumibilmente la stesura de 'Il partigiano Johnny' che uscirà postumo nel 1968. Nel 1954 pubblica con Einaudi 'La malora' seguono poi 'Primavera di bellezza' e 'Un giorno di fuoco' (1959).



Nel 1960 Fenoglio vince il Premio Prato, premio interamente dedicato alla narrativa della Resistenza e che lo vedrà nuovamente vincitore, almemoria - I processi di memorizzazione dall'acquisizione al richiamo - Studi comparati" class="text">la memoria, nel 1968 con il romanzo 'Il partigiano Johnny'. Muore nella notte del 17 febbraio 1963.
Tutta l'opera di Fenoglio é impergnata su due grandi temi narrativi: l'ambiente contadino delle Langhe e la guerra partigiana.

Nei testi di tema 'langarolo': oltre a sei dei racconti de 'I ventitrà giorni della città di Alba', il romanzo breve 'La malora' e la raccolta 'Un giorno di fuoco', il mondo della camna non é contrapposto alla città ma é descritto con fermezza nella sua condizione immutabile di miseria, violenza, disperazione.

Al filone della resistenza si riconducono, oltre ai primi sei racconti de 'I ventitrè giorni della città di Alba' i tre romanzi 'Primavera di bellezza', 'Una quastione privata' e 'Il partigiano Jhonny'.

Nei tre romanzi il tema di fondo rimane sostanzialmente lo stesso (la guerra partigiana nelle Langhe) con il ritorno di episodi e spunti narrativi da un testo all'altro. Sono notevoli anche le somiglianze tra i protagonisti che in 'Primavera di bellezza' e ne 'Il partigiano Johnny' portano lo stesso nome - Johnny - e, come Milton in 'Una questione privata ' sono chiare proiezioni dell'autore: antifascisti d'istinto, studenti universitari, arruolati nelle formazioni partigiane 'azzurre', imbevuti di cultura inglese.

Inoltre sono accomunati da un forte individualismo romantico alla 'Robin Hood', che li porta a vivere la Resistenza come avventura umana nel suo significato più alto, senza agganciarsi ad un preciso riferimento ideologico. Nei romanzi Di Fenoglio manca ogni intento celebrativo della Resistenza e la guerra civile é descritta come un racconto epico in cui i protagonisti sono eroi classici.

'Primavera di bellezza' che nel titolo riprende il secondo verso di un famoso inno fascista 'Giovinezza' si ispira a molte esperienze personali dell'autore: l'addestramento militare, lo sbandamento dopo l'armistizio del settembre 1943, il ritorno a casa nelle Langhe, la militanza in un gruppo partigiano e nel romanzo con la morte del protagonista in un'imboscata tesa ad una colonna militare tedesca. 'Johnny percepì un clic infinitesimale. Girò gli occhi dal tedesco al vallone. Vide spiovere la bomba a mano del sergente Modica e le sorrise'.

'Il partigiano Johnny' inizia dal ritorno a casa del protagonista e la sua aggregazione inizialmente ai 'rossi' per passare poi con gli 'azzurri'. Il romanzo prosegue con la descrizione della guerra partigiana vera e propria: 'Tutto sta nell'intendersi sul vero significato della parola partigiano, proseguì Corradi, sbirciando Monti così sideways che la sua pupilla occhieggiò netta fuori dalla lente. E Monti disse con forza sospirosa: - Partigiano é, sarà chiunque combatterà i fascisti', nei suoi momenti eroici ed esaltanti dell'azione e in quelli logoranti dell'attesa, dell'imboscata, della fuga. Nei lunghi mesi della guerra civile Johnny partecipa a vari fatti d'arme che culminano con la breve conquista di Alba, sua città natale. Ma, dopo la caduta della città, Johnny resta solo sulle colline a misurarsi con un nemico incombente e con una natura minacciosamente ostile ed il romanzo termina così: 'Pierre bestemmiò per la prima ed ultima volta in vita sua. Si alzò intero e diede il segno della ritirata. Altri camions apparivano in serie dalla curva, ancora qualche colpo sperso di mortaio, i partigiani evacuavano la montagna lenti e come intontiti, sordi agli urli di Pierre. Dalle case non sparavano più, tanto erano contenti e soddisfatti della liberazione. Johnny si alzò col fucile di Tarzan e il semiautomatico Due mesi dopo la guerra era finita.'



Altre opere dell'autore:

1951 'La a del sabato'

1952 'I ventitre  giorni della città di Alba'

1954 'La malora'

1955 traduzione de 'La ballata del vecchio marinaio'

1959 'Primavera di bellezza'

1963 (postumo) 'Un giorno di Fuoco' unito a 'Una questione privata'

1968 (postumo) 'Il partigiano Johnny'









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